Alberto e i suoi studi contro il razzismo Oggi l’ultimo saluto al genetista torinese
Torino saluta uno dei più grandi genetisti italiani. È mancato a 82 anni Alberto Piazza, lo scienziato che con i suoi studi ha demolito il concetto di razza umana: esiste solo un’unica specie. Questa la conclusione a cui giunse dopo un monumentale studio compiuto nel 2001, con il quale arrivò a una totale lettura del Dna.
Al problema del razzismo Alberto ha dedicato molto tempo, anche per motivi biografici: di origine ebrea, durante la Seconda Guerra Mondiale è stato costretto a riparare in Svizzera assieme alla famiglia e poi è stato dato in adozione temporanea dai genitori a una famiglia locale per scongiurare la sua deportazione in un lager tedesco. E oggi l’ultimo saluto, presso il Cimitero Monumentale alle ore 11, consisterà proprio in una cerimonia ebraica.
Da ragazzo sognava di fare il direttore di orchestra, crescendo, si è dedicato alla scienza. Storico allievo di Luigi Luca Cavallisforza, si è laureato prima in Fisica e poi in Medicina, intraprendendo una carriera accademica che lo ha portato a diventare professore ordinario di Genetica Umana presso la facoltà di Medicina all’università di Torino. Inoltre, è stato tesoriere e presidente dell’accademia delle
Scienze, oltre che presidente e direttore scientifico della Human Genetics Foundation. Ha insegnato anche a Stanford, lavorando a fondo sull’evoluzione del genere umano.
Piazza ha collegato la genetica con la storia dell’uomo e la cultura, con uno spiccato approccio divulgativo. Rendeva la genetica alla portata di tutti, traendo dalle sue ricerche indicazioni in grado di abbattere stereotipi. «Il Dna italiano non esiste: siamo italiani perché ci riconosciamo in una cultura, in una storia, in una geografia, non certo perché siamo geneticamente diversi da persone di altri paesi», aveva affermato in una intervista al Corriere della Sera. Autore di tre volumi e 244 pubblicazioni su riviste internazionali, ha costruito un’eredità scientifica che costituirà la base di partenza per gli studi di molti colleghi.