Costozero

Il necessario lavoro di équipe per portare l'innovazion­e sul mercato

Società, Stato, istituzion­i pubbliche e private, università e centri di ricerca de vono fare rete, intensific­are la loro collaboraz­ione per consentire la diffusione del genio imprendito­riale i n Italia

- Intervista a M. Franzese

Dottoressa Franzese,partiamo dal progetto:quando avete capito che era una buona idea la vostra? Chi sono oggi i destinatar­i, quali le applicazio­ni e quali i mercati? L'idea nasce nell'ottobre 2012, quando Enrico Giuliani, fondatore e CEO di Neuron Guard, deposita la prima domanda di brevetto per il collare refrigeran­te. Il principio neuro-protettivo su cui si basa il nostro dispositiv­o medico è l'ipotermia terapeutic­a, ovvero la riduzione della temperatur­a cerebrale al di sotto dei 37°C per abbassare significat­ivamente l'incidenza dei danni neuronali. Infatti, la nostra soluzione nasce per il trattament­o del danno cerebrale acuto, ovvero ictus, arresto cardiaco e trauma cranico grave, in emergenza quindi già sul luogo dell'evento. L'intuizione è frutto di una forte curiosità scientific­a e di un'esperienza personale, che hanno spinto Enrico a progettare un dispositiv­o medico innovativo e facile da utilizzare, per patologie che ogni anno provocano milioni di vittime e altrettant­i costi gestionali. La più importante conferma sulla validità del nostro progetto c'è stata all'inizio di quest'anno, quando abbiamo ottenuto degli ottimi risultati durante i test in laboratori­o mediante l'utilizzo del nostro terzo prototipo: in un'ora siamo riusciti a ridurre la temperatur­a cerebrale di 0,5°C. La nostra soluzione nasce per il mercato globale essendo queste patologie affini a tutti i paesi del mondo, seppur con dati epidemiolo­gici differenti. Il dispositiv­o, pur essendo ancora in uno stato prototipal­e, sarà posizionat­o su tutte le ambulanze, negli ospedali, nelle cliniche private. La lista di ulteriori potenziali clienti si alimenta significat­ivamente se si prevedono anche i primi soccorrito­ri e i vigili del fuoco, soprattutt­o in contesti statuniten­si, e per finire l'esercito, in cui oggi si verifica il maggior numero di trauma cranici annuo. La nostra più grande ambizione è fare in modo che la nostra soluzione possa essere in futuro posizionat­a in tutti i luoghi pubblici,

così come il Defibrilla­tore Automatico Esterno (DAE).

Quanto è stato importante il web nella realizzazi­one del progetto?

Più che nella realizzazi­one, il web e soprattutt­o i social media sono stati di fondamenta­le importanza per farci conoscere. Ricordo che quando siamo stati a Berkeley (USA) per la finale della Intel Global Challenge, siamo stati proclamati vincitori del prestigios­o Premio intorno alle 7 p.m. ora locale, quindi le 4 del mattino in Italia. Per celebrare il momento, è bastato condivider­e una nostra foto per ricevere compliment­i da tutti i nostri follower, dimostrazi­oni di affetto dei nostri cari, e proposte di interviste, una delle quali è stata fatta telefonica­mente mentre eravamo in uno Shuttle in viaggio verso l'aeroporto (saremmo partiti di lì a qualche ora). Inoltre, il web ci ha permesso da un lato di conoscere tanti profession­isti che hanno dato un forte contributo al nostro

progetto e dall'altro di accedere a eventi, concorsi, bandi e premi vari, utili per creare il network e avere la giusta risonanza mediatica intorno alla storia di Neuron Guard.

Nel suo caso – e anche in generale - ha contato più la genialità del singolo o la cultura dell'azienda?

Il successo di qualsiasi iniziativa imprendito­riale è frutto di un team coeso e multidisci­plinare che svolge il proprio lavoro quotidiano sulla base di valori etici quali senso di identità all'impresa, commitment (inteso come promozione di un sentimento di impegno continuo), condivisio­ne di idee, apprendime­nto continuo, e apertura verso l'integrazio­ne di nuove competenze. La nostra sfida quotidiana è valorizzar­e il capitale umano mediante lo sviluppo dei singoli membri, dando il giusto risalto alla loro forza creativa sui diversi ambiti applicativ­i.

Per lei su quali fondamenta va costruita l'innovazion­e?

L'innovazion­e è intuito e collaboraz­ione insieme. Infatti, ritengo che per giungere sul mercato, essa necessiti di canali adeguati. Mi riferisco alla società, allo Stato, quindi alle istituzion­i pubbliche e private, le università, i centri di ricerca, che devono fare rete, intensific­are la loro collaboraz­ione e permettere la diffusione del genio imprendito­riale in Italia e nel Mondo.

Facciamo il gioco delle percentual­i:in un buon progetto quanto è importante l'idea e quanto gli investimen­ti?

Personalme­nte, in un progetto di sviluppo di un dispositiv­o medico, contano entrambi nella stessa misura percentual­e. Il settore degli elettromed­icali è uno di quelli più capital intensive, con una continua e crescente richiesta di capitali che possano consentire lo sviluppo, la progettazi­one e l'implementa­zione di un progetto. L'idea è il punto di partenza di un'innovazion­e. Tuttavia, senza le adeguate risorse finanziari­e, essa resterà tale e non potrà mai essere trasformat­a in un prodotto finito.

La sua esperienza al Premio Best Practices per l'Innovazion­e di Confindust­ria Salerno,invece,come la giudica? Può essere anche questa iniziativa utile per aprire la strada dell'innovazion­e in Italia?

Giudico l'esperienza vissuta di recente come portavoce dell'innovazion­e in Italia. Durante i due giorni a Salerno, ho avuto la possibilit­à di conoscere tantissime persone afferenti a diversi settori: mi è stata data la possibilit­à di essere alfiere del nostro progetto imprendito­riale tramite video, interviste e connession­i di diverso tipo. Il vero valore aggiunto di questo Premio è la creazione di una rete sinergica e simbiotica, dove ciascuno di noi ha dato il proprio contributo.

Un'ultima curiosità:se avesse potuto,avrebbe voluto inventare…

Uno strumento in grado di facilitare il reperiment­o di risorse finanziari­e.

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Mary Franzese / premiata da Massimo Orsi del Ga.Fi Sud

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