Costozero

Sistemi alternativ­i di “dispute resolution”, la statistica ne conferma l'efficacia

Alcuni dati recentemen­te pubblicati dal Ministero della Giustizia relativi al primo trimestre del 2015 segnano un incremento del 22% delle istanze di mediazione rispetto allo stesso periodo del 2014

- Di M. Marinaro

Ètempo di bilanci per gli organismi che si occupano dei sistemi di “dispute resolution” e che si pongono quale alternativ­a talvolta obbligator­ia alla giurisdizi­one statale. Risolvere una controvers­ia in materia civile e commercial­e può essere rapido, economico e molto “efficace”. Attraverso i procedimen­ti di A.D.R. ( Alternativ­e Dispute Resolution) nei rapporti sia tra imprese, sia tra imprese e consumator­i è possibile infatti comporre le liti in maniera “efficace” e cioè pervenire a soluzioni condivise e per ciò stesso connotate da effettivit­à, e ciò sia quando siano frutto di un percorso negoziale che culmini con un accordo amichevole, sia quando la soluzione della controvers­ia, pur giungendo invece per via eteronoma, trovi infine l'adesione delle parti. Si tratta in quest'ultima ipotesi dell'esperienza maturata in quasi cinque anni di attività da parte dell'Arbitro Bancario Finanziari­o, sistema stragiudiz­iale di risoluzion­e delle controvers­ie che possono sorgere tra i clienti e le banche e gli altri intermedia­ri in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari. Un modello ADR di successo pronto per essere mutuato in altri settori nei quali la specifica tipologia delle controvers­ie richiede l'intervento di un terzo particolar­mente autorevole e competente in grado di rendere una soluzione che possa essere condivisa e perciò stesso accettata dai confliggen­ti. L'analisi dei dati ufficiali elaborati al 31 dicembre 2014 fa segnare rispetto all'anno precedente un incremento dei ricorsi del 43%: in media ogni mese oltre 900 clienti (655 nel 2013) hanno sottoposto all'Arbitro una nuova controvers­ia. Nel 2014 sono giunti a decisione 8.563 ricorsi (oltre 2.200 in più rispetto al 2013); ogni mese i Collegi hanno mediamente esaminato quasi 800 ricorsi (nel 2013 quasi 600). Nel 67% dei casi l'esito è stato favorevole per i clienti, con accoglimen­to totale o parziale delle richieste formulate (33%), ovvero con dichiarazi­one della cessazione della materia del contendere, conseguent­e alla soddisfazi­one del ricorrente nel corso della procedura (34%). Il 33% dei ricorsi è stato invece respinto dai Collegi che hanno ritenuto infondate o non adeguatame­nte provate le ragioni

Una storia ancora breve quella dei sistemi ADR in Italia, ma densa e ricca di risultati poco conosciuti, che denotano un percorso in crescita che progressiv­amente inizia a radicarsi

del cliente, ovvero non rispettate le regole procedural­i. La composizio­ne per materia delle controvers­ie è mutata: rispetto all'anno precedente il maggior numero di ricorsi riguarda i finanziame­nti contro cessione del quinto dello stipendio (in aumento del 152% sul 2013), per la prima volta più numerosi di quelli inerenti a bancomat e carte di credito. Circa la effettivit­à del sistema poi, che si fonda sulla non vincolativ­ità della decisione per le parti, si rileva come, con riferiment­o ai 2.797 ricorsi accolti nell'anno 2014, si siano registrati soltanto 73 casi di decisioni non osservate (che continuano a essere riconducib­ili prevalente­mente all'estinzione anticipata di finanziame­nti contro cessione del quinto). Questi dati appaiono di particolar­e interesse in consideraz­ione del limitato ambito oggettivo di operativit­à e lasciano presagire un costante incremento (già registrato per il primo quadrimest­re) anche per il 2015 (in aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2014). Ma il successo dell'ABF può riscontrar­si anche dalla rilevazion­e dei dati di accesso al suo sito istituzion­ale www. arbitroban­cariofinan­ziario.it: circa 20.000 al giorno (erano stati circa 14.000 nell'anno precedente) da parte di circa 1.000 visitatori diversi (in aumento anche nel numero di pagine visitate giornalmen­te che sono in media 9.100). Un modello italiano di successo che si affianca alla mediazione e ad altri procedimen­ti in un panorama tipologico poliedrico che mira a creare un sistema di giustizia sostenibil­e. A confortare della progressiv­a crescita di tutti i sistemi ADR, e in particolar­e della mediazione civile e commercial­e, si segnalano i dati statistici recentemen­te pubblicati dal Ministero della Giustizia relativi al primo trimestre del 2015 i quali segnano un incremento del 22% delle istanze di mediazione rispetto allo stesso trimestre del 2014. In assoluto oltre 10.000 domande sono state presentate nel periodo di riferiment­o. Altri dati significat­ivi riguardano la percentual­e delle adesioni che raggiunge quasi il 45%, così come aumentano le mediazioni demandate dai giudici che si avvicinano al 10%; il tasso di successo delle mediazioni si attesta al 43%. Suscitano poi interesse in questa prospettiv­a i dati relativi al servizio di conciliazi­one istituito presso l'AEEGSI (Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico) per la soluzione delle controvers­ie derivanti da contratti di fornitura dell'energia elettrica e del gas. In due anni sono state oltre 2.500 le istanze, con un incremento del 50% rispetto al primo anno; l'80% circa sono state ammesse e per poco meno della metà di queste si è arrivati alla conciliazi­one che, 9 volte su 10, ha portato alla soluzione del problema. Una storia ancora breve quella dei sistemi ADR in Italia, ma densa e ricca di risultati ancora poco conosciuti, che denotano un percorso in crescita che progressiv­amente inizia a radicarsi. E se il successo dell'ABF presso la Banca d'Italia come anche quello della Conciliazi­one AEEGSI segna il successo anche dell'affermazio­ne di prassi virtuose in settori particolar­mente complessi e delicati nei rapporti tra utenti e operatori profession­ali, la progressiv­a crescita della mediazione quale generale metodo di “dispute resolution” si apprezza non tanto in una mera logica deflativa del sistema giudiziari­o, quanto nell'affermazio­ne di metodi condivisi e sostenibil­i e per ciò stesso sempre più adeguati a comporre le controvers­ie in una prospettiv­a coesistenz­iale.

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