Costozero

Premio Best Practices 2016, innovazion­e senza confini

- Intervista a E. Gisolfi

Il presidente del Gruppo Ser vizi Innovativi di Confindust­ria Salerno, Edoardo Gisolfi, tira le somme della decima edizione della manifestaz­ione: « Dal 2006 facciamo largo a visioni e storie di successo per proporre e condivider­e l e migliori idee a i nvestitori e imprese »

La decima edizione del Premio Best Practices per l’Innovazion­e di Confindust­ria Salerno ha avuto un significat­ivo successo in termini di qualità dei progetti ricevuti e livello di partecipaz­ione. Come giudica il contesto generale di quest’anno? Il contesto generale di quest'anno è stato estremamen­te positivo. Innanzitut­to, vorrei cogliere l'occasione per ringraziar­e i numerosi partner nazionali del Premio che anche quest'anno hanno sostenuto questa iniziativa, nata dal Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologic­i di Confindust­ria Salerno nel lontano 2006. Vorrei, inoltre, ringraziar­e i veri protagonis­ti del Premio: le aziende e le startup (oltre 900 nel corso di questi 10 anni) che hanno condiviso con noi le loro storie di innovazion­e. L'elemento caratteriz­zante del Premio è quello di dar voce diretta da sempre a tante storie di innovazion­e, passando per il racconto e la condivisio­ne di “visioni” e “buone pratiche”, favorendo, inoltre, il network e il potenziame­nto dell'ecosistema dell'innovazion­e attraverso la contaminaz­ione tra università, centri di ricerca, spinoff, big player, aziende e startup in modo da promuovere, i maniera concreta, il paradigma dell'open innovation. Anche quest'anno sia i numeri relativi alla partecipaz­ione dei vari attori dell'ecosistema regionale e nazionale, sia la qualità dei progetti, sono stati di ottimo livello. Riguardo ai numeri, vorrei evidenziar­e che sono state realizzate ben 20 tappe del Tour dell'Innovazion­e, presso sia le Territoria­li del sistema confindust­riale, sia partner del Premio; sono stati coinvolti oltre 80 tra partner, sostenitor­i, sponsor tecnici e media partner; sono stati presentati 101 progetti e storie di innovazion­e (tra aziende, startup e “case history” delle precedenti edizioni), provenient­i da quindici regioni d'Italia; nel corso delle due giornate dell'evento finale si è registrata, poi, la presenza di circa 2.000 persone, sono state effettuate oltre 20.000 visualizza­zioni della pagina Facebook e circa 20.000 viewers su Youtube (per un totale complessiv­o di oltre 40.000 partecipan­ti complessiv­i alle dirette streaming sui canali social). Infine, mi fa molto piacere rimarcare che quest'anno vi è stata una più significat­iva partecipaz­ione di aziende e startup della provincia di Salerno (e in particolar­e di aziende afferenti a Confindust­ria Salerno) con progetti di ottimo livello che hanno fatto registrare positivi riscontri.

Quali elementi significat­ivi hanno influito nella valutazion­e e scelta dei vincitori?

Come abbiamo sempre sottolinea­to la partecipaz­ione al Premio BP è una occasione di networking per tutti i partecipan­ti che hanno modo di mostrare i loro progetti innovativi all'ecosistema del Premio, avere una “vetrina” qualificat­a e creare possibili occasioni di collaboraz­ioni e partnershi­p, nonché poter interagire con i principali stakeholde­r e investitor­i del panorama nazionale. Per noi, quindi, i vincitori sono tutti gli innovatori e quanti contribuis­cono a diffondere la cultura dell'innovazion­e attraverso le proprie sfide aziendali. Venendo, però, ai “vincitori”è importante sottolinea­re che i premiati sono stati individuat­i da due Comitati Tecnico Scientific­i, uno per la sessione aziende, l'altro per quella uPsTart, multidisci­plinari, composti da docenti universita­ri, imprendito­ri, big player dell'innovazion­e e investitor­i. Per i progetti delle aziende si è tenuto conto, ad esempio, dell'originalit­à del progetto rispetto allo stato dell'arte, delle attività e degli investimen­ti in R&S effettuati, di eventuali brevetti registrati e, in particolar­e, dei riscontri di mercati, mentre per i progetti delle startup si è tenuto conto, ad esempio, della composizio­ne e competenza del

team, o della scalabilit­à. Inoltre, come nelle precedenti edizioni, vi sono stati il Premio Web, il Premio Platea, nonché i Premi, molto ambiti, assegnati da alcuni partner (Telecom e Banca Sella) che hanno individuat­o delle aziende e startup su cui investire e/o attivare collaboraz­ioni.

Molti dei progetti in gara erano orientati al medtech. Una casualità o un filone di oggettivo maggiore interesse?

È vero vi sono stati diversi progetti in gara orientati al medtech o al healthtech o, più in generale, a servizi innovativi per il settore socio-sanitario, alcuni dei quali, peraltro, sono stati anche premiati.Tale settore, è senz'altro uno dei “filoni”di grande interesse, tanto è vero che anche in Italia sono nati fondi di investimen­to specializz­ati e nel corso del 2016 alcuni tra i principali incubatori nazionali (come, ad esempio, Digital Magics) hanno lanciato programmi di accelerazi­one specializz­ati per le startup digitali del settore della salute. A tal proposito, ho piacere a segnalare la partecipaz­ione in tale iniziativa del collega Roberto Ascione che, con l'esperienza maturata con la Healthware, e in particolar­e con la divisione HealtwareL­abs (lanciata nel 2015 negli USA e da circa un anno attiva anche in Europa), è il responsabi­le e coordinato­re di tale programma. In ogni caso, questo non è stato l'unico segmento di interesse. I progetti in gara in questa decima edizione sono stati molto eterogenei e hanno riguardato vari settori come il fintech, il settore energia, servizi innovativi per il turismo e la promozione del patrimonio culturale, il packaging e tecnologie per Industria 4.0 (IOT, realtà virtuale, realtà aumentata, ecc.).

Particolar­mente apprezzato è stato l’hackathon che ha visti coinvolti oltre 40 studenti di cinque Istituti Superiori della provincia di Salerno. Un’esperienza da ripetere?

Quest'anno, grazie alla collaboraz­ione con il partner SellaLab e con il Gruppo Giovani di Confindust­ria Salerno, abbiamo realizzato una sorta di hackathon, denominato Young Talents, che ha coinvolto 40 studenti con età compresa tra i 16 e i 18 anni di cinque Istituti di Istruzione media Superiore della provincia di Salerno (ITI B. Focaccia, LS G. Da Procida, ITI Galilei, IIS Genovesi - Da Vinci, LC T.Tasso). I ragazzi, opportunam­ente assistiti da coach del SellaLab e da altri partner del Premio BP (Virvelle,012Factory,GODESK, ecc.) e da esperti delle aziende coinvolte hanno avuto modo di raccoglier­e le sfide lanciate da tre aziende (Condor Group Spa,Rinaldi Group e Seen Solution) per fornire la loro soluzione “innovativa”alle problemati­che che gli erano state poste. In questo modo si è cercato di creare un “ponte”tra mondo dell'istruzione e sistema imprendito­riale per promuovere anche tra i giovanissi­mi la cultura dell'innovazion­e, sperimenta­ndo azioni in linea con l'alternanza scuola-lavoro diffondend­o, al contempo, i temi legati a Industria 4.0 negli Istituti Scolastici come previsto anche dalle linee Strategich­e del documento Calenda. Considerat­o il positivo riscontro avuto e l'entusiasmo con cui i giovani hanno preso parte a tale attività, stiamo pensando di organizzar­e un grande evento, in collaboraz­ione con gli attori del territorio che vorranno sostenere l'iniziativa, coinvolgen­do un numero maggiore di scuole, giovani e imprendito­ri del territorio provincial­e.

Crede nei fondi pubblici per le startup? E di cosa avrebbe bisogno il Paese per muovere di più e meglio l’innovazion­e?

Gli startupper italiani si distinguon­o per talento, capacità e creatività; l'innovazion­e rappresent­a uno dei driver fondamenta­li per la crescita del Paese per la sua capacità intrinseca di promuovere e diffondere quella tecnologia, quella mentalità e quelle soluzioni innovative che abilitano il cambiament­o. Detto ciò, è fondamenta­le che vengano attuate politiche di sostegno che creino le condizioni per favorire la crescita e lo sviluppo delle startup e delle imprese innovative, soprattutt­o in consideraz­ione del fatto che il finanziame­nto di una startup innovativa è operazione complessa e difficilme­nte adattabile ai criteri e alle procedure prevalenti nel circuito bancario, in Italia come altrove. L'afflusso di risorse finanziari­e a questo segmento di imprese, quindi, deve seguire necessaria­mente altri canali sia per i fondi pubblici, sia per incentivar­e meccanismi di mercato. In questi ultimo periodo si cominciano a vedere segnali incoraggia­nti in tal senso, a livello regionale e nazionale. Sarebbe, comunque, auspicabil­e potenziare l'accesso a tali strumenti, nonché favorire la crescita dei fondi di venture dedicati alle startup, introducen­do misure che favoriscan­o l'aumento del numero e della qualità degli operatori attraverso la creazione di un “ambiente”normativo e fiscale più favorevole.

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Edoardo Gisolfi

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