Educare alla Sicurezza del Lavoro: le Biotecnologie e il percorso realizzato dai ricercatori Inail
a cura di Elena Sturchio, Priscilla Boccia, Miriam Zanellato Inail, dit, laboratorio Biotecnologie
Il nuovo studio intende costituire un modello operativo estendibile a livello nazionale alle realtà universitaria e ospedaliera, attraverso la creazione di una Rete tra RSPP e ricercatori di tali ambiti e le Istituzioni, per accrescere la cultura e le competenze per la prevenzione e la tutela della salute e dell'ambiente presso gli Atenei Universitari e le Aziende Ospedaliere
Il comparto biotecnologico in Italia è in continua crescita, contando oggi 13.000 addetti, 571 imprese. Gli impianti pubblici e privati, autorizzati dal Ministero della Salute secondo il D.Lgs. 206/2001 per l'applicazione delle metodiche più avanzate delle biotecnologie, sono circa 500 in Italia.
Aspetti Normativi
Le applicazioni delle tecniche di biologia molecolare in campo biomedico rappresentano attualmente il settore nel quale le biotecnologie hanno dato il contributo più significativo sia in termini di prodotti terapeutici che di ricerca e sviluppo. Le biotecnologie sono uno dei settori di ricerca avanzata in cui maggiormente si è cercato di sviluppare delle linee guida e delle regolamentazioni atte a tutelare la salute dell'uomo, degli animali e dell'ambiente, spinti, anche, dalla necessità di armonizzare le strutture legislative ed amministrative dei diversi Stati Membri dell'UE. È in vigore il Decreto legislativo n. 206 del 2001 (Direttiva 2009/41/CE) che stabilisce che chiunque abbia intenzione di utilizzare un MOGM deve ricevere l'autorizzazione preventiva dall'Autorità Competente Italiana che ha sede presso il Ministero della Salute. Con l'attuazione di questo provvedimento, l'Autorità Competente, tramite un Comitato Tecnico Sanitario, del quale fa parte anche l'Inail, ha il compito di valutare ed autorizzare gli impianti dove vengono effettuate le attività (di ricerca, di sviluppo e produzione) ed il tipo di manipolazione genetica, nonché i rischi prevedibili, immediati o futuri che il MOGM o la combinazione di MOGM utilizzati possono presentare per la salute umana, animale e per l'ecosistema in generale. Problematica emersa. Molti di questi impianti autorizzati dal Ministero della Salute sono localizzati presso gli Atenei Universitari e le Aziende Ospedaliere, e per quanto riguarda l'applicazione delle norme di sicurezza, la quasi totalità degli Atenei Italiani ha formalizzato l'approccio sistemico in un regolamento interno, che non presenta ancora una buona corrispondenza tra azioni formali ed effettiva attuazione delle azioni operativo-gestionali. La realtà universitaria deve coniugare, infatti, la gestione della prevenzione con una realtà organizzativa molto complessa e flessibile, data l'autonomia e la libertà di ricerca e di didattica e l'elevato turn-over del personale e la disponibilità di finanziamenti ad hoc. Si evidenzia una reale difficoltà nell'attuazione di un sistema integrato di gestione della sicurezza che dovrebbe essere auspicato dai vertici aziendali e condiviso - nello spirito e negli obiettivi - da tutte le componenti universitarie.
Obiettivi della nuova ricerca Inail, dit
La nuova ricerca intende costituire un modello operativo estendibile a livello nazionale alla realtà universitaria e ospedaliera, attraverso la creazione di una Rete tra RSPP e ricercatori di tali ambiti e le Istituzioni, al fine di accrescere la cultura e le competenze per la prevenzione e la tutela della salute e dell'ambiente presso gli Atenei Universitari e le Aziende
Ospedaliere che sono a volte il punto critico nell'applicazione del D.Lgs.206/2001.
La parola chiave dell'attività, quindi, è la promozione della Sicurezza intesa come attuazione di un processo sistematico complesso che presupponga incrocio di competenze, tecniche e scientifiche, molto diversificate dal punto di vista disciplinare, ma con l'obiettivo comune e non rinunciabile di unire tutti gli sforzi finalizzati alla razionalizzazione ed al miglioramento degli ambienti di lavoro.
Da qui l'importanza di:
>> connettere molteplici competenze;
>> creare uno strumento che metta in rete le diverse competenze;
>> verificare e sviluppare strumenti e dispositivi innovativi al fine di ridurre l'esposizione del lavoratore, nel caso di carenze impiantistiche di strutture obsolete;
>> formare e sensibilizzare il lavoratore tenendo conto che il comportamento del lavoratore è il nodo cruciale del processo di sicurezza.
In molti casi, infatti, è noto che il fattore umano costituisce il vero punto debole nei sistemi di sicurezza. Si tratta, quindi, di prevedere un idoneo piano di sviluppo per migliorare le competenze attraverso l'addestramento, l'istruzione e l'apprendimento mirati e contestualmente di implementare opportune azioni che aumentino la consapevolezza delle conseguenze reali e potenziali, delle proprie attività lavorative, del proprio comportamento e dei benefici derivanti dal miglioramento delle prestazioni personali.
Da qui nasce l’esigenza di educare alla Sicurezza in maniera trasversale a partire dal mondo della Ricerca fino a quello della Scuola, ma come?
Sono stati realizzati progetti innovativi e di rete in collaborazione tra Istituzioni, scuola, organismi pubblici e privati di ricerca e territorio al fine di promuovere la cultura scientifica e tecnologica e della sicurezza sul lavoro nel settore delle Biotecnologie e nell'agroalimentare per il raggiungimento in maniera trasversale degli obiettivi dell'Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile dell'Onu. Quindi, i ricercatori Inail, dit hanno creato un network tra Ricerca-Scuola-Istituzioni-Impresa, come attività di Terza Missione, per la corretta comunicazione del rischio in tema di biotecnologie, viste le preoccupazioni che suscita una materia così innovativa. Sono stati in questi ultimi 10 anni realizzati diversi progetti di ricerca che utilizzano sistemi di apprendimento innovativi per il lifelong learning, e in linea con gli obiettivi INAIL, sono state proposte al mondo dell'istruzione iniziative innovative finalizzate all'orientamento, all'occupazione e trasferimento delle attività della Ricerca agli Istituti Superiori della Regione Lazio, in settori identificati dalle strategie europee come prioritari ai fini dello sviluppo e dell'innovazione.
Quali Metodologie sono state applicate?
Il modello psico-comportamentale “Nudging-gentle push” che risponde in ma niera trasversale alle regole d'oro di Vision Zero: 2-6 e 7 Sono stati studiati negli anni dai ricercatori, diversi approcci metodologici per le attività di formazione/informazione e sensibilizzazione dei giovani lavoratori, nel settore della sicurezza nelle applicazioni biotecnologiche. L'ultimo approccio più interessante e innovativo sperimentato va oltre la metodologia della formazione partecipata/interattiva, e attraverso l'integrazione del modello psico-comportamentale
“Nudging-gentle push”, è stato possibile verificare come si possano produrre piccole modifiche nella percezione delle proprie capacità di poter scegliere e compiere concretamente cambiamenti significativi, dando spazio ed importanza alla propria dimensione emotiva, alla sua risonanza ed alla sua valenza di motore motivazionale per
innescare processi di cambiamento.