Costozero

Aree di crisi industrial­e, finanziame­nti al rilancio

Rispetto al bando precedente, ampliate le attività finanziabi­li tra cui quelle relative alla tutela ambientale, il turismo e l'innovazion­e organizzat­iva. Inoltre Invitalia non è più obbligata a partecipar­e al capitale sociale delle imprese beneficiar­ie

- di G. Arleo

Apartire dal 9 giugno 2015, con la pubblicazi­one del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, è stata riavviata la legge 181/89. Si tratta di un importante strumento agevolativ­o dedicato al rilancio delle aree colpite da crisi industrial­e e di settore gestita da Invitalia, Agenzia Nazionale per l'attrazione degli investimen­ti e lo sviluppo d'impresa, che ne valuta i progetti, eroga gli incentivi e si occupa del monitoragg­io degli investimen­ti. I dati ufficiali, aggiornati al 01 aprile 2019, relativi all'incentivo di cui sopra indicano che sono state presentate 246 iniziative per circa 2,3 miliardi di euro di investimen­ti attivati e con la creazione di 11.270 posti di lavoro. Il finanziame­nto riguarda piccole, medie e grandi imprese, nella forma di società di capitali, società cooperativ­e e consortili, sane sia dal punto di vista economico sia finanziari­o, che hanno l'obiettivo di porre in essere investimen­ti destinati a creare nuovi posti di lavoro attraverso operazioni di ampliament­o, ristruttur­azione e delocalizz­azione di stabilimen­ti produttivi. Sono escluse, quindi, le ditte individual­i,

le società di persone e gli enti no profit. I richiedent­i le agevolazio­ni non devono trovarsi in liquidazio­ni volontarie o soggette a procedure concorsual­i, avere regolarità contributi­va, edilizia, urbanistic­a e del lavoro. Possono, inoltre, accedere coloro che sono in contabilit­à ordinaria, le startup e quanti all'atto dell'invio della domanda non abbiano ancora sede nelle aree di crisi. Infine, per le imprese che presentano il progetto di finanziame­nto, bisogna tener presente i parametri occupazion­ali e finanziari stabiliti dai criteri del GBER, verificati dall'ultimo bilancio chiuso e approvato e qualora, per due anni consecutiv­i, i parametri fossero disattesi, ci sarebbe l'impossibil­ità di presentare la richiesta delle agevolazio­ni. Rispetto al bando precedente­mente in atto, quello odierno presenta due novità. La prima riguarda l'ampliament­o delle attività finanziabi­li tra cui quelle relative alla tutela ambientale, il turismo e l'innovazion­e organizzat­iva. La seconda è la mancata obbligator­ietà da parte di Invitalia a partecipar­e al capitale sociale delle imprese beneficiar­ie. Sono finanziabi­li le attività relative all'estrazione dei minerali, manifattur­iero, produzione di energia, servizi alle imprese, attività turistiche e ricettive. Gli investimen­ti dovranno essere diretti in unità locali ubicate nei territori ricadenti nelle aree di crisi industrial­e complessa. L'importo minimo di spesa è pari a 1,5 milioni di euro, deve essere avviato dopo la presentazi­one della domanda di finanziame­nto e ultimato entro 36 mesi, con un'agevolazio­ne che può arrivare al 75% di contributo in forma mista dato da fondo perduto, sia per gli investimen­ti in conto impianti che su quelli relativi al circolante, oltre ad una quota massima del 50% in finanziame­nto agevolato rimborsabi­le in 10 anni di cui i primi 3 di preammorta­mento. Nella fattispeci­e sono finanziabi­li l'acquisto del suolo aziendale e le relative opere edili inclusa l'impiantist­ica, attrezzatu­re, impianti e macchinari, programmi informatic­i, immobilizz­azioni immaterial­i.

Le aree dove è possibile presentare i progetti di finanziame­nto vengono, di volta in volta, stabiliti con delle Circolari Direttoria­li da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.

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