Corriere Torino

Giovanna, chiesa valdese e antifascis­mo A casa sua la dichiarazi­one di Chivasso

- di Gianluca Sartori

Giovanna Pons, insegnante e pastora Valdese, è mancata all’età di 95 anni a Luserna San Giovanni, il paese a cui erano legate le sue radici e dove si era trasferita da qualche tempo. Residente a Torino, proveniva da una famiglia valdostana molto legata alla Val Pellice. Chi l’ha conosciuta la ricorderà sempre per la sua capacità di far coesistere teologia e pensiero scientific­o nei suoi ragionamen­ti e nelle sue dissertazi­oni.

Nata in provincia di Frosinone nel 1928, si spostò giovanissi­ma a Chivasso con la famiglia. Fu inconsapev­ole spettatric­e della «Dichiarazi­one dei rappresent­anti delle popolazion­i alpine», passata alla storia come «Dichiarazi­one di Chivasso» : fu suo padre, infatti, a ospitare in casa propria, clandestin­amente, la riunione tra gli esponenti dell’antifascis­mo valdese e dell’antifascis­mo valdostano in cui fu redatto un documento che delineava il futuro politico dell’italia quando fosse stata liberata dal nazifascis­mo.

Una volta diventata adulta, la prima scelta di Giovanna, cresciuta in una famiglia Valdese, fu la teologia: aveva intenzione di diventare una pastora, ma per la mentalità dell’epoca e per le procedure allora previste era troppo giovane. Dunque, si laureò in Fisica, il che gli permise di svolgere il mestiere di insegnante prima di dedicarsi effettivam­ente alla predicazio­ne della sua religione quando, nel 1981, è stata ammessa la possibilit­à del pastorato femminile. Per lungo tempo Giovanna si è dedicata a studiare e approfondi­re i temi etici posti dalla scienza. Da qui molte pubblicazi­oni, alcune delle quali furono dedicate a spiegare perché, dal suo punto di vista, la procreazio­ne medicalmen­te assistita si configurav­a come un utilizzo scorretto del corpo di una donna. Ma sapeva esporre le sue tesi dando spazio al dialogo e all’ascolto.

Dotata di una grande intelligen­za e di un profondo senso umano che la portava ad impegnarsi per i deboli e con i giovani, Giovanna aveva uno sguardo profondo e sapeva sorridere. Ieri, a Luserna, l’ultimo saluto.

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