Il Piemonte fa luce in piscina, così potranno nuotare anche gli atleti ipovedenti È il Virtual Swim Trainer della torinese Indico Tec.
è una luce a Led in piscina che fa da guida e indica la direzione giusta agli ipovedenti. È la prima applicazione in Italia per scopi sociali del Virtual Swim Trainer, il sistema ideato dall’azienda torinese Indico Technologies per offrire piani di allenamento personalizzato ai nuotatori professionisti, che è stato scelto anche per una sperimentazione nell’ambito di un progetto di riavvio motorio per persone con disabilità visiva.
Il primo test è stato effettuato al Campus Acquae di Pavia, è stato patrocinato dall’università di Pavia, dal Comitato Italiano Paralimpico e dalla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico ed è diventato una tesi di laurea magistrale in Scienze motorie. «L’obiettivo è di ridurre la sedentarietà promuovendo uno stile di vita attivo e di limitare l’incidenza delle patologie correlate all’inattività degli ipovedenti, migliorando la salute – sottolinea Michele Giannone, kinesiologo di professione e promotore dell’iniziativa –. L’idea è stata di dare loro la possibilità di frequentare la piscina e di nuotare in autonomia grazie all’ausilio della tecnologia».
Lo spot di luce a led del Virtual Swim Trainer fornisce un riferimento luminoso che si può impostare in base alla vea locità e all’accelerazione desiderate; il software è stato modificato così da garantire alle persone la direzione di centro corsia e l’indicazione di fine corsia. «Per questo primo test – illustra Giannone – sono stati scelti cinque pazienti di età compresa tra i 25 e gli 84 anni. Ad ognuno di essi è stato chiesto di nuotare con uno stile a scelta prima senza la tecnologia e poi con il Vst, sia singolarmente sia in coppia. Inoltre sono state proposte variazioni della velocità di illuminazione a fondo corsia, da statica a dinamica, e sono stati valutati successivamente i vari contrasti di luce e colori per verificarne l’impatto visivo».
fine prova sono stati effettuati dei questionari valutativi. «I risultati sono stati davvero confortanti – rileva Giannone –: il 100 per cento dei pazienti ha riconosciuto di aver avuto, grazie all’uso della tecnologia, un netto miglioramento in termini di sicurezza, di autonomia e di indipendenza e tutti hanno confermato di voler ripetere l’esperienza. Ora l’intento è di allargare la base di sperimentazione e favorire sempre più su larga scala l’inclusione, realizzando corsi di nuoto ad hoc». Cosa che si sta già facendo all’estero: “Il nostro software viene utilizzato per scopi sociali in Francia, Spagna, Danimarca, Germania e Inghilterra – rileva Alessandro Buresta, ad di Indico Technologies –. È uno strumento che può essere impiegato come supporto anche per altre disabilità e per favorire la pratica sportiva».
L’idea è dare loro la possibilità di andare in piscina e di nuotare in autonomia
Il sistema può essere impiegato come supporto anche per altre disabilità