Costozero

Cerco e offro lavoro: i curricula da scartare

Qualche semplice regola affinché la vostra occasione di futuro non finisca nel cestino C

- Di N. Santini

Chiunque abbia un'attività, o la rappresent­i, si ritrova quasi quotidiana­mente a ricevere richieste di lavoro. La maggior parte di queste si possono definire esattament­e come tali. Non sono offerte di collaboraz­ione, ma vere e proprie richieste in cui il lavoro viene considerat­o come qualcosa di dovuto, che dovrebbe piovere in automatico dopo la semplice visione di un curriculum, come se oggi, aver fatto un percorso universita­rio e uno stage, potesse aprire magicament­e tutte le porte della vita profession­ale. L'idea di una collaboraz­ione non retribuita in termini economici, nel corso della quale una persona che della vita profession­ale ha conosciuto soltanto il lato per così dire accademico, possa acquisire know-how e capacità sul campo, giocandosi contempora­neamente le proprie carte per restare, non viene mai vissuta come un'occasione preziosa che l'azienda offre in termini di tempo e di investimen­to sul futuro profession­ista, quanto piuttosto “buttata giù” come un boccone amaro, legato allo sfruttamen­to, senza alcun risvolto formativo. E se è vero che, da un lato esistono aziende che sanno già dal primo momento che lo stagista o il praticante anche per banali ragioni di budget non avrà un futuro all'interno del proprio organico, dall'altro il valore dell'esperienza non viene quasi mai messo sul piatto della bilancia. Per questo l'invio dei curricula è sempre più randomico, non tiene conto dell'interlocut­ore, di cosa ci si aspetti dal candidato e di quali potrebbero essere gli obiettivi comuni, l'unica possibilit­à concreta perché la collaboraz­ione abbia un futuro. Cosa si intende per casuale? L'invio è randomico, ad esempio, nel caso in cui la mail arrivi senza che il mittente si rivolga a noi chiamandos­i per nome e cognome, senza che l'allegato con il curriculum sia preceduto da qualche riga di introduzio­ne in cui si evinca chiarament­e che l'attività è stata messa a fuoco e che ci possono essere delle idee condivisib­ili o quando manca totalmente di pertinenza.Detto questo, il galateo impone che a qualsiasi messaggio scritto si risponda con un messaggio scritto, anche se la notizia è un banalissim­o “no grazie”. Perché se da un lato c'è l'inesperien­za a dare una giustifica­zione, dall'altra è richiesto a chi si trova un passo più avanti nella sfera profession­ale, di dare quantomeno il buon esempio. È gratis.

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ph/Christian Ciardella

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