«UN’IDEA PER NOI FACILE COME BERE UN BICCHIERE DI LATTE»
La Centrale del Latte di Salerno è stata la prima in Italia ad adottare questa nuova tipologia di processo, come sottolineato dal direttore Giorgio Criscuolo
Quando nasce Latteallegro e nella tazza di chi finisce? Il progetto attuale è nato come evoluzione di precedenti studi su latte delattosato datati 1999. Siamo stati i primi in Italia, infatti, ad adottare questa nuova tipologia di processo. L'innovazione non coincide esclusivamente con l'invenzione di un prodotto nuovo, che richiede la creazione di un mercato e di una domanda dal nulla. Per essere innovativi, a volte, come nel nostro caso, è sufficiente reinventare qualcosa che c'è già. Noi lo abbiamo fatto rivisitando un prodotto e un processo già esistenti, migliorandoli. Non solo, infatti, è nuovo il formato ma anche il processo di produzione. Questa innovazione ci ha consentito un duplice risultato: migliore sanificazione degli impianti con una variazione di volumi passata da 6 a 60 quintali a settimana e una più lunga shelf life del latte che ci ha permesso anche di uscire fuori del territorio provinciale nella distribuzione, arrivando fino in Puglia. Quanto è durata la fase di progettazione e preparazione del piano di marketing? Nell'arco di un anno abbiamo capito come andavano migliorati prodotto e impianti. Le strategie di marketing hanno richiesto più tempo perché abbiamo spinto molto sulla pubblicizzazione, lavorando anche sull'aspetto promozionale con sconti per il lancio. Perché un progetto vada in porto quanto conta l’idea e quanto gli investimenti? Siamo collocati in un settore maturo che, negli ultimi anni, ha però dovuto reinventarsi per soddisfare la domanda crescente di prodotti speciali con caratteristiche nutraceutiche elevate. Gli investimenti quindi contano senz'altro per seguire il mercato, ma occorre che la domanda ci sia e sia buona, così come l'idea che la sottende.