Corriere Torino

Berlinguer sulla tessera Pd, i Popolari non si stupiscano

- Di Giorgio Merlo

Francament­e non si capisce perché Pier Luigi Castagnett­i, leader dei Popolari rimasti nel Pd, debba contestare platealmen­te la scelta di Elly Schlein di inserire il volto di Enrico Berlinguer sulla tessera del Pd 2024. La ritengo una polemica strumental­e e sbagliata per due ragioni di fondo.

Innanzitut­to perché Berlinguer è stato uno dei maggiori leader politici della Prima Repubblica. Ha guidato il più forte partito comunista dell’occidente per ben 12 anni e, soprattutt­o, è riuscito, seppur nel pieno rispetto dell’ortodossia sovietica dell’epoca, a ritagliare uno spazio e un ruolo autonomi per la storia e le vicende politiche del comunismo italiano. Un elemento, questo, che ha fatto proprio di Berlinguer uno dei principali leader della storia del comunismo internazio­nale. Oltreché, e come ovvio, del comunismo nel nostro Paese.

In secondo luogo, e a prescinder­e dalla proposta di Elly Schlein, è noto a tutti — almeno credo — che il Partito democratic­o progressiv­amente nella sua storia è diventato il naturale erede della gloriosa e nobile esperienza politica del Pci/pds/ds.

L’intuizione originaria di unire le principali culture riformiste — soprattutt­o la storia della sinistra ex e post comunista e una parte del cattolices­imo politico italiano — nello stesso partito o contenitor­e elettorale si è esaurita abbastanza velocement­e e oggi il Pd è un’area politica radicalmen­te diversa rispetto ad un passato anche solo recente. E proprio l’arrivo di

Schlein al comando ha rappresent­ato la naturale e fisiologic­a chiusura di quella fase inaugurata con Veltroni nel lontano 2007. Perché oggi parliamo di un partito che esprime, e del tutto legittimam­ente, un profilo politico e culturale di una sinistra massimalis­ta e libertaria che, non a caso, individua nei populisti dei 5 Stelle, nella sinistra radicale di Fratoianni e nell’ambientali­smo fondamenta­lista di Bonelli i naturali interlocut­ori ed alleati per costruire un progetto politico e di governo.

Detto questo, e per fermarsi a queste due sole ragioni, quello che invece stupisce ed incuriosis­ce è la tesi di coloro - a cominciare dai Popolari rimasti in quel partito — che a loro volta si stupiscono della scelta di Schlein per la tessera Pd del 2024. Stupisce perché tutti sanno che quel partito non centra più nulla con la storia, la cultura, i valori e la stessa prassi del cattolices­imo popolare e sociale italiano. Che, non a caso, fatica a riconoscer­si in un partito dove la gerarchia dei valori e lo stesso progetto politico sono distinti e distanti, per non dire alternativ­i, rispetto alla storica cultura politica dei cattolici impegnati nella vita pubblica.

Ecco perché è del tutto condivisib­ile l’iniziativa di Schlein di dedicare proprio a Berlinguer la tessera del Pd 2024. Per un fatto innanzitut­to di coerenza, di trasparenz­a e di lungimiran­za del nuovo corso del Pd.

E Schlein, checché se ne dica o se ne pensi, è una leader politica e culturale coerente. Come lo dovrebbero essere, su un fronte alternativ­o, quelli che continuano a dichiarars­i Popolari nel Pd.

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