Espresso Coffee Promotion Pack, la confezione amica dell'ambiente
Alla Bioplast, grazie al continuo impegno in innovazione e sostenibilità ambientale, hanno messo a punto un nuovo tipo di imballaggio monomateriale, senza alluminio.Ridotto notevolmente l'impatto ambientale, senza alterare le caratteristiche aromatiche del prodotto
Sembrava impossibile pensare ad un involucro del caffè diverso da quello che di solito si vede sugli scaffali nei supermercati.
Un packaging che permettesse di conservare fino alla pausa preferita dagli italiani un aroma intenso e insostituibile, ma nuovo nella sua composizione, riciclabile e, quindi, ecosostenibile.
Alla Bioplast, grazie al continuo impegno in innovazione e sostenibilità ambientale, la
formula l'hanno però vista e realizzata. Hanno così studiato e messo a punto un pack che tenesse conto dell'estetica, della funzionalità e degli impatti ambientali legati alla produzione, all'utilizzo e allo smaltimento della confezione è nato infatti “Espresso Coffee promotion pack”, un nuovo tipo di imballaggio monomateriale, destinato al mercato italiano, che riduce notevolmente l'impatto ambientale, permettendo al contempo di conservare intatte le caratteristiche aromatiche del caffè. Con questa soluzione innovativa, l'azienda di Fisciano è arrivata alle finali del contest Best Packaging 2019, organizzato dall'Istituto Italiano di Imballaggio e promosso dal Conai. Il nuovo tipo di imballaggio proposto è espressione dell'impegno da parte dell'azienda nel cercare di ridurre sempre di più l'impatto ambientale dei prodotti. Per sostituire il classico packaging utilizzato per confezionare il caffè, è stato ne
cessario mantenere inalterate le caratteristiche di alta barriera, al fine di preservarne l'aroma e il gusto. Generalmente, l'alta barriera si ottiene combinando le prestazioni di alcuni film polimerici con un film di alluminio. Bioplast ha ripensato questo imballaggio primario con caratteristiche di alta barriera sia all'ossigeno, sia al vapore acqueo, adottando sempre una configurazione multistrato ma facendola diventare monomateriale a base di polipropilene ed eliminando il film di alluminio. La sostituzione dell'alluminio con uno strato polipropilenico metallizzato implica una variazione nel percorso di fine vita in quanto rende il packaging proposto assimilabile a un monomateriale in polipropilene e quindi del tutto riciclabile. Come risultato si ottiene una notevole diminuzione del peso specifico dell'involucro (da 50,038g a 42,098g) lasciando inalterate però le proprietà meccaniche e fisiche che permettono l'utilizzo delle classiche macchine da confezionamento senza particolari modifiche. Allo stesso tempo, il processo di produzione beneficia di riduzioni anche in termini di emissioni di anidride carbonica in atmosfera, minor consumo di energia produttiva e riduzione del potenziale di riscaldamento globale. La soluzione realizzata potrà inoltre essere utilizzata per tutti quei prodotti che necessitano di conservare inalterate caratteristiche organolettiche come aroma, freschezza e fragranza. Rendere più leggeri gli involucri vuol dire renderli più performanti andando a ridimensionare notevolmente la quota del rifiuto prodotto. Rendere monomateriale gli involucri, invece, significa consentire una migliore gestione del rifiuto permettendo di recuperare e riciclare materiali polimerici e che diversamente andrebbero smaltiti come rifiuto indifferenziato.
Una scelta green che rende tutti soddisfatti, specie i consumatori sempre più informati e coscienti delle proprie scelte. A raccontarci quanto innovazione e sostenibilità siano dentro la governance aziendale della Bioplast è Marco Gambardella (nella foto), direttore commerciale: «Il progetto da noi realizzato va nella direzione di un mondo più ecosostenibile. Ci crediamo da sempre, da quando abbiamo fondato nel 1989 la Bioplast che, a partire dal nome, voleva esprimere ai propri clienti il valore trasparente di una scelta». «Oggi ci troviamo ad affrontare nel mondo della plastica - prosegue Marco - una vera e propria rivoluzione. È un cambiamento profondo e inarrestabile che va vissuto senza timori, come un'opportunità che va oltre le nostre fabbriche in quanto può essere un moltiplicatore di occupazione. La messa al bando delle plastiche usa e getta, così come la promozione di quelle compostabili, deve però fare il paio con la realizzazione degli impianti adatti di compostaggio e digestione anaerobica su scala industriale, altrimenti faremmo sì una rivoluzione ma parziale. In Bioplast, fino a qualche anno fa realizzavamo prodotti ponendo al centro solo le richieste del cliente. Oggi la prospettiva è diversa: l'impresa, insieme con il cliente finale e con l'università e il mondo della ricerca, ha come unico obbiettivo la creazione di packaging che dia non solo valore al prodotto ma al suo intero ciclo di vita nel completo rispetto dell'ambiente. Una grande rivoluzione insomma che, proprio grazie alla ricerca anche interna al nostro stabilimento, ci ha permesso anno dopo anno di poter essere annoverati come azienda di riferimento in Europa sulle bioplastiche.
Ci tengo a sottolineare, però, che la plastica non è il male assoluto: stiamo parlando di una filiera produttiva italiana che conta su 11mila imprese del settore della trasformazione della plastica, con un fatturato totale superiore ai 30 miliardi di euro e che dà lavoro a 110mila persone. Certo, la plastica va utilizzata con giudizio, maneggiata con cura, a partire dalla produzione delle imprese fino ad arrivare a una corretta raccolta. Un presupposto fondamentale è, ad esempio, che i materiali utilizzati per il packaging non siano troppo diversi. È questa la strada che ci siamo dati e abbiamo seguito nell'ultima nostra innovazione “Espresso Coffee promotion pack”. Indietro non si torna».