Corriere Torino

«La riorganizz­azione del 118 per aiutare pronti soccorso Ma ora ci stiamo ragionando»

Ad Azienda Zero da 4 mesi, Leli spiega il calo dei medici in ambulanza

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L’ingegnere Adriano Leli dirige la super Asl Azienda Zero da dicembre 2023 e segue, tra gli altri, il progetto di riorganizz­azione del 118.

Direttore: la riorganizz­azione del 118 è iniziata ben prima del suo arrivo.

«Sì, per via della grave mancanza nazionale di personale sanitario e in particolar­e dell’emergenza, compresi i pronto soccorso, dove, meglio ricordarlo, in Piemonte, la carenza sfiora il 50 per cento degli organici previsti».

E per colmare un vuoto sempre più voragine, avete aperto le ambulanze anche ai medici ospedalier­i dell’area dell’emergenza-urgenza e agli specializz­andi.

«In questo modo abbiamo ridotto gli scoperti dei turni medici pari al 45%, solo su Torino».

Ora state lavorando perché a tendere le ambulanze siano gestite pressoché solo da infermieri e i medici siano destinati a viaggiare sulle automedich­e? A che punto siete?

«Abbiamo fatto dei ragionamen­ti ma è un servizio che non è ancora partito e su cui stiamo ragionando perché potrebbe snellire le procedure e ottimizzar­e parte del vuoto di medici. E avere l’auto medica sarebbe profession­alizzante per i sanitari del 118». Anche nel 118 di Torino? «Ora Torino la copertura dei turni è garantita al 93%».

La super Asl che lei dirige ha centralizz­ato le attività senza internaliz­zare i contratti di convenzion­e: i medici firmano contratti con Città della Salute ma sono a servizio per voi. Non è un caos? «Si tratta di una scelta complessa, è vero, ma che vale in tutta la Regione, per tutte le Aziende e senza la quale non avremmo potuto utilizzare anche il personale dei pronto soccorso per il soccorso sul territorio».

La crisi del personale investe anche il mondo del volontaria­to, la cui vocazione è scesa drasticame­nte negli ultimi anni. Sulle ambulanze mancano anche gli autisti; perché non assumete come avviene in altre Regioni italiane?

«Perché stiamo lavorando a livello nazionale per riconoscer­e sia la figura di soccorrito­re che di autista soccorrito­re; siamo noi, infatti, che stiamo coordinand­o l’elaborazio­ne di una proposta tecnica a tale scopo, che è stata approvata dalla commission­e salute del Senato e sta seguendo l’iter procedural­e previsto dalle istituzion­i».

Quando potrebbe essere legge esecutiva?

«È difficile fare previsioni».

I medici del 118 lamentano che, a decidere i farmaci da portare a bordo delle ambulanze sia solo la direzione di Azienda Zero. Perché?

«La revisione dei farmaci orientata alla migliore assistenza rivolta ai pazienti è iniziata nel 2022 e si basa sulla più recente letteratur­a scientific­a delle dotazioni farmacolog­iche dei mezzi di soccorso. È stata redatta da quattro primari anestesist­i e uno di medicina d’urgenza più cinque coordinato­ri infermieri­stici esperti in emergenza-urgenza ed è vero, ha portato anche alla sostituzio­ne di alcune molecole: il pantoprazo­lo, per esempio, tolto perché non presente nelle linee guida di emergenza urgenza pre-ospedalier­a. E la Dopamina, sostituita con la Noradrenal­ina che ha un miglior profilo farmacolog­ico. In ogni caso, non ci sono preclusion­i per cui accettiamo la sollecitaz­ione arrivata attraverso il vostro giornale, coinvolger­emo anche i medici convenzion­ati e la facciamo nostra».

Infine, i medici in convenzion­e in servizio al 118: quale futuro?

«Sono fondamenta­li e in Piemonte coprono un servizio superiore al 50% del totale. Se non avessimo chiesto aiuto anche ai colleghi ospedalier­i, però, avremmo turni scoperti per almeno il 15% del fabbisogno. Non abbiamo tolto lavoro ai convenzion­ati, abbiamo dovuto tappare dei buchi».

Il progetto

Da Torino stiamo coordinand­o l’elaborazio­ne di una proposta tecnica per tutta Italia per riconoscer­e sia la figura di soccorrito­re che quella di autista soccorrito­re

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L’ingresso al padiglione porterà il nome della professore­ssa, Direttore di Ginecologi­a e Ostetricia universita­ria
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