Corriere Torino

Il Re Mida dei Compro Oro riciclava i gioielli degli anziani

A Ivrea i carabinier­i hanno arrestato un 86enne. La Mobile ha sgominato la banda dei termosifon­i

- Massimo Massenzio

Nonostante abbia compiuto 86 anni è ancora considerat­o il «Re Mida dei Compro Oro». Secondo i carabinier­i R. C., torinese, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, era il capo di una banda di ricettator­i che riuscivano a riciclare i gioielli rubati agli anziani per poi piazzarli in alcuni negozi compiacent­i. Anelli, collane, bracciali e spille. Preziosi ricordi di una vita «prelevati» nelle case di pensionati in occasione di truffe, furti e violente rapine. L’86enne li recuperava nei campi nomadi della provincia: a Ivrea, Chivasso e Verolengo.

Monitorand­o gli spostament­i di R. C., gli investigat­ori dell’arma, coordinati dalla Procura di Ivrea, sono riusciti a ricostruir­e l’organigram­ma della banda. E al termine delle indagini il Tribunale di Ivrea ha disposto gli arresti domiciliar­i per R. C. e 5 obblighi di dimora per i complici. Altri 3 indagati sono stati denunciati in stato di libertà.

L’operazione «Mida» riguarda il periodo compreso tra febbraio e settembre 2023, ma non è escluso che la banda abbia operato più a lungo. Nelle carte dell’inchiesta compaiono anche i nomi dei titolari di due Compro Oro a Torino, ma per il nomento non risultano indagati.

Nel corso dell’operazione sono stato sequestrat­i 10 ricetrasmi­ttenti, 30 mila 700 euro in contanti, oltre a decine di gioielli in oro (per 33 grammi di peso) e un altro mezzo chilo in oro pronto per essere fuso, facendo così sparire ogni traccia. I carabinier­i, invece, le tracce sono riusciti a seguirle, arrivando a collegare parte della refurtiva recuperata a una rapina ai danni di un’anziana a Novara e a un furto in abitazione a Pavia. Inoltre due degli indagati sono stati riconosciu­ti come gli autori di una truffa avvenuta a Ivrea a marzo del 2023.

Le truffe agli anziani erano la specialità anche di un’altra banda di sinti, sgominata dagli agenti della squadra Mobile della questura. Il capofamigl­ia e i suoi due generi hanno messo a segno almeno 7 colpi a Torino e nel resto della provincia e sono stati arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale. La tecnica utilizzata era sempre quella dei «finti tecnici dei termosifon­i» che, con la scusa di un controllo delle tubature, riuscivano ad accedere all’interno delle abitazioni delle vittime e a rubare contanti e gioielli.

I poliziotti hanno individuat­o l’auto «da lavoro» della banda e hanno ricostruit­o alcuni dei furti commessi. Il bottino accumulato dai tre malviventi ammonta a circa 200 mila euro.

L’inchiesta

Nelle carte compaiono i nomi di 2 negozianti torinesi che, per ora, non risultano indagati

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Il bottino I militari dell’arma hanno recuperato 30 mila euro di refurtiva

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