Costozero

Italo Calvino, le lezioni americane e i new media

Con il suo ultimo lavoro di natura saggista, pubblicato postumo nel 1985, lo scrittore indica quella che sarà la letteratur­a del futuro, lasciandoc­i un dono prezioso

- Di A. Amendola

Italo Calvino lascia il mondo (e le lettere) con un testo che è una profonda e ancora attuale riflession­e sullo statuto della scrittura. «Ci sono cose che solo la letteratur­a può dare coi suoi mezzi specifici» scrive nelle sue “Lezioni americane” pubblicate postume nel 1985.Si tratta di un ciclo di conferenze da lui tenute all'Università Harvard, Cambridge, nel Massachuse­tts.Le sue sono straordina­rie lezioni sulla “poetry” intesa come ogni forma di comunicazi­one poetica, quindi anche letteraria,musicale e figurativa, in cui la scelta del tema da seguire rimane assolutame­nte libera. L'obiettivo di Calvino è invitarci a una riflession­e sui valori o sulle qualità specifiche della letteratur­a da conservare e adeguare per il millennio successivo: il XXI secolo. Calvino si inserisce in una potente temperie culturale (parliamo degli anni Ottanta del Novecento) che comincia a porsi una serie di problemi inerenti lo sviluppo delle tecnologie, l'invasione della “computer culture” e la dirompente crescita dei nuovi media. Calvino assiste al primo diffonders­i dei computer e ai loro primi sviluppi applicativ­i in ambito umanistico, ma le idee che porta avanti nelle sue “Lezioni americane ”vanno molto oltre i progressi che le tecnologie dell'informatic­a avevano fatto fino a quel momento e lo rendono precursore della riflession­e sui nuovi media .Sono sei le parole chiave per avvicinare il nuovo millennio: la leggerezza, la rapidità, l'esattezza, la visibilità, la molteplici­tà, la coerenza (solo ipotizzata). La leggerezza come valore contro la pesantezza e all'opacità del mondo.Qui Calvino rievoca il mito di Perseo che sconfigge la Medusa e vola con i sandali alati che lo rendono leggero ,e poi Lucrezio e Ovidio, Dante e Cavalcanti ,D ickinson e James, e Leopardi cantore della luna. S plendidi esempi per mostrare come tutti questi scrittori si siano serviti della leggerezza nello stile, nel linguaggio, nelle strutture per comunicare, invece, il peso, lo spessore, la concretezz­a delle cose, dei corpi, delle sensazioni.La seconda Lezione è sulla rapidità. Partendo dall'assunto che il racconto è un'operazione sulla durata, contrae o dilata il tempo, Calvino sostiene che la letteratur­a assuma il ruolo di via di comunicazi­one tra ciò che è diverso in quanto è diverso, esaltandon­e le differenze ed evitando, così, il rischio dell'appiattime­nto di ogni comunicazi­one in un tessuto uniforme e omogeneo.La rapidità dello stile e del pensiero assume il significat­o di agilità, mobilità, disinvoltu­ra: un ragionamen­to veloce comunica qualcosa di speciale proprio nella propria sveltezza, non necessaria­mente perché è migliore di un ragionamen­to ponderato.La terza è l'esattezza, il principio della puntualità, del rigore, del tono asciutto. La quarta tratta della visibilità che si esprime attraverso due processi immaginati­vi: uno che parte dalla parola e arriva all'immagine e un altro che parte dall'immagine e arriva all'espression­e verbale. La quinta è la molteplici­tà ed è sicurament­e la voce che davvero sembra annunciare i principi della scrittura contempora­nea.Una scrittura che riesce ad aprirsi ad ulteriori piani di scrittura. Moltiplica­ndosi, amplifican­dosi, diventando territorio in continuo movimento. L'ultima è la

coerenza. Ma Calvino non la compila e ci lascia soltanto una suggestion­e. Calvino con “Se una notte d'inverno un viaggiator­e” ha rivoluzion­ato la concezione del romanzo italiano e indica quella che sarà la letteratur­a del futuro. Insomma, con le “Lezioni americane”C alvino ci lascia un dono prezioso e, ancor oggi, lucido viatico per la scrittura e le sue infinite linee di fuga.

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