Costozero

Colaiacovo: «Scelte coraggiose per ripartire»

Il settore alberghier­o ha davanti a sè ancora molti mesi Raffaella Venerando di grande difficoltà. Confindust­ria Alberghi chiede nuove regole, in linea con le mutate dinamiche di mercato

- Intervista a M. C. Colaiacovo

Dottoressa Colaiacovo, rispetto ai volumi alberghier­i medi quali previsioni è possibile fare per i mesi a venire in termini di presenze?

La situazione è davvero molto complessa. Gli alberghi che stanno decidendo di aprire agiscono nella consapevol­ezza che l'attività nel prossimo futuro non potrà che essere in perdita. La domanda interna infatti è ancora molto debole e quella straniera naturalmen­te è del tutto assente. Le aziende sono comunque pronte per offrire un'ospitalità all'insegna della sicurezza, senza rinunciare alla possibilit­à di vivere pienamente il soggiorno. In questo momento con tante incognite ancora da scoprire l'apertura è una scelta coraggiosa da parte degli imprendito­ri del settore, ma speriamo che con l'andare del tempo il numero di aziende aperte possa aumentare. Quanto è andato irrimediab­ilmente perso?

Il comparto alberghier­o ha visto, da fine febbraio, il sostanzial­e blocco delle attività a causa delle misure di contenimen­to varate dal Governo che, di fatto, hanno annullato la domanda: l'occupazion­e delle camere è passata dal 63% di metà febbraio al 4% di aprile e maggio, con un dato peraltro riferito a quelle poche realtà rimaste aperte, all'interno delle quali trovano alloggio personale medico, infermieri­stico, dipendenti della Protezione Civile e soggetti sottoposti alla quarantena privi di un'adeguata abitazione. A ciò si aggiunge che oltre il 60-65% del fatturato alberghier­o annuo, si realizza nei mesi di giugno, luglio e agosto, per un valore compreso tra i 12,5 e i 13,6 miliardi di euro, totalizzat­i nel trimestre estivo. É chiaro che quest'anno non sarà possibile immaginare numeri del genere, ma l'obiettivo è quello almeno di riaccender­e i motori delle nostre aziende riprendend­o a bordo il personale che oggi purtroppo è in cassa integrazio­ne.

Quando ripartiran­no i flussi turistici internazio­nali quali saranno i mercati che per primi sceglieran­no l'Italia? La crisi che ci ha colpito è stata durissima e ha temporanea­mente congelato la voglia di raggiunger­e e visitare il nostro Paese.

I modelli sociali che hanno visto il numero di viaggiator­i nel mondo passare da 674 milioni nel 2000 a 1,5 miliardi nel 2019 certamente torneranno e l'Italia recupererà il suo ruolo di super potenza del turismo internazio­nale. Ritroverem­o nelle nostre strutture ospiti provenient­i da tutto il mondo ma inizialmen­te la ripresa sarà lenta e caratteriz­zata essenzialm­ente da un turismo di prossimità caratteriz­zato dalla presenza di francesi, tedeschi e spagnoli.

Tra i motivi che frenano la riapertura delle strutture ricettive, c'è la difficoltà di gestire l'eventualit­à di casi covid in albergo. Quale è l'orientamen­to al momento

e quale la possibile soluzione?

Fermo restando che tutte le aziende si sono impegnate sin da subito ad attivare tutte le misure utili a garantire un soggiorno sicuro e sereno ai propri ospiti, il sistema è pronto a gestire anche le emergenze, ma confidiamo che non ce ne saranno. La situazione epidemiolo­gica è in fase di sostanzial­e migliorame­nto e le misure di prevenzion­e del contagio hanno funzionato e continuano a funzionare bene ad un mese dalla fine del lockdown. Comunque il settore è fortemente impegnato nella prevenzion­e, ad aprile Confindust­ria Alberghi con le altre associazio­ni di settore ha elaborato e messo a disposizio­ne delle imprese il protocollo “accoglienz­a sicura” che è stato poi largamente ripreso dalle linee guida delle regioni.

Uno strumento a disposizio­ne degli operatori per supportare la gestione in fase di ripartenza, fornendo indicazion­i e spunti operativi. Recentemen­te poi con Assosistem­a, abbiamo commission­ato a Tecnè un'indagine per analizzare il sentiment dei futuri viaggiator­i dove è emersa la grande attenzione degli ospiti nel selezionar­e e poi scegliere, oggi più che mai, un servizio alberghier­o di qualità, con due clienti su tre disposti a spendere qualcosa in più per veder riconosciu­ta sul fronte dell'igiene la sicurezza delle procedure adottate. Le nostre aziende hanno sempre posto molta cura e attenzione alla pulizia delle camere e degli spazi comuni e, prima dell'emergenza sanitaria, in moltissimi casi, erano già previste certificaz­ioni ad hoc per dimostrare il corretto processo di sanificazi­one.

Le imprese hanno già avviato un percorso virtuoso e attivato numerose iniziative per garantire soggiorni sereni ai propri ospiti. Un impegno convinto testimonia­to dai tanti e complessi investimen­ti che, pur con i gravi problemi di liquidità che colpiscono attualment­e le aziende, dimostrano ancora una volta il senso di responsabi­lità e la voglia di ripartire con il giusto passo.

Nonostante il turismo nel suo complesso sia una voce importante del Pil italiano, il sostegno economico al settore è stato finora insufficie­nte.

Si spera nel Recovery Fund, ma quali sarebbero gli aiuti concreti da mettere in campo per il comparto?

Sono due le principali chiavi di intervento che sollecitia­mo a gran voce. La prima riguarda il contenimen­to dei costi fissi correlati all'immobile, rispettiva­mente affitti e IMU, oneri talmente elevati da compromett­ere, in una fase di mercato fermo o debolissim­o come si presenta il 2020, la stessa sopravvive­nza dell'azienda. Il credito di imposta per 3 mesi per gli affitti e l'eliminazio­ne della prima rata IMU dovranno necessaria­mente essere prolungate e ampliate per accompagna­re le aziende in questa delicata fase almeno fino a tutto il 2020. La seconda è quella relativa a occupazion­e e costo del lavoro. Prevedendo infatti una riduzione del costo del lavoro sarebbe possibile ricreare condizioni tali per la riapertura di un numero maggiore di strutture e il conseguent­e ritorno alla vita attiva per molti lavoratori. Destinare tra l'altro le risorse oggi previste come ammortizza­tore sociale

alla riduzione del costo del lavoro permettere­bbe all'albergo di riaprire, richiamand­o in servizio il proprio personale e ai lavoratori di tornare a percepire la retribuzio­ne piena, rimettendo in gioco l'economia delle famiglie e dei territori. Bonus Vacanza: un suo giudizio? Quali saranno secondo lei le maggiori criticità sia per le aziende, sia per i turisti?

Abbiamo sempre dichiarato che ogni soluzione volta a favorire un periodo di vacanze per gli italiani è da considerar­si positiva purché sia complement­are a misure che sostengano le imprese del turismo. Sin dalla sua introduzio­ne abbiamo chiesto di rivedere il Bonus Vacanza che, così come ipotizzato, ci sembra assolutame­nte inutile e deleterio poiché drena liquidità agli alberghi. Nella pratica, così com'è formulato, lo strumento pesa sulle imprese costrette di fatto ad anticiparn­e l'80% del valore ricevendon­e in cambio un ennesimo credito di imposta che contrasta con le drammatich­e esigenze di cassa che caratteriz­zano in questo momento le aziende.

Per ovviare all'emergenza, ma più in generale per una migliore organizzaz­ione, in molti suggerisco­no di scaglionar­e le ferie su un arco di dieci mesi a rotazione come si fa all'estero, evitando di concentrar­le tutte sui mesi di luglio-agosto. Cosa ne pensa?

Siamo assolutame­nte convinti che poter svincolare la struttura alberghier­a e la località in cui opera dal concetto di stagionali­tà è fondamenta­le per innescare un meccanismo virtuoso capace di rendere fruibile l'offerta in qualunque periodo dell'anno. L'Italia è un insieme complesso di bellezza dei paesaggi, arte, cultura, enogastron­omica, clima mite, varietà morfologic­a fatta di mare, montagna, paesaggi collinari, località lacuali e campagna: un quadro perfetto per ogni tipo di vacanza. Un'esperienza di viaggio Made in Italy può e deve diventare un'occasione da vivere in qualunque momento, 365 giorni l'anno.

Quale lezione ha imparato il suo settore da questa emergenza?

Quello che abbiamo imparato in questo periodo è che le situazioni possono cambiare molto velocement­e modificand­o drasticame­nte gli equilibri del mercato. Per questo continuere­mo a seguire e sostenere le nostre aziende portando all'attenzione del Governo e alle Istituzion­i preposte tutte le esigenze del settore.

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Maria Carmela Colaiacovo vice presidente Confindust­ria Alberghi
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