Della Porta: Per le imprese, un lavoratore sano e informato è il miglior investimento
Per il Direttore del Dipartimento di Prevenzione ASL Salerno «promuovere formazione d'eccellenza in materia di salute e sicurezza è possibile. Meno attestati inutili, più competenze vere»
Intervista a D. Della Porta
Il 28 aprile si è celebrata la giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro. Statistiche alla mano, com’è la situazione sul nostro territorio? Dal punto di vista statistico, secondo i dati INAIL relativi al 2016, nella provincia di Salerno, su circa 160.000 addetti, si sono registrati 3.136 infortuni definiti positivamente, 646 malattie professionali e 8 infortuni mortali. La situazione di adempimento delle normative di sicurezza da parte delle imprese non presenta particolari difformità rispetto ad analoghe zone della Campania: il territorio è caratterizzato da una grande prevalenza di imprese piccole e di microimprese, nelle quali il datore di lavoro è inserito in prima persona nel ciclo produttivo della propria azienda. L'attività di prevenzione e di vigilanza nei luoghi di lavoro è ripartita in maniera peculiare fra l'Azienda Sanitaria Locale Salerno, tramite i Servizi di Igiene e Medicina del lavoro, il Servizio Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro (il cui organico di tecnici della prevenzione, dopo venticinque anni di stasi, è stato incrementato di 15 unità) e l'Ispettorato Provinciale del Lavoro (IL). La bilateralità ha una diffusione sostanzialmente limitata al settore edile; in tutti gli altri comparti, compresi l'artigianato, gli organismi paritetici, pur quasi sempre costituiti, gestiscono prevalentemente fondi di settore e l'attività formativa alla sicurezza è sostanzialmente in mano alle associazioni datoriali. Grazie al radicamento delle organizzazioni datoriali e sindacali tradizionali e all'intervento dell'Ispettorato del Lavoro ha scarsa diffusione la bilateralità di comodo e la relativa formazione alla sicurezza fittizia. È degno di nota l'impegno profuso dalle strutture provinciali di formazione professionale, che non solo offrono un ricco calendario di corsi rivolti all'aggiornamento dei lavoratori, datori di lavoro, Responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP), coordinatori ecc., ma cercano anche di implementare nei curricula scolastici la formazione ex articoli 34 e 37 del D.Lgs. 81/2008. Con qualche ritardo sull'approvazione degli accordi 221/2011, 223/2011 e 53/2012, è partito anche il sistema di accreditamento degli enti formatori privati.La reale diffusione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) aziendali, in mancanza di statistiche affidabili, non è nota; potrebbe essere significativamente migliorata con un maggiore coinvolgimento delle parti sociali. Infine, le dimensioni aziendali medie, la complessità e i costi di implementazione limitano la diffusione di Sistemi di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGSL), anche se si sta sviluppando un'attenzione alla certificazione e, in minore misura, ai modelli di organizzazione e gestione. La tutela è “uguale” per tutti i lavoratori? Nell'ambito della tutela di salute e della sicurezza sul lavoro sono ancora molti i fattori di disuguaglianza, alcuni più evidenti e altri più difficili da far emergere. Fermo restando che la normativa italiana è piuttosto avanzata e completa, rivolta a tutelare in maniera uniforme i lavoratori subordinati e assimilati e a richiedere quanto meno ai lavoratori autonomi e ai loro familiari dediti all'attività manuale un impegno anche in favore della propria salute (articolo 21 e norme speciali del D.Lgs. 81/2008), è comunque migliorabile la tutela della salute nelle piccole e microimprese, nelle attività lavorative svolte all'a-
perto e connotate da un rapido mutamento dei luoghi di lavoro (agricoltura, silvicoltura, edilizia) e dei lavoratori autonomi. Per i lavoratori subordinati il grado effettivo di tutela risente, oltre che della dimensione aziendale, anche della tipologia contrattuale (contratti atipici e precari, compresi i voucher, stagionali), dell'autonomia contrattuale o parasubordinazione fittizia (false “partite iva”), della consistente e non sempre evidente prestazione transfrontaliera di lavoro e dall'elevata presenza di migranti nelle attività più a rischio. Prevenzione e formazione sono le risposte al “problema”: è cresciuta la sensibilità verso questo aspetto? Occorrono meno attestati inutili, più formazione vera. Promuovere formazione d'eccellenza in materia di salute e sicurezza è possibile. Mentre fino a qualche anno fa si pensava erroneamente che il lavoratore fosse disinteressato alla formazione, oggi chi lavora pretende il massimo. È essenziale, dunque, abbattere quel muro divisorio tra datore e lavoratore e incentivare i centri di formazione qualificati. Tuttavia, bisogna stare molto attenti perché in giro ci sono molti formatori che millantano competenze che, di fatto, non hanno. Il rischio è che anche gli enti pubblici possano cadere nelle mani di centri di formazione incompetenti. Un ruolo fondamentale per la diffusione della cultura della sicurezza è giocato indubbiamente dalla scuola, considerando che gli studenti di oggi sono i lavoratori e i datori di lavoro di domani. Nello specifico, allora, cosa è possibile fare per migliorare la sicurezza e la salute dei giovani lavoratori? I giovani sono più esposti ai rischi sul lavoro per diverse ragioni, tra cui la mancanza di esperienza, maturità, consapevolezza dei rischi, competenze e formazione. I giovani, inoltre, possono non essere a conoscenza dei loro diritti e dei doveri del datore di lavoro in materia di salute e sicurezza; possono essere restii a parlare apertamente dei problemi e più propensi ad accontentare il loro nuovo datore di lavoro. Occorre, pertanto, assegnare ai giovani lavori sicuri e adatti alle loro competenze e capacità psico-fisiche, nonché offrire loro una formazione e una supervisione adeguate. Bisogna promuovere una cultura preventiva fra i neoassunti, ma anche a tutti i livelli dell'istruzione. La prevenzione degli infortuni e dei problemi di salute per i giovani lavoratori comincia a livello politico, attraverso la legislazione nonché programmi e campagne di sostegno. La legislazione nazionale obbliga i datori di lavoro a prestare particolare attenzione ai minorenni e ai giovani lavoratori e sottolinea l'importanza di creare una cultura della sicurezza. È una buona base per ridurre al minimo i rischi legati alla sicurezza e salute sul lavoro per i giovani lavoratori. È altresì importante far capire alle imprese che il loro migliore investimento per il futuro è avere lavoratori sani e ben informati. In concreto, quali azioni è necessario intraprenda un’azienda per dirsi sicura? In primis, come detto, occorre insistere sulla formazione sul luogo di lavoro nell'ambito della gestione generale della sicurezza, «Un ruolo fondamentale per la diffusione della cultura della sicurezza è giocato indubbiamente dalla scuola, considerando che gli studenti di oggi sono i lavoratori e i datori di lavoro di domani» onde prevenire i rischi sul luogo di lavoro e garantire che i giovani lavoratori, ad esempio, svolgano solo le mansioni adatte alle loro capacità psico-fisiche sotto un'adeguata supervisione. La formazione da sola, però, non è in grado di ridurre i rischi efficacemente. Sono necessari azioni e interventi basati sulla valutazione del rischio e garanzia che le azioni siano attuate, monitorate e riesaminate. Indispensabile diventa pure la consultazione e partecipazione attiva dei lavoratori; il fissare obiettivi di apprendimento chiari, incentrati sullo sviluppo delle competenze; rendere la SSL parte integrante della formazione durante il periodo di inserimento sul posto di lavoro; utilizzare metodi di apprendimento attivi e partecipativi, possibilmente sul luogo di lavoro effettivo che consentano, ad esempio ai giovani, di imparare a riconoscere i pericoli ed esaminare e risolvere i problemi reali legati al lavoro. Infine, bisogna che formazione e sviluppo delle competenze in materia di SSL parti integranti della formazione continua e dello sviluppo della carriera. Per legge, la SSL non deve essere oggetto di un'unica e sola formazione all'inizio di un lavoro.