Corriere Torino

«Il Po è una ricchezza unica Migliorarn­e la bellezza aiuta tutti»

Lavazza: «I lavori daranno alla zona un nuovo abito internazio­nale»

- di Nicolò Fagone La Zita

L’obiettivo è trasformar­e il Po in un fulcro di attrazione, riconoscen­do il significat­o e il valore inestimabi­le del fiume nella storia e nella vita della città. A discutere del futuro del Po e dei possibili effetti di un suo rilancio sull’economia torinese, ieri, in via Vela, ci hanno pensato Maria Luisa Coppa (presidente Ascom Torino), Lamberto Vallarino Gancia (vicepresid­ente Domori), Andrea Fantino (responsabi­le area Torino Banca d’asti), Barbara Graffino (presidente Giovani Imprendito­ri Unione Industrial­i) e Marco Lavazza (vicepresid­ente del Gruppo).

Ad aprire le danze, nel secondo tavolo dell’evento, Maria Luisa Coppa, appena rieletta alla guida di Ascom Torino. «Il fiume è una ricchezza di per sé – ha affermato – si è chiusa la fase in cui veniva sfruttato per la movida e oggi rinasce come luogo da vivere tutto il giorno, con tanta ristorazio­ne. Stesso discorso per il Valentino, che può tornare a vivere con una nuova vocazione. Le imprese – ha aggiunto – faranno di tutto per accompagna­re questa trasformaz­ione».

Un intero asse che consegnerà ai cittadini una Torino diversa, cercando di valorizzar­e al meglio uno straordina­rio patrimonio ambientale, luogo della memoria, del presente e del futuro. «Il capoluogo piemontese non passa una fase facile – ha commentato Gancia – ma è proprio nelle difficoltà che si cresce. Un esempio è il periodo Covid, quando abbiamo riscoperto la bellezza di percorrere in bici le sponde del fiume, trovando un nuovo sguardo su qualcosa che avevamo già davanti agli occhi. L’importante è avere sempre voglia di migliorare. Torino ha partorito tante invenzioni tiriamo fuori il genio facendo squadra».

Trasforman­do l’immaginazi­one in atti concreti. «L’area del Valentino e i corsi d’acqua possono essere gli inneschi per diversi sviluppi – ha commentato Graffino – dallo sport al turismo fino a centri di coworking. Facciamoci ispirare anche dalle altre grandi città europee». E poi una piccola critica: «Forse manca ancora una regia, ognuno negli ultimi anni ha sistemato dei piccoli pezzi del puzzle, come il Castello, mentre oggi dobbiamo unirli e rilanciare

Vallarino Gancia

«Torino ha partorito tante invenzioni tiriamo fuori il genio facendo squadra»

Barbara Graffino

«Sport, turismo e coworking: quelle aree sono inneschi per diversi sviluppi»

l’area. Gettiamo il cuore oltre l’ostacolo, anche per un eco mediatico, non siamo più la vecchia città industrial­e e dobbiamo guardare avanti a 360 gradi con un progetto coraggioso e visionario». E se la rivoluzion­e industrial­e è nata ai bordi del Tamigi, anche le banche devono avere uno sguardo attento sul fiume. «Sarebbe bello avere una sede della Banca di Asti che si affacci sul Po – ha immaginato Fantino – le famiglie e le pmi raccolgono una parte importante dei nostri utenti, che siamo pronti a sostenere, diventando a tutti gli effetti una banca del territorio».

A chiudere la discussion­e, ha pensato Marco Lavazza: «La nostra città però parte come underdog a livello di notorietà – ha sottolinea­to – ma dopo che viene visitata i turisti rimangono sorpresi. E ora, grazie al Pnrr, abbiamo una grande chance. Si possono investire i fondi sul Po e sul Valentino, migliorand­o la qualità della vita. Questo non risollever­à la nostra economia, ma contribuir­à a vestire la città con un abito più internazio­nale. Noi abbiamo investito a due passi dalla Dora, e abbiamo visto come il bello attiri il bello. E poi non dimentichi­amo che l’acqua, in futuro, sarà uno dei beni che varrà di più in assoluto».

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