«Nowhere Land», i Fab Four secondo Gammino
Uno dei criteri con cui si può valutare la grandezza dei Beatles è l’influenza che ancora oggi, oltre sessant’anni dopo l’uscita del primo singolo Love Me Do e a più di mezzo secolo dallo scioglimento, la band di Liverpool esercita sugli artisti contemporanei. Non solo i musicisti, ma anche quelli impegnati a esplorare altri territori e linguaggi creativi. Come il pittore torinese Andrea Gammino, il cui nuovo progetto Nowhere Land — beatlesiano fino al midollo — sarà inaugurato sabato 1° giugno alla Galleria Zaion di Biella.
Composta da una quarantina di opere ad acquerello e tempera, con le prime pennellate risalenti a quel «nowhere time» in cui siamo stati tutti catapultati durante la pandemia, la mostra ha un punto di partenza ben preciso: la Londra del 1967, già piuttosto «swinging» di suo e ulteriormente alimentata dal prodigioso fiume d’energia che scaturiva dalla nuova e rivoluzionaria produzione dei Beatles, quella più esotica, psichedelica e tecnologica che in un gioco senza tempo si espandeva dai recuperi di tracce vittoriane alle scoperte di sitar indiani. Da quell’istante storico e dal ritratto dei «suoi» John, Paul, George e Ringo, inizia un viaggio visivo dai tratti fantasmatici, i cui
volti sembrano quasi provenire più da un’altra dimensione che da un altro secolo.
Nel progetto si riconoscono tanti altri personaggi — un po’ come accade sulla celebre copertina dell’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club
Band, anch’essa targata 1967 — quasi tutti parte in qualche modo dell’albero beatlesiano (l’unica eccezione, ufo di una generazione futura, è Thom Yorke). Ci sono in particolare le donne/muse che hanno accompagnato e spesso ispirato i Fab Four, da Yoko Ono (ritratta anche assieme a John Lennon) a Patty Boyd (oggetto del desiderio e della contesa tra George Harrison ed Eric Clapton), da Jane Asher (che ebbe una lunga relazione con Paul Mccartney) a Eleanor Bron (protagonista nel 1965 della surreale e rocambolesco film Help!, al fianco della band), fino a Martha, il cagnolone bobtail che ispirò a Mccartney la canzone Martha My Dear.
Gammino è nato a Torino nel 1972, è diplomato all’accademia Albertina ed è stato cotitolare dal 2004 al 2010 del progetto a quattro mani Docmio (con Paolo Pieretto). La sua immersione nella Nowhere Land proseguirà fino al 28 giugno, visitabile mercoledì, giovedì e venerdì dalle 17 alle 19.