Corriere Torino

«Ho una sorpresa Bestiale Canterò con gli Eiffel 65»

Loredana Bertè si racconta prima del concerto al Colosseo

- di Francesca Angeleri

Eper dirla alla Luchino Visconti quando si riferiva a Maria Callas, anche noi alziamo le braccia e urliamo: evviva sempre Bertè. Sempre. Perché con i suoi capelli blu, le sue gambe immancabil­mente da urlo e il suo pugno alzato, ci traghetta attraverso inferi e saette (è la vita bellezza, non si può far finta di niente e la fuga la lasciamo ai vili), per poi approdare laddove è giusto: l’olimpo. E quello torinese si chiama Teatro Colosseo dove, questa sera alle 21, Loredana arriva con il suo Manifesto.

Una tournée in cui è stata idolatrata e che si chiude a Torino. Con una grande sorpresa.

Partiamo quindi da questa sorpresa: di cosa si tratta?

«Il mio tour nei teatri finisce questa sera e ho un motivo in più che mi lega alla città: gli Eiffel 65, torinesi doc che sono diventati star internazio­nali, mi hanno invitata a lavorare con loro. Quando ho ricevuto la loro produzione abbiamo deciso di provinarla ed è venuta fuori una bomba. Si chiama Bestiale. È un brano che è anche un invito a rallentare, a godersi un attimo di mare in santa pace. Sicurament­e sarà nella scaletta del mio Ribelle Tour estivo».

Lei con Torino, per un motivo o per l’altro, ha un rapporto speciale. Vero?

«Io a Torino sono sempre felice di tornare. E questo dipende dal fatto che qui c’è sempre stato un pubblico fantastico».

Al Colosseo doveva suonare subito dopo Sanremo, dove è andata con una canzone fortissima, Pazza, anch’essa scritta da autori torinesi. Un brano che ha nuovamente rigenerato il suo rapporto con la gente. La rappresent­a molto?

«Sicurament­e è una canzone autobiogra­fica dove mi racconto in modo diretto e sincero. Resto sempre la ragazza che per poco già s’incazza… ma ho imparato anche a perdonarmi, accettando che non si può essere perfetti. Nessuno lo è».

Sinceramen­te: quanto le è bruciato non vincere?

«Per niente. Ho vinto il Premio della Critica che per me è il Premio in assoluto. L’ho aspettato tanto e finalmente l’abbiamo portato a casa».

Sempre nella sua hit sanremese, lei sprona le donne a non stare male se non si sentono perfette. È una sorta di eredità esistenzia­le. Anche lei ha sofferto molto nella vita: come ha fatto a sviluppare la forza di rialzarsi e dove ha trovato la sua luce? «La morte di Mimì è un dolore immenso, non passerà mai. Mi ha aiutata l’affetto del pubblico che mi è sempre stato vicino, senza mai abbandonar­mi».

Il suo approccio alla vita è sempre stato politico. Cosa pensa di queste guerre così violente e della difficoltà oggi, per i giovani, anche di manifestar­e?

«Da giovanissi­ma ero nel cast di Hair, il musical pacifista. Resto sempre dalla parte della pace, perché la guerra non è mai la soluzione. Bisogna farsi sentire di fronte alle ingiustizi­e, tenere alta l’attenzione. E non mollare. Non mollare mai».

Cosa pensa dei musicisti, Ghali in primis durante il Festival, che si espongono pubblicame­nte e politicame­nte?

«Gli artisti devono essere liberi di dire quello che pensano».

Cos’è la follia e cos’è la libertà?

«Follia fa rima con libertà. Quella di essere se stessi».

Cosa la preoccupa di più e cosa, al contempo, desidera con tutto il cuore che cambi?

«Guardi, mi sembra importante fare una riflession­e che coinvolga l’ambito sociale più che quello personale».

In particolar­e quale? «Quello legato alla questione femminile. Sarebbe importante che le conquiste che fino a qui sono state realizzate dalle donne, diventando in molti casi dei diritti, non venissero in alcun modo messe in discussion­e».

E invece?

«Invece vedo un clima che non mi piace per niente».

❠ Spirito combattivo Di fronte alle ingiustizi­e non bisogna mollare mai Sui diritti delle donne vedo un clima che non mi piace

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