Uno spirito libero dietro al bancone Silvano era la vera anima del mercato
I ricordi delle persone che ci hanno appena lasciato scritti dalle firme del Corriere Torino
Donne e uomini noti oppure no ma sempre insostituibili per i familiari, gli amici e la gente del loro quartiere
Uno spirito libero dietro al bancone. Così va ricordato Silvano Cannata, volto simbolo del mercato di piazza Nizza. Se n’è andato a 74 anni, a causa di una malattia, lasciando un vuoto importante nell’ambiente dei venditori ambulanti e soprattutto nella sua splendida famiglia.
Silvano ha gestito per circa 40 anni un banco di abbigliamento. Era nato per questo mestiere: stare in mezzo alla gente era qualcosa che gli riusciva «naturale» e che lo faceva sentire bene. Aveva un carattere allegro e giocoso, gli piaceva strappare sorrisi e intratteneva i clienti con modi d’altri tempi.
Adorava il contatto con il pubblico e a questo associava un’eccezionale abilità nel proporre la sua merce, cercando sempre di fare il possibile per venire incontro alle esigenze della clientela che si era conquistato. Per questo, era diventato un volto molto conosciuto e apprezzato dai residenti de quartiere San Salvario. Spesso sacrificava i giorni di vacanza pur di non far mancare nulla alla sua famiglia, ma lavorare in fin dei conti era la sua passione. E, anche per questo, dopo aver raggiunto l’età della pensione aveva scelto di rimanere in attività, trasformando la sua attività in un negozio ambulante di oggettistica.
Ha trasmesso tutti gli insegnamenti e i trucchi del mestiere a uno dei suoi figli, Marco, che ha raccolto la sua preziosa eredità professionale. Gli altri sono Gianluca e Sara, frutto dell’amore con la moglie Pina, insieme alla quale ha trascorso 50 anni di vita e matrimonio.
Silvano era anche un uomo dai mille interessi. Tra le sue passioni spiccava la musica, amava soprattutto Adriano Celentano, e sono rimasti indimenticabili i momenti in cui si esibì cantando le sue canzoni in occasione della festa per il settantesimo compleanno. Perché Silvano era un «inno alla vita», per il modo in cui sapeva unire il senso degli affari e la capacità di affrontare le cose con leggerezza. Parenti, amici e clienti hanno salutato Silvano per l’ultima volta presso la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, in via Nizza.