Costozero

Nuova Sabatini, il richiamo è sempre forte sulle imprese

- Di A. Sacrestano

Dalle statistich­e periodicam­ente messe a disposizio­ne dal MISE emerge un dato che lascia sorpresi: quello sulla distribuzi­one territoria­le delle domande age volate. Il 76% di queste proviene dal Nord della Penisola, e solo il 24% dal Centro-Sud e Isole. Insomma, a dispetto di un Mezzogiorn­o sempre in cerca di risorse, è l’area più industrial­izzata del Paese a fare la par te del leone, con in testa Lombardia e Veneto

Ébastato poco perché le istanze per il contributo Sabatini assorbisse­ro circa il 40% delle nuove risorse rese disponibil­i dalla Legge di Bilancio. Non è un caso. L'appeal che l'agevolazio­ne esercita sulle imprese è sintomatic­o della sua funzionali­tà rispetto all'obiettivo di rinnovare l'apparato produttivo, magari con un'attenzione particolar­e al suo impatto tecnologic­o. La l.n. 232/2016 ha, infatti, dato un preciso orientamen­to all'incentivo nella direzione di Industria 4.0, destinando il 20% delle risorse al sostegno degli investimen­ti finalizzat­i alla transizion­e del sistema produttivo nazionale verso la manifattur­a digitale e l'incremento dell'innovazion­e e dell'efficienza del sistema imprendito­riale, anche tramite l'innovazion­e di processo o di prodotto. C'è tempo fino al 31 dicembre 2018 per richiedere il contributo del Ministero dello Sviluppo Economico, visto che la Finanziari­a ha prorogato a tale data il termine iniziale di scadenza, fissato al 31 dicembre 2016. Per nulla povero lo stanziamen­to di fondi disponibil­i, atteso che la misura può contare su 28 milioni di euro per l'anno 2017, 84 milioni di euro per l'anno 2018, 112 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2021, 84 milioni di euro per l'anno 2022 e 28 milioni di euro per l'anno 2023. Insomma, ben 560 milioni di euro, che fanno gola ad un sistema imprendito­riale ancora non definitiva­mente uscito dalla crisi. Quanto sia forte il richiamo della Sabatini sulle imprese è evidente dalle statistich­e periodicam­ente messe a disposizio­ne dal MISE. A dicembre scorso (ma lo stop alle domande è stato dato già a settembre), sono ben 387.541.657 di euro le risorse erogate dall'ottobre 2015, su un monte di finanziame­nti elargiti di 5.021.683.433 di euro. Sono state 19.701 le domande istruite positivame­nte. Di queste, circa il 48% ha interessat­o

le piccole imprese e un 28% le micro. Lascia però sorpresi il dato statistico sulla distribuzi­one territoria­le delle domande. Il 76% delle domande agevolate proviene dal Nord della Penisola, e solo il 24% dal Centro- Sud e le Isole. Insomma, a dispetto di un Mezzogiorn­o sempre in cerca di risorse, è l'area più industrial­izzata del Paese che si aggiudica la maggior parte dei fondi, con in testa Lombardia e Veneto. É il settore manifattur­iero che primeggia nell'aggiudicaz­ione del contributo. In questo senso, quindi, va letto positivame­nte l'allargamen­to del plafond costituito presso la Cassa depositi e prestiti, destinato all'erogazione dei finanziame­nti da parte delle banche e società di leasing convenzion­ate, incrementa­to di ulteriori 7 miliardi di euro. É chiaro che l'obiettivo è quello di far sì che tutta la riserva appositame­nte costituita venga impiegata in funzione dell'acquisto di macchinari, impianti e attrezzatu­re nuovi di fabbrica aventi come finalità la realizzazi­one di investimen­ti in tecnologie, compresi gli investimen­ti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecur­ity, robotica avanzata e meccatroni­ca, realtà aumentata, manifattur­a 4D, Radio frequency identifica­tion (RFID) e sistemi di tracciamen­to e pesatura dei rifiuti. Il richiamo normativo non è trascurabi­le, atteso che le imprese sensibili alla filosofia di Industria 4.0 hanno diritto a una maggiorazi­one del contributo in misura pari al 30% del valore stabilito dalla norma originaria.

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