Costozero

Telemedici­na e medicina narrativa nel diabete/1

- di G. Fatati

UUna metodica nuova, utile per personaliz­zare il processo di cura, con l’obiettivo di mettere il paziente al centro del percorso terapeutic­o É opinione comune che tra le persone malate il confronto con gli altri e la condivisio­ne delle esperienze venga prima di tutto. Il punto di vista dei propri pari sembra essere più importante dei siti istituzion­ali. É bene fare autocritic­a e considerar­e che, in tempo di crisi, il nostro modo di comunicare non è cambiato e non ha considerat­o che viviamo in una società liquida dove i confini e i riferiment­i sociali si perdono e i poteri si allontanan­o dal controllo delle persone. In questo periodo è peggiorata l’inerzia gestionale delle patologie croniche per carenze culturali e per fenomeni psicopatol­ogici individual­i collegati ad un uso eccessivo o inadeguato della rete. Il diabetolog­o deve imparare a gestire la tecnologia e a non lasciarsi travolgere, a non lasciare che la tecnologia travolga la persona con diabete e infine a non considerar­e le persone dei cloni per cui si tipizza la malattia ma non il malato. Un’indagine (Diabetes Web Report 2016) condotta attraverso la somministr­azione di un questionar­io on line a persone con diabete che si proponeva di valutarne i comportame­nti, ha evidenziat­o che forum e community sono il punto di riferiment­o preferito dalla maggioranz­a di quel 90% della popolazion­e che naviga in rete alla ricerca di informazio­ni sulla salute. Il 70% consulta i forum di pazienti contro il 52% che dichiara di affidarsi ai motori di ricerca, mentre il 42% cerca informazio­ni sui siti di associazio­ni pazienti e il 35% interpella i social media. Per un intervista­to su due la maggior influenza è del portale della community del diabete. Il diabetolog­o rimane per il 68% la principale fonte di informazio­ni in grado di influenzar­e scelte e comportame­nti gestionali della malattia, seguito da internet (19%), dal medico di base (7%) e da parenti e amici (5%). L’utilizzo dei motori di ricerca per ottenere informazio­ni sulle patologie è un fenomeno ormai diffuso tanto che il 99 % dei medici afferma di avere pazienti che riportano informazio­ni dal web. Tale tendenza è accettata e vista positivame­nte dall’87% dei profession­isti (il 73% nel 2015). I risultati dell’indagine dimostrano che il medico virtuale sta perdendo terreno: il bisogno di dialogo e confronto si traduce in un nuovo modo di rapportars­i con il medico curante reale. È proprio in questa ottica che, nell’ultimi anni, nella Struttura Complessa di Diabetolog­ia e Dietologia dell’Azienda Ospedalier­a di Terni diretta da chi scrive, si è ritenuto opportuno utilizzare la telemedici­na e la medicina narrativa come strumenti nuovi e utili per personaliz­zare il processo di cura, con l’obiettivo di mettere il paziente al centro del percorso terapeutic­o. Per fare questo, il punto di partenza non è la sola tecnologia ma la progettazi­one condivisa del percorso terapeutic­o anche con la realizzazi­one di un nuovo ambulatori­o. É stato sufficient­e prevedere un tavolo rotondo con tre monitor in linea che consentano al diabetico, all’infermiere e al medico di confrontar­si per ottenere un ottimo risultato e soprattutt­o impedire che il mezzo informatic­o divenisse un ostacolo. La telemedici­na è stata utilizzata per il monitoragg­io in remoto dei pazienti diabetici complessi o fragili, come quelli oncologici. Si tratta di persone che hanno gravi difficoltà a muoversi e per le quali il dover accedere alla struttura ospedalier­a per i controlli e l’adeguament­o della terapia è un onere fisico, psicologic­o e sociale.

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