Pietro Centaro, veloce come il vento Dalla Fiat alla Nazionale con Mennea
Ogni giorno Marco sfornava le sue delizie Maria Teresa, imprenditrice che amava le sfide
I ricordi delle persone che ci hanno appena lasciato scritti dalle firme del Corriere Torino
Donne e uomini noti oppure no ma sempre insostituibili per i familiari, gli amici e la gente del loro quartiere
Marco Calissano, mancato all’età di 85 anni, ha dedicato la vita alla sua attività di panettiere. I segreti del mestiere li aveva imparati nel forno di famiglia, che ha poi gestito con maestria. Marco era noto per la sua abilità e il suo impegno nel creare prodotti di alta qualità.
Il suo sorriso e il suo buonumore erano contagiosi e non sono mai mancati, nemmeno nei momenti più difficili della sua esistenza. Queste virtù, sono state trasmesse ai suoi amati nipoti Stefano, Chiara, Giorgia, Lorenzo, Vittoria e Ginevra. Marco lascia un vuoto incolmabile nella vita della moglie Olga, dei figli Roberto, Enrico, ed Eugenio, e delle nuore Silvia, Claudia e Silvia. L’ultimo saluto ieri pomeriggio, nel Santuario di Nostra Signora della Moretta di Alba.
I ricordi Volete che siano raccontati i vostri cari? Scrivete una mail a corrieretorino @rcs.it
Veloce come il vento, Pietro Centaro correva leggero sulla pista d’atletica e per questo è stato in grado di emergere come uno dei migliori velocisti italiani degli anni Settanta.
Torinese, è mancato a 74 anni all’affetto dei suoi cari. L’atletica era una passione, la linfa della sua giovinezza. Aveva iniziato con il salto in lungo e poi — come spesso accade a chi pratica questa disciplina — si era cimentato anche nella velocità. A scoprire e valorizzare il suo talento fu l’allenatore Vincenzo Trevisol. Non aveva un fisico «straripante», ma puntava su altre doti: la reattività, che gli permetteva di guadagnare qualche centesimo di secondo rispetto agli altri corridori nelle partenze, e la leggerezza. Negli anni in cui la Nazionale era seguita da Ennio
Preatoni fece stabilmente parte del gruppo dei velocisti azzurri, arrivando a collezionare 17 presenze tra il 1967 e il 1974. Luigi Binotti, tecnico della Fiat di quegli anni, ricorda perfettamente: «Sui 100 metri poteva vantare un record personale di 10. 3 secondi manuale stabilito a Praga nel 1972, mentre nello stesso anno sui 200 metri ha ottenuto il suo primato con 21.1 secondi. Anche nel salto in lungo se la cavava egregiamente, arrivando a toccare una lunghezza 7.50 metri». Pietro è stato anche campione italiano nel 1970 della staffetta 4x100 con la squadra del Fiat Torino insieme a Giorgio Rietti, Augusto Montonati e Giacomo Puosi.
Negli anni della Nazionale italiana, Pietro ha avuto modo di gareggiare al fianco di un giovanissimo Pietro Mennea. Tra gli altri compagni in azzurro c’era anche Franco Ossola jr, figlio del calciatore del Grande Torino scomparso a Superga nel 1949. «Siamo stati rivali, perché lui militava nella Fiat e io nel Cus Torino, ma anche compagni in Nazionale — racconta Franco —. Era un ragazzo che si faceva voler bene, perché era generoso e spontaneo. Aveva un carattere tutto suo. Un uomo particolarmente simpatico, estroverso, pieno di voglia di vivere, di scherzare, di prendere in giro, di raccontare barzellette e di stare in compagnia».
Maria Teresa Gaio è stata una figura di spicco nel piccolo paese di Neive. Donna di grande forza e determinazione, ha contribuito attivamente all’impresa edile di famiglia, un impegno che i suoi figli continuano a portare avanti. Come nonna, Maria Teresa è stata un faro per i suoi nipoti Arianna, Angelica, Matilde, Umberto, Mia ed Edoardo, offrendo loro un amore infinito. Non si è mai fermata di fronte alle sfide della vita, sempre pronta a raggiungere ogni traguardo con la sua forza di volontà.
Maria Teresa è mancata all’età di 77 anni. Lascia i figli Samuele con Stefania, Elisa con Roberto, Alberto con Martina, e la sorella Flora con Bruno. la cerimonia funebre è stata celebrata nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe, a Neive.