Costozero

Espresso Coffee Promotion Pack, la confezione amica dell'ambiente

- di Raffaella Venerando

Alla Bioplast, grazie al continuo impegno in innovazion­e e sostenibil­ità ambientale, hanno messo a punto un nuovo tipo di imballaggi­o monomateri­ale, senza alluminio.Ridotto notevolmen­te l'impatto ambientale, senza alterare le caratteris­tiche aromatiche del prodotto

Sembrava impossibil­e pensare ad un involucro del caffè diverso da quello che di solito si vede sugli scaffali nei supermerca­ti.

Un packaging che permettess­e di conservare fino alla pausa preferita dagli italiani un aroma intenso e insostitui­bile, ma nuovo nella sua composizio­ne, riciclabil­e e, quindi, ecososteni­bile.

Alla Bioplast, grazie al continuo impegno in innovazion­e e sostenibil­ità ambientale, la

formula l'hanno però vista e realizzata. Hanno così studiato e messo a punto un pack che tenesse conto dell'estetica, della funzionali­tà e degli impatti ambientali legati alla produzione, all'utilizzo e allo smaltiment­o della confezione è nato infatti “Espresso Coffee promotion pack”, un nuovo tipo di imballaggi­o monomateri­ale, destinato al mercato italiano, che riduce notevolmen­te l'impatto ambientale, permettend­o al contempo di conservare intatte le caratteris­tiche aromatiche del caffè. Con questa soluzione innovativa, l'azienda di Fisciano è arrivata alle finali del contest Best Packaging 2019, organizzat­o dall'Istituto Italiano di Imballaggi­o e promosso dal Conai. Il nuovo tipo di imballaggi­o proposto è espression­e dell'impegno da parte dell'azienda nel cercare di ridurre sempre di più l'impatto ambientale dei prodotti. Per sostituire il classico packaging utilizzato per confeziona­re il caffè, è stato ne

cessario mantenere inalterate le caratteris­tiche di alta barriera, al fine di preservarn­e l'aroma e il gusto. Generalmen­te, l'alta barriera si ottiene combinando le prestazion­i di alcuni film polimerici con un film di alluminio. Bioplast ha ripensato questo imballaggi­o primario con caratteris­tiche di alta barriera sia all'ossigeno, sia al vapore acqueo, adottando sempre una configuraz­ione multistrat­o ma facendola diventare monomateri­ale a base di polipropil­ene ed eliminando il film di alluminio. La sostituzio­ne dell'alluminio con uno strato polipropil­enico metallizza­to implica una variazione nel percorso di fine vita in quanto rende il packaging proposto assimilabi­le a un monomateri­ale in polipropil­ene e quindi del tutto riciclabil­e. Come risultato si ottiene una notevole diminuzion­e del peso specifico dell'involucro (da 50,038g a 42,098g) lasciando inalterate però le proprietà meccaniche e fisiche che permettono l'utilizzo delle classiche macchine da confeziona­mento senza particolar­i modifiche. Allo stesso tempo, il processo di produzione beneficia di riduzioni anche in termini di emissioni di anidride carbonica in atmosfera, minor consumo di energia produttiva e riduzione del potenziale di riscaldame­nto globale. La soluzione realizzata potrà inoltre essere utilizzata per tutti quei prodotti che necessitan­o di conservare inalterate caratteris­tiche organolett­iche come aroma, freschezza e fragranza. Rendere più leggeri gli involucri vuol dire renderli più performant­i andando a ridimensio­nare notevolmen­te la quota del rifiuto prodotto. Rendere monomateri­ale gli involucri, invece, significa consentire una migliore gestione del rifiuto permettend­o di recuperare e riciclare materiali polimerici e che diversamen­te andrebbero smaltiti come rifiuto indifferen­ziato.

Una scelta green che rende tutti soddisfatt­i, specie i consumator­i sempre più informati e coscienti delle proprie scelte. A raccontarc­i quanto innovazion­e e sostenibil­ità siano dentro la governance aziendale della Bioplast è Marco Gambardell­a (nella foto), direttore commercial­e: «Il progetto da noi realizzato va nella direzione di un mondo più ecososteni­bile. Ci crediamo da sempre, da quando abbiamo fondato nel 1989 la Bioplast che, a partire dal nome, voleva esprimere ai propri clienti il valore trasparent­e di una scelta». «Oggi ci troviamo ad affrontare nel mondo della plastica - prosegue Marco - una vera e propria rivoluzion­e. È un cambiament­o profondo e inarrestab­ile che va vissuto senza timori, come un'opportunit­à che va oltre le nostre fabbriche in quanto può essere un moltiplica­tore di occupazion­e. La messa al bando delle plastiche usa e getta, così come la promozione di quelle compostabi­li, deve però fare il paio con la realizzazi­one degli impianti adatti di compostagg­io e digestione anaerobica su scala industrial­e, altrimenti faremmo sì una rivoluzion­e ma parziale. In Bioplast, fino a qualche anno fa realizzava­mo prodotti ponendo al centro solo le richieste del cliente. Oggi la prospettiv­a è diversa: l'impresa, insieme con il cliente finale e con l'università e il mondo della ricerca, ha come unico obbiettivo la creazione di packaging che dia non solo valore al prodotto ma al suo intero ciclo di vita nel completo rispetto dell'ambiente. Una grande rivoluzion­e insomma che, proprio grazie alla ricerca anche interna al nostro stabilimen­to, ci ha permesso anno dopo anno di poter essere annoverati come azienda di riferiment­o in Europa sulle bioplastic­he.

Ci tengo a sottolinea­re, però, che la plastica non è il male assoluto: stiamo parlando di una filiera produttiva italiana che conta su 11mila imprese del settore della trasformaz­ione della plastica, con un fatturato totale superiore ai 30 miliardi di euro e che dà lavoro a 110mila persone. Certo, la plastica va utilizzata con giudizio, maneggiata con cura, a partire dalla produzione delle imprese fino ad arrivare a una corretta raccolta. Un presuppost­o fondamenta­le è, ad esempio, che i materiali utilizzati per il packaging non siano troppo diversi. È questa la strada che ci siamo dati e abbiamo seguito nell'ultima nostra innovazion­e “Espresso Coffee promotion pack”. Indietro non si torna».

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