L’arte, oltre il perimetro dell’immagine
Colori pop e manifestazioni di protesta, grandi installazioni e fotografie, in uno dei più grandiosi palazzi nobiliari della Torino tardobarocca. È
quanto offre la mostra Viaggiando oltre il perimetro dell’immagine. Bonomi, Cella, Gilardi, Plumcake, Spoldi &
Met Levi (a cura di Lorenzo Bruni, fino al 26 maggio), allestita nell’appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo Paesana, capolavoro di Gian Giacomo Plantery del 1715-22 (ma ammirate anche le volte affrescate da Domenico Guidobono). In programma ci sono anche visite guidate alla mostra e alle sale (max 30 persone, prenotazione a eventi@zenit.it). L’appuntamento è per il 23 maggio (sempre alle 17 e gratuito) e il 24 maggio, quando verrà presentato il catalogo Allemandi promosso, come l’intera mostra, da Zenit (azienda informatica con sede a Novara e in India). Il 24 maggio sarà il curatore Lorenzo Bruni a svelare storie e curiosità delle opere e degli artisti in mostra: «Sono apparentemente lontani, per età e linguaggi espressivi, ma tutti hanno la capacità di rileggere il proprio lavoro, anche attraverso opere inedite come in una grande macchina del tempo, relazionandosi con l’edificio in modo site-specific», spiega Bruni. Tutti salvo Piero Gilardi, scomparso un anno fa: la sua sala è quindi un vero e proprio omaggio a lui, con l’installazione del 2004 («Mai vista prima», sottolinea Bruni) di tre alberi in poliuretano, che rappresentano le tre religioni monoteiste: un ulivo, un fico e una palma le cui radici si uniscono per far nascere un nuovo virgulto. Che cosa emerge dalle opere tra loro diversissime di Bonomi, Cella, Gilardi, Plumcake, Spoldi, che pure hanno avuto occasione di incontrarsi e collaborare negli ultimi decenni? «Ad accomunarli sono l’approccio ironico e sarcastico alla contemporaneità, i colori esuberanti per declinare concezioni diverse del pop, e la volontà di utilizzare l’opera non rappresentazione della realtà, ma come strumento di intervento. È una mostra altamente politica, una chiamata alla partecipazione a ciò che ci circonda. Ben lo dimostra il progetto Banca di Oklahoma di Aldo Spoldi e le monete Brunelli, edizioni artistiche di Gilardi, Spoldi e Plumcake che negli anni 80 ironizzavano sul modello capitalistico, ma potevano anche essere utilizzate per acquistare opere di giovani artisti». Da non perdere la sala di Met Levi, personaggio virtuale di Spoldi, che chiarisce la volontà di interazione dello spettatore (come recita il titolo della mostra) al di là dei limiti dell’immagine.
Accanto ai lavori di Bonomi, Cella, Plumcake, Spoldi e Met Levi, anche un omaggio a Piero Gilardi e ai suoi «alberi»