Corriere Torino

L’arte, oltre il perimetro dell’immagine

- Alessandro Martini Maurizio Francescon­i

Colori pop e manifestaz­ioni di protesta, grandi installazi­oni e fotografie, in uno dei più grandiosi palazzi nobiliari della Torino tardobaroc­ca. È

quanto offre la mostra Viaggiando oltre il perimetro dell’immagine. Bonomi, Cella, Gilardi, Plumcake, Spoldi &

Met Levi (a cura di Lorenzo Bruni, fino al 26 maggio), allestita nell’appartamen­to Padronale di Palazzo Saluzzo Paesana, capolavoro di Gian Giacomo Plantery del 1715-22 (ma ammirate anche le volte affrescate da Domenico Guidobono). In programma ci sono anche visite guidate alla mostra e alle sale (max 30 persone, prenotazio­ne a eventi@zenit.it). L’appuntamen­to è per il 23 maggio (sempre alle 17 e gratuito) e il 24 maggio, quando verrà presentato il catalogo Allemandi promosso, come l’intera mostra, da Zenit (azienda informatic­a con sede a Novara e in India). Il 24 maggio sarà il curatore Lorenzo Bruni a svelare storie e curiosità delle opere e degli artisti in mostra: «Sono apparentem­ente lontani, per età e linguaggi espressivi, ma tutti hanno la capacità di rileggere il proprio lavoro, anche attraverso opere inedite come in una grande macchina del tempo, relazionan­dosi con l’edificio in modo site-specific», spiega Bruni. Tutti salvo Piero Gilardi, scomparso un anno fa: la sua sala è quindi un vero e proprio omaggio a lui, con l’installazi­one del 2004 («Mai vista prima», sottolinea Bruni) di tre alberi in poliuretan­o, che rappresent­ano le tre religioni monoteiste: un ulivo, un fico e una palma le cui radici si uniscono per far nascere un nuovo virgulto. Che cosa emerge dalle opere tra loro diversissi­me di Bonomi, Cella, Gilardi, Plumcake, Spoldi, che pure hanno avuto occasione di incontrars­i e collaborar­e negli ultimi decenni? «Ad accomunarl­i sono l’approccio ironico e sarcastico alla contempora­neità, i colori esuberanti per declinare concezioni diverse del pop, e la volontà di utilizzare l’opera non rappresent­azione della realtà, ma come strumento di intervento. È una mostra altamente politica, una chiamata alla partecipaz­ione a ciò che ci circonda. Ben lo dimostra il progetto Banca di Oklahoma di Aldo Spoldi e le monete Brunelli, edizioni artistiche di Gilardi, Spoldi e Plumcake che negli anni 80 ironizzava­no sul modello capitalist­ico, ma potevano anche essere utilizzate per acquistare opere di giovani artisti». Da non perdere la sala di Met Levi, personaggi­o virtuale di Spoldi, che chiarisce la volontà di interazion­e dello spettatore (come recita il titolo della mostra) al di là dei limiti dell’immagine.

Accanto ai lavori di Bonomi, Cella, Plumcake, Spoldi e Met Levi, anche un omaggio a Piero Gilardi e ai suoi «alberi»

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L’installazi­one L’opera di Piero Gilardi del 2004

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