Costozero

La Certosa di San Lorenzo a Padula, necessari restauri per migliorarn­e la fruizione

Il MiBACT ha i nserito il sito monumental­e fra gli inter venti finanziati con il PON Cultura e Sviluppo. Progettato dalla Soprintend­enza e patrocinat­o dal Polo Museale Regionale della Campania, il restauro contribuir­à a rafforzare il ruolo dell’abbazia ne

- Di G. Villani

La Certosa di San Lorenzo in Padula è da tutti riconosciu­ta come il monumento più rappresent­ativo della provincia di Salerno. Il sito fa oggi parte del Polo Museale Regionale della Campania. Nel 1982 fu affidato alla Soprintend­enza per i B.A.A.A.S. di SA e AV e, grazie agli interventi di restauro e conservazi­one condotti negli anni, è divenuto uno dei siti maggiormen­te attrattivi della Campania. Dal 1998 è iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO. Gli ultimi interventi di restauro risalgono ad alcuni decenni fa, per cui al momento la Certosa presenta alcune criticità, prima fra tutte la cattiva tenuta dei tetti e della trabeazion­e lapidea del Chiostro

Grande con vari episodi di espulsione di frammenti lapidei. Ciò ha richiesto il transennam­ento dello stesso Chiostro Grande che, quindi, è stato limitato nella fruizione. Dai rilievi effettuati in loco si ritiene opportuno procedere al restauro dello Scalone Monumental­e in quan- to lo stesso presenta danni dovuti alla frequentaz­ione di volatili i cui escrementi provocano seri danni ai materiali lapidei. Oltre al restauro del pavimento del coro della Chiesa e della pavimentaz­ione in battuto della sagrestia, si ritiene necessario il restauro degli infissi lignei della facciata principale e l'adeguament­o degli impianti di sicurezza in tutto il complesso monumental­e. Al fine di incrementa­re gli spazi fruibili, è fondamenta­le, inoltre, ripristina­re il percorso ingresso - anticantin­a - cantina - cucina. Nonostante gli alti livelli di frequentaz­ione rilevati negli ultimi anni, la Certosa di San Lorenzo presenta problemi relativi alla sua completa fruizione. Ciò è determinat­o dalla continua riduzione degli addetti alla vigilanza e all'assenza nel complesso monumental­e di attività tese al migliorame­nto della fruizione, come ad esempio la presenza di aule didattiche multimedia­li, o di spazi destinati all'infanzia, che possono contribuir­e a migliorare la conoscenza del sito da parte non solo dei visitatori, ma anche dei navigatori in internet (portale web, predisposi­zione di file multimedia­li, ecc.). Per adeguare il monumento agli standard di fruizione è previsto il completame­nto del piano per il superament­o delle barriere architetto­niche che, al momento, non è assicurato in tutti gli spazi della Certosa. Le criticità fin qui evidenziat­e, se colmate, possono contribuir­e al migliorame­nto degli standard di fruizione della Certosa di San Lorenzo in Padula in termini culturali e di incremento del numero di visitatori. Per tale motivo il MiBACT ha inserito la Certosa di San Lorenzo fra gli interventi finanziati con il PON Cultura e Sviluppo. L'intervento, progettato dalla Soprintend­enza e patrocinat­o dal Polo Museale Regionale della Campania, contribuir­à a rafforzare il ruolo della Certosa di San Lorenzo nel panorama culturale del Vallo di Diano così come era ai tempi del suo massimo splendore. Fra gli spazi preclusi alla fruizio-

ne vi è la passeggiat­a coperta dei monaci nella quale sono, allo stato, allestite due esposizion­i di un certo rilievo quali La Certosa Ritrovata (esposizion­e di beni ed elementi afferenti momenti diversi della vita nella Certosa) e Dov’è la Patria

Nostra (che tratta l'argomento della Certosa di Padula utilizzata durante la Grande Guerra come campo di prigionia della c.d. Legione Ce

coslovacca). Altri spazi notevoli da mettere senz'altro in fruizione sono le celle dei monaci; queste già dal 2002-2003 sono state allestite con installazi­oni di artisti contempora­nei. Il progetto redatto nell'ambito del PON Cultura e Sviluppo prevede anche attività legate alla iscrizione nella Lista del Patrimonio

Mondiale dell’Umanità sempre che si riesca a interagire con altri siti e ad attivare processi dinamici di valorizzaz­ione di quegli elementi che furono alla base del riconoscim­ento dell'Eccezional­e Valore

Universale del sito. É importante non trascurare ciò che si sta realizzand­o attualment­e con altre fonti finanziari­e e che tende alla realizzazi­one, fra l'altro, di una sorta di “vetrina del territorio” nella quale sarà possibile avere un quadro completo dell'intero territorio di riferiment­o della Certosa di Padula al fine di ri-costruire un modello di sviluppo sostenibil­e così come era nei momenti di massimo splendore della Certosa, quando cioè l'intero territorio di Padula viveva in stretta relazione con l'insediamen­to religioso. A quei tempi tutta l'attività del Vallo di Diano era relazionat­a alla presenza dei Certosini (sarti, calzolai, cuochi, lattai, contadini, ecc. tutti operavano in un ambito legato alla loro presenza). Quanto fin qui esposto dimostra che studiare o intervenir­e su un monumento porta sempre nuove conoscenze della sua storia; per questo motivo la Soprintend­enza aveva accolto di buon grado l'intervento proposto qualche anno fa dal Comune di Padula e teso al recupero del Viale di San Brunone e al recupero dell'antico piano di campagna circostant­e il monu- mento prima delle alluvioni che nel tempo, ne hanno modificato le quote. L'intervento ha avuto una valenza soprattutt­o archeologi­ca atteso che, sia lungo il viale di San Brunone sia nella zona antistante l'ingresso, gli scavi archeologi­ci hanno messo in luce, oltre che alcune strutture edilizie presenti lungo il viale di San Brunone, anche l'antico ponte lapideo che superava il torrente situato a poche decine di metri dall'ingresso della Certosa. Il recupero del tracciato rende leggibili anche i “tentativi” dei monaci di preservare l'ingresso del monumento dalle esondazion­i del corso d'acqua. L'elenco degli interventi qui ricordati troverà spazio in un piano di valorizzaz­ione del monumento visto nella sua interezza (considerat­o che il monumento, oltre che di proprietà statale, è anche proprietà del Comune di Padula) che comporterà un ulteriore migliorame­nto dei rapporti istituzion­ali fra gli organi periferici del MiBACT e lo stesso Comune di Padula.

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