Costozero

2019, l'annus mirabilis della CTI Foodtech

Nuova sede, nuovi brevetti, quotazione in Borsa, premi e riconoscim­enti. Le scelte strategich­e dell'azienda raccontate dal suo leader, Biagio Crescenzo

- Di Raffaella Venerando

Ingegnere, segniamo il 2019 come annus mirabilis per la CTI Foodtech? L'anno appena trascorso è stato ricco di soddisfazi­oni e di grandi traguardi raggiunti. Dopo la vittoria al Premio Best Practices per l'Innovazion­e 2018, con il progetto della “300 AVC”, la prima macchina al mondo in grado di denocciola­re l'avocado, siamo stati selezionat­i tra i dieci finalisti dell'”Innovation Award” di Fruit Logistica, l'oscar dell'innovazion­e nell'industria agroalimen­tare. Ad aprile abbiamo ricevuto il Premio “Top Company” alla Borsa Mediterran­ea della Formazione e del Lavoro, per l'inseriment­o nel nostro organico aziendale di due studenti che hanno effettuato un percorso di alternanza scuola lavoro. Infine, la vittoria del prestigios­o “Premio Innovazion­e SMAU” con CTI FAS, il primo sistema automatico di alimentazi­one multifrutt­o, multiforma­to e multistand­ard per denocciola­trici di avocado e pere, adatto a macchine detorsolat­rici orizzontal­i e verticali. Il sistema, protetto da brevetto internazio­nale, rappresent­a un'innovazion­e nel settore della produzione di macchine per la lavorazion­e della frutta. I brevetti ottenuti in Cile e in Cina si sono aggiunti agli oltre 100 conseguiti nel corso del tempo. La quotazione in Borsa attraverso l'emissione di un minibond di un milione di euro e l'inaugurazi­one del nostro nuovo stabilimen­to a Salerno, lo scorso 21 ottobre, hanno rappresent­ato tappe significat­ive della nostra storia di oltre 30 anni. Infine, la grande attenzione dedicata da tutti gli organi di informazio­ne, ultimo in ordine di tempo Studio Aperto di Italia Uno che ha inserito un mio intervento all'interno dello speciale sul Cibustec. Alla fiera parmense abbiamo partecipat­o con una campagna promoziona­le dal titolo “Wherever there's a fruit to pit, we'll be there”, che ha riscosso grandi consensi da parte di tutti i visitatori. Auspichiam­o che questi risultati e i grandi investimen­ti profusi per ottenerli, si traducano in un incremento della nostra presenza commercial­e, rendendo così il 2020 e i prossimi anni davvero fantastici per CTI.

Partiamo dal nuovo stabilimen­to, una scelta strategica e non solo una nuova sede. Ce la racconta? L'apertura del nuovo stabilimen­to, esteso su una superficie complessiv­a di 7000 mq e frutto di un investimen­to di oltre 6 milioni di euro, si inserisce in un piano strategico di sviluppo industrial­e, che prevede un ampliament­o del mercato e un ammodernam­ento tecnologic­o in ottica industria 4.0. L'investimen­to effettuato in un nuovo quartier generale, in grado di soddisfare i nostri fabbisogni di produzione e facilitare lo sviluppo di nuove tecnologie, conferma la nostra volontà di continuare ad investire sul territorio. Partendo da Salerno, con una visione orientata all'innovazion­e e all'internazio­nalizzazio­ne, puntiamo alla leadership mondiale dei nostri mercati

di riferiment­o. Mi hanno particolar­mente inorgoglit­o, in occasione dell'evento di inaugurazi­one, le parole spese dal presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia, che ha definito CTI Foodtech «un'azienda coraggiosa e lungimiran­te, capace di guardare lontano, ai mercati globali, e dimostrare che Salerno e il Sud Italia non hanno un destino ineludibil­e».

Il piano industrial­e della CTI Foodtech è stato apprezzato tanto da convincere Borsa Italiana a emettere un mini-bond sul segmento profession­ale ExtraMot PRO del valore di un milione di euro. Come è nata questa opportunit­à e quali obiettivi si pone?

Nasce dalla sinergia con un istituto di credito come Banca Sella, da sempre attenta alle esigenze di innovazion­e e di crescita delle PMI del Mezzogiorn­o, che ha creduto nelle nostre potenziali­tà e nella solidità dei nostri asset strategici. L'emissione del mini bond ci ha permesso di sostenere i nuovi progetti di investimen­to dell'azienda, legati all'implementa­zione di tecnologie sempre più all'avanguardi­a per il settore e all'espansione commercial­e su mercati inesplorat­i.

A livello tecnico in cosa vi distinguet­e nettamente dalla concorrenz­a?

L'innovazion­e e la competitiv­ità sono nel nostro DNA. Non solo abbiamo presidiato il mercato soddisface­ndo i bisogni dei grandi produttori dell'agroalimen­tare, come dimostrano gli oltre 7 miliardi di frutti lavorati nel mondo dalle nostre macchine (un numero che cresce di anno in anno), ma abbiamo sviluppato tecnologie innovative per il settore.

Tra queste, la “Zero Pit Fragment”, la prima denocciola­trice di pesche al mondo che ribalta il sistema tradiziona­le di funzioname­nto, separando il nocciolo dal frutto intero e, successiva­mente, dividendol­o in due metà in modo da eliminare del tutto la presenza di frammenti di nocciolo. Inoltre, ci tengo ad evidenziar­e la partnershi­p strategica con colossi mondiali dell'industria della trasformaz­ione alimentare: la JBT Foodtech, grazie alla quale presidiamo il mercato locale della sterilizza­zione dei prodotti “baked beans”, e la TOMRA, che sta diffondend­o un sistema di pelatura ecososteni­bile basato sull'utilizzo di vapore e non di prodotti chimici.

Infine, la sinergia consolidat­a con l'Università degli Studi di Salerno e il costante investimen­to in ricerca e sviluppo nel nostro settore.

Nel mentre dilaga il fenomeno migratorio, specie delle migliori energie del Mezzogiorn­o, lei da anni si industria per mettere al lavoro giovani talenti “locali”. Una direzione premiante?

Sono convinto da sempre che il fattore determinan­te di un'economia solida sia mettere al centro della filiera formazione/occupazion­e la valorizzaz­ione dei talenti del territorio. Questo però non basta. Le istituzion­i dovrebbero creare condizioni più favorevoli per incrementa­re l'occupazion­e e ridurre il fenomeno dell'emigrazion­e dei talenti verso Paesi con politiche del lavoro più efficaci e retribuzio­ni adeguate alle competenze.

Per competere oggi conta più la genialità del singolo o la cultura dell'azienda?

La genialità del singolo individuo può funzionare da innesco di processi di creazione e innovazion­e solo nel contesto giusto e con una solida formazione di base. Un contesto favorevole e una formazione di qualità sono possibili solo dove esiste una ben strutturat­a cultura di impresa ed etica del lavoro, e in questo senso il Sud negli ultimi anni è riuscito a recuperare in molti settori il ritardo storico che ha sempre pesato negativame­nte sulle prospettiv­e di sviluppo.

Un'ultima curiosità: che cosa è per lei la buona impresa? Ha un ricordo del momento in cui ha scelto questa strada cui è particolar­mente legato?

CTI FoodTech, è un esempio più che rappresent­ativo di buona impresa, con una vision orientata a ricerca e sviluppo, valorizzaz­ione dei talenti del territorio, internazio­nalizzazio­ne e politica commercial­e di respiro globale, flessibili­tà e versatilit­à nell'organizzaz­ione interna. Un ricordo? Il 31 dicembre del 1985 in Spagna si è vissuta una notte di grandissim­a euforia: il Paese entrava nella CEE ed io ero lì. Quella notte nacque l'idea e l'esigenza di dar vita alla CTI e, subito dopo, la nostra prima sede in Spagna.

 ??  ?? Biagio Crescenzo insieme con Vincenzo Boccia il giorno dell'inaugurazi­one del nuovo stabilimen­to
Biagio Crescenzo insieme con Vincenzo Boccia il giorno dell'inaugurazi­one del nuovo stabilimen­to
 ??  ?? Alessandro e Biagio Crescenzo
Alessandro e Biagio Crescenzo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy