Salerno Do Design, la combinazione perfetta tra genio e regolatezza
Per rispondere all'esigenza di cambiare il modo di progettare e di accompagnare la trasformazione culturale di imprese e persone è nato il variegato evento voluto dal Gruppo Design, Tessile e Sistema Casa di Confindustria Salerno. Dibattiti, testimonianze, laboratori e una mostra “fiorita” hanno messo in risalto la buona capacità di progettazione made in Italy
Non sono solo la forma e la materia a fare belle le cose. Dietro tutto ciò che ci circonda, esiste e resiste al tempo un progetto o, per dirla con una traduzione efficiente dall'inglese, un pensiero di design.
Sono oggetti di design una sedia, un aereo, uno spazio pubblico, identità visive, siti internet, ma anche un'app o l'organizzazione di un evento. Nel contesto attuale - mutevole e multidisciplinare, in cui la chiave di volta per affrontare i nuovi modelli di consapevolezza non può essere la semplificazione - il design è divenuto un lavoro di sintesi e squadra, l'unica modalità in grado di affrontare efficacemente i costi, i livelli di sostenibilità, l'impatto economico e la qualità dei beni e servizi.
Per questo, il designer non può essere “solo” chi pensa, progetta e realizza oggetti, ma chi è capace di gestire le complessità, interpretando al meglio il qui e ora ma anche il domani. Oggi il designer è un laureato che afferra il cambiamento e lo fa suo, abbinando l'aspetto estetico all'innovazione delle tecnologie digitali e a quella dei materiali, ma soprattutto comprendendo nel profondo le nuove funzioni d'uso dei prodotti e dei servizi a esso colabbiano legati. Per rispondere all'esigenza di cambiare il modo di progettare e di accompagnare la trasformazione culturale di cittadini e persone, nelle organizzazioni, nelle imprese e nella società, è nato Salerno Do Design che, nella sua prima edizione tenutasi l'8 e 9 novembre scorsi, è stato segnatamente dedicato al binomio “Genio e regolatezza”. L'evento pubblico voluto e organizzato dal Gruppo Design, Tessile e Sistema Casa di Confindustria Salerno, come sottolineato dalla sua presidente Valeria Prete, lungo due giorni ha rimarcato «quanto sia opportuno che la cultura e le pratiche del design applicate all'innovazione siano estese alle pmi di tutti i settori, alla manifattura che ha bisogno di designer che sì competenze specifiche necessarie, ma anche abilità tecnologiche, storiche, filosofiche, artistiche e ingegneristiche perché il fare diventi il centro nevralgico di ogni impresa e la progettualità del “bello e duraturo” sia la base della crescita del nostro territorio». Presso il Museo Diocesano di Salerno, accademici, designer, studiosi e imprenditori si sono confrontati, ciascuno secondo la sua prospettiva, per rispondere a domande necessarie che hanno alla fine decretato quanto sia urgente che il design si proponga anche come propulsore di educazione, rendendo concreti nuovi stili e comportamenti compresi in quel mondo composito e strategico che è l'economia circolare.