«Il Po è una ricchezza unica Migliorarne la bellezza aiuta tutti»
Lavazza: «I lavori daranno alla zona un nuovo abito internazionale»
L’obiettivo è trasformare il Po in un fulcro di attrazione, riconoscendo il significato e il valore inestimabile del fiume nella storia e nella vita della città. A discutere del futuro del Po e dei possibili effetti di un suo rilancio sull’economia torinese, ieri, in via Vela, ci hanno pensato Maria Luisa Coppa (presidente Ascom Torino), Lamberto Vallarino Gancia (vicepresidente Domori), Andrea Fantino (responsabile area Torino Banca d’asti), Barbara Graffino (presidente Giovani Imprenditori Unione Industriali) e Marco Lavazza (vicepresidente del Gruppo).
Ad aprire le danze, nel secondo tavolo dell’evento, Maria Luisa Coppa, appena rieletta alla guida di Ascom Torino. «Il fiume è una ricchezza di per sé – ha affermato – si è chiusa la fase in cui veniva sfruttato per la movida e oggi rinasce come luogo da vivere tutto il giorno, con tanta ristorazione. Stesso discorso per il Valentino, che può tornare a vivere con una nuova vocazione. Le imprese – ha aggiunto – faranno di tutto per accompagnare questa trasformazione».
Un intero asse che consegnerà ai cittadini una Torino diversa, cercando di valorizzare al meglio uno straordinario patrimonio ambientale, luogo della memoria, del presente e del futuro. «Il capoluogo piemontese non passa una fase facile – ha commentato Gancia – ma è proprio nelle difficoltà che si cresce. Un esempio è il periodo Covid, quando abbiamo riscoperto la bellezza di percorrere in bici le sponde del fiume, trovando un nuovo sguardo su qualcosa che avevamo già davanti agli occhi. L’importante è avere sempre voglia di migliorare. Torino ha partorito tante invenzioni tiriamo fuori il genio facendo squadra».
Trasformando l’immaginazione in atti concreti. «L’area del Valentino e i corsi d’acqua possono essere gli inneschi per diversi sviluppi – ha commentato Graffino – dallo sport al turismo fino a centri di coworking. Facciamoci ispirare anche dalle altre grandi città europee». E poi una piccola critica: «Forse manca ancora una regia, ognuno negli ultimi anni ha sistemato dei piccoli pezzi del puzzle, come il Castello, mentre oggi dobbiamo unirli e rilanciare
Vallarino Gancia
«Torino ha partorito tante invenzioni tiriamo fuori il genio facendo squadra»
Barbara Graffino
«Sport, turismo e coworking: quelle aree sono inneschi per diversi sviluppi»
l’area. Gettiamo il cuore oltre l’ostacolo, anche per un eco mediatico, non siamo più la vecchia città industriale e dobbiamo guardare avanti a 360 gradi con un progetto coraggioso e visionario». E se la rivoluzione industriale è nata ai bordi del Tamigi, anche le banche devono avere uno sguardo attento sul fiume. «Sarebbe bello avere una sede della Banca di Asti che si affacci sul Po – ha immaginato Fantino – le famiglie e le pmi raccolgono una parte importante dei nostri utenti, che siamo pronti a sostenere, diventando a tutti gli effetti una banca del territorio».
A chiudere la discussione, ha pensato Marco Lavazza: «La nostra città però parte come underdog a livello di notorietà – ha sottolineato – ma dopo che viene visitata i turisti rimangono sorpresi. E ora, grazie al Pnrr, abbiamo una grande chance. Si possono investire i fondi sul Po e sul Valentino, migliorando la qualità della vita. Questo non risolleverà la nostra economia, ma contribuirà a vestire la città con un abito più internazionale. Noi abbiamo investito a due passi dalla Dora, e abbiamo visto come il bello attiri il bello. E poi non dimentichiamo che l’acqua, in futuro, sarà uno dei beni che varrà di più in assoluto».