«I miei film vogliono andare al di là delle frontiere»
«Il mio cinema intende andare al di là delle frontiere, superare un limite. Altrimenti, perché farlo?». L’arte fluttuante di Tonino De Bernardi, «giovane» chivassese classe 1937 in procinto di girare un film con Isabelle Huppert, va in scena al Museo Nazionale del Cinema, con Il cinema senza frontiere, mostra a ingresso gratuito curata da Alberto Momo, al piano zero in Mole. «È un artista unico che ha dato lustro al territorio e il museo non poteva dimenticarsi di lui», sottolinea il presidente Enzo Ghigo cui fa eco il direttore Domenico De Gaetano: «Il cinema di De Bernardi va vissuto e raccontato come un’esperienza irripetibile: abbiamo provato a racchiuderlo in un omaggio che raccolga le sue immagini debordanti, i suoi pensieri senza regole e le sue domande scomode».
Da un colorato percorso che ripercorre le tappe principali della sua carriera (sarà abbinato a una retrospettiva al Massimo dal 3 al 28 maggio), si percepisce un’identità stilistica senza costrizioni, sviluppata in un contesto frammentato e sperimentalista. Per Fredo Valla, tra i primi a fargli visita, «Tonino è l’espressione più limpida del “cinema verità” ponendosi al centro della vita e registrandola senza condizionamenti. La forma? Non è importante quanto il racconto che registra un flusso continuo di volti e di situazioni». Poco più in là, Sergio Toffetti definisce il cinema di De Bernardi «punto di forza delle avanguardie degli anni 60 nonché rappresentante di un cinema aperto e libero. Non è un caso che Jonas Mekas lo apprezzasse e che facesse parte di un gruppo di artisti come Plinio Martelli i cui film sono conservati all’archivio di Ivrea, e Pia Epremian, autrice, fra gli altri, di Medea».
Claudia Gianetto, coordinatrice dell’allestimento, rivela le modalità di costruzione del percorso: «Doveva essere un viaggio di scoperta che accogliesse chi apprezza già De Bernardi, ma anche coloro che ancora non lo avevano conosciuto». Spiega che a rendere unica l’esperienza sarà lo stesso regista con la presenza «frequente» in un ufficio che ricrea il suo personale. Possiamo dire che, alla stregua di Marina Abramovic, che «the artist is present»? “In un certo senso sarà così, anche se con Tonino i visitatori potranno “comunicare” di persona, pratica che il regista sa fare benissimo da almeno 60 anni».
Tonino De Bernardi, intanto, «scherza» con la sua camera filmando il pubblico. «Oggi vi renderò immortali: anche se, non essendo il mio cinema distribuito in sala, lo sarete solo nei miei armadi».
Oggi vi renderò immortali: anche se, non essendo il mio cinema distribuito in sala, lo sarete solo nei miei armadi