Magistratura e burocrazia italiana, tra mali endemici e attività amministrativa «difensiva»
Ciò che sul piano giudiziario è fisiologico, a volte non lo è su quello economico, perché talune indagini hanno portato molti imprenditori a chiudere l'attività per poi venire assolti e molti funzionari a temere di essere coinvolti, creando in un corpo burocratico, rallentato da leggi complesse, un tasso di pavidità che rende il sistema Italia in declino
Ci si è occupati già in passato del rallentamento dell'incedere della P.A., e la si è individuata nella complessità di leggi e regolamenti, e chiedendo che la politica esprima davvero una forte volontà di semplificazione.
Certo semplificare un ammasso di burocrazie diversificate (a più strati centrali e locali in Italia, per non parlare di quelle europee) è difficile, né la semplificazione può essere soltanto (se fosse sempre possibile) una riduzione quantitativa dei procedimenti, o addirittura del numero delle norme.
Negli ultimi tempi le riflessioni riguardano però anche altri elementi che caratterizzano in negativo il Sistema Italia, rispetto agli altri paesi europei (o alla maggioranza di essi) e cioè al rapporto tra burocrazia e magistratura sia essa penale o contabile.
Nel caso di inchieste per le grandi infrastrutture, esse talvolta supportano l'agire della Pubblica Amministrazione. È successo per ricostruire il Ponte Morandi, ad esempio, con il Sindaco/Commissario di Governo, che può far uso disinvolto degli appalti a trattativa privata. Allo stesso modo è successo per l'EXPO di Milano.
È un primo segnale: l'indagine penale o porta a conseguenze irreversibili (ma soprattutto per piccole e medie imprese) oppure, ma per le grandi infrastrutture o aziende, talvolta sblocca la situazione, fa accettare rimedi straordinari, altrimenti visti con sospetto. L'esperienza di ogni giorno, poi, evidenzia un modo di amministrare “difensivo” da parte di funzionari e dirigenti.
Non si amministra o si blocca la pratica preoccupandosi più del
«Non si amministra o si blocca la pratica preoccupandosi più del Giudice penale che di un'azione risarcitoria del privato»
Giudice penale che di un'azione risarcitoria del privato. Ma allora in Italia amministrano le Procure?
Riteniamo che sia anche questa una parte del problema, assieme ad altri che rallentano i processi, in un'epoca in cui la dinamica tempi spesso è decisiva per idee, iniziative e imprese.
Ciò per una politica debole.
A volte, addirittura alla politica ha fatto comodo l'intervento delle Procure e tuttora la supplenza dell'apparato giudiziario è invocata e il recente caso dell'ILVA di Taranto insegna.
E poi, altri effetti a catena.
Le solite dichiarazioni delle imprese che delocalizzano sanno di ipocrisia se e quando la giustificazione sono le minori aliquote fiscali, o il minor costo del lavoro. In realtà molte scappano anche alla ricerca di una magistratura meno invasiva. Ciò che sul piano giudiziario è fisiologico, a volte non lo è sul piano economico, perché talune indagini hanno portato molti imprenditori a chiudere
«Forse è giunto il momento che la Politica provveda a far sì che l'iniziativa economica sia protetta, scindendo le responsabilità degli amministratori dalle attività aziendali e quelle dei funzionari dai procedimenti amministrativi da adottare»
l'attività per poi venire assolti e molti funzionari a temere di essere coinvolti, creando in un corpo burocratico, già di per sé non straordinario per cultura e forza (con le dovute naturali eccezioni), rallentato da leggi complesse, un tasso di pavidità che rende il sistema Italia diverso, e per forza in declino. Forse è giunto il momento che la Politica (volutamente solo ora si usa l'iniziale maiuscola) provveda a far sì che l'iniziativa economica sia protetta, scindendo le responsabilità degli amministratori dalle attività aziendali, e quelle dei funzionari dai procedimenti amministrativi da adottare.
È ora che promulghi leggi che favoriscano di più sanzioni patrimoniali personali rispetto a quelle aziendali, che sono il cuore e i polmoni dell'Italia. È il momento, anche di rafforzare, certo, la Magistratura penale e contabile per permettere processi veloci e giusti, ma anche per impedire pericolose invasioni di campo ed effetti collaterali che vanno al di là della corretta azione giudiziaria.