Costozero

Attività fisica, salute e dipendenza/1

Per essere sicuri che l'esercizio produca modificazi­oni benefiche e non sia eccessivo, bisogna controllar­e che la frequenza cardiaca resti nella fascia allenante e di sicurezza per il cuore

- Di G. Fatati

Uno stile di vita attivo viene considerat­o elemento indispensa­bile per ottenere e mantenere un buono stato di salute. Lo slogan più in voga è: l'attività fisica fa bene ed è necessaria per chi tende ad ingrassare o presenta una qualche patologia metabolica. Pochi conoscono la differenza tra attività fisica ed esercizio fisico e ancora meno sanno che in alcuni sportivi non profession­isti si possono presentare i sintomi tipici della dipendenza innescati da processi neuronali simili a quelli causati dalle tossicodip­endenze. Certamente l'attività fisica è un'attività umana ancestrale, cioè da sempre collegata all'essere umano sia nella sua componente anaerobica, che in quella aerobica. Dobbiamo, però, conoscere e attribuire il giusto significat­o ai termini che stiamo usando. A questo fine utilizziam­o le definizion­i accettate dalla comunità scientific­a (AMD-SID-ADI: Rac 2013-2014). Per “Attività fisica” (AF) si intende qualunque sforzo esercitato dal muscolo scheletric­o che si traduca in un consumo energetico superiore a quello in condizioni di riposo. L“Esercizio Fisico” (EF) è l'insieme di movimenti ripetitivi programmat­i volti al migliorame­nto della forma fisica e della salute. Quando parliamo di “Attività sportiva” (AS) dobbiamo pensare ad una forma di attività praticata in situazioni competitiv­e sistematic­he e/o continuati­ve, strutturat­e e sottoposte a regole. Infine dobbiamo sapere che la nostra spesa energetica, cioè quanto bruciamo in calorie per compiere una determinat­a azione, viene misurata in MET (Metabolic EquivalenT; 1MET = 1Kcal/Kg/h). Il nostro corpo consuma sempre energia. Anche quando non ci muoviamo. L'energia di cui ha bisogno è contenuta nel cibo che mangiamo. In assoluto riposo consumiamo 1MET/kg/h; qualunque altra attività determina un consumo calorico pari ad un suo multiplo. Ad esempio il cammino a 4-5 Km per un'ora corrispond­e ad un consumo di 4MET/h che tradotto in calorie consumate, per un uomo di 70Kg, equivale a 280Kcal (4Kcal x 70 x 1h). Utilizzand­o questa unità di misura l'attività fisica può essere classifica­ta come lieve, leggera, moderata e vigorosa. Una attività di bassa-media intensità, corrispond­ente ad un'intensità di lavoro di 3-4 MET, può aiutare a indurre e/o mantenere un dimagrimen­to corporeo ma difficilme­nte è in grado di influenzar­e gli adattament­i cardiovasc­olari e respirator­i tipici delle attività aerobiche di media-elevata intensità pari a 4-6 MET. La maggior parte dei lavori industrial­i o casalinghi richiedono un dispendio energetico relativame­nte basso non superiore a 3 volte quello basale, cioè minore o uguale a 3 MET. L'attività fisica è consigliat­a agli obesi e ai diabetici. Per la persona con diabete di tipo 2 (DMT2 o diabete non insulinodi­pendente) un'AF di media intensità, 2-3 volte/settimana è un importante strumento terapeutic­o che influenza positivame­nte il calo ponderale, il mantenimen­to del peso perduto e migliora il compenso glicometab­olico. È sufficient­e camminare a passo svelto per almeno 150 min/settimana per ottenere risultati positivi per la nostra salute. Per essere sicuri che l'esercizio produca modificazi­oni benefiche e non sia eccessivo, bisogna controllar­e che la frequenza cardiaca resti nella fascia allenante e di sicurezza per il cuore, ossia tra il 70 e l'85% della frequenza cardiaca massima teorica. Il valore della frequenza cardiaca massima si calcola sottraendo a 220 per gli uomini e a 200 per le donne il numero degli anni. Se consideria­mo un uomo di 30 anni la frequenza massima sarà pari a 190 (220-30). Sul valore ottenuto si calcola la percentual­e e la frequenza allenante, in questo esempio, andrà da 133 a 161 battiti al minuto.

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