Cerco e offro lavoro: i curricula da scartare
Qualche semplice regola affinché la vostra occasione di futuro non finisca nel cestino C
Chiunque abbia un'attività, o la rappresenti, si ritrova quasi quotidianamente a ricevere richieste di lavoro. La maggior parte di queste si possono definire esattamente come tali. Non sono offerte di collaborazione, ma vere e proprie richieste in cui il lavoro viene considerato come qualcosa di dovuto, che dovrebbe piovere in automatico dopo la semplice visione di un curriculum, come se oggi, aver fatto un percorso universitario e uno stage, potesse aprire magicamente tutte le porte della vita professionale. L'idea di una collaborazione non retribuita in termini economici, nel corso della quale una persona che della vita professionale ha conosciuto soltanto il lato per così dire accademico, possa acquisire know-how e capacità sul campo, giocandosi contemporaneamente le proprie carte per restare, non viene mai vissuta come un'occasione preziosa che l'azienda offre in termini di tempo e di investimento sul futuro professionista, quanto piuttosto “buttata giù” come un boccone amaro, legato allo sfruttamento, senza alcun risvolto formativo. E se è vero che, da un lato esistono aziende che sanno già dal primo momento che lo stagista o il praticante anche per banali ragioni di budget non avrà un futuro all'interno del proprio organico, dall'altro il valore dell'esperienza non viene quasi mai messo sul piatto della bilancia. Per questo l'invio dei curricula è sempre più randomico, non tiene conto dell'interlocutore, di cosa ci si aspetti dal candidato e di quali potrebbero essere gli obiettivi comuni, l'unica possibilità concreta perché la collaborazione abbia un futuro. Cosa si intende per casuale? L'invio è randomico, ad esempio, nel caso in cui la mail arrivi senza che il mittente si rivolga a noi chiamandosi per nome e cognome, senza che l'allegato con il curriculum sia preceduto da qualche riga di introduzione in cui si evinca chiaramente che l'attività è stata messa a fuoco e che ci possono essere delle idee condivisibili o quando manca totalmente di pertinenza.Detto questo, il galateo impone che a qualsiasi messaggio scritto si risponda con un messaggio scritto, anche se la notizia è un banalissimo “no grazie”. Perché se da un lato c'è l'inesperienza a dare una giustificazione, dall'altra è richiesto a chi si trova un passo più avanti nella sfera professionale, di dare quantomeno il buon esempio. È gratis.