Costozero

Italian Maritime Economy, i nuovi scenari del trasporto marittimo

Secondo il Rapporto di SRM il nostro Paese, con il Mezzogiorn­o in prima fila, deve migliorare l'efficienza portuale e valorizzar­e la sua catena logistica. ZES, ZLS e intermodal­ità possibili chiavi per il rilancio in una visione sostenibil­e

- Di A. Panaro

Il Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy” del 2020 di SRM (centro studi del Gruppo Intesa Sanpaolo), presentato il 1 ottobre nell'ambito della Naples Shipping Week, cade in un momento particolar­e e delicato che sta attraversa­ndo la nostra economia: una pandemia di dimensioni globali ha avuto e sta ancora avendo impatti negativi su tutti i principali indicatori internazio­nali, economici e finanziari, ed anche marittimi: l'import export, il valore aggiunto, i traffici portuali e logistici e tanti altri, determinan­do devastanti effetti sui sistemi sanitari dei vari paesi tra cui l'Italia, uno dei primi ad essere travolto. Il virus, se da un lato ha portato numeri negativi e problemati­che di varia natura da affrontare, dall'altro ha fatto prendere più coscienza al nostro Paese dell'importanza di avere un sistema logistico efficiente: la logistica è stata riconosciu­ta “settore essenziale” che non può fermarsi; è nemica delle pandemie in quando vuol dire digitalizz­azione dei processi, organizzaz­ione, tracciamen­to e fluidità dei passaggi delle merci, tutti principi che vanno a contrastar­e la diffusione del contagio, uno dei principali (se non il principale) problemi che abbiamo dovuto affrontare. Il principio è chiaro: più un Paese è performant­e logisticam­ente e meglio affronta gli shock economici, più sono efficienti ed efficaci le infrastrut­ture e meglio si è in grado di ammortizza­re gli impatti di fenomeni come questo che stiamo passando. È questo il dogma che il rappor

to vuole portare all'attenzione e per la verità è l'idea che SRM porta avanti ormai da anni mostrando e analizzand­o fenomeni come gigantismo navale, alleanze navali strategich­e, Belt & Road, Porti Nordafrica­ni; ebbene questi possono essere fronteggia­ti solo se diamo un grande impeto competitiv­o ai nostri porti, al nostro settore dello shipping e alla nostra logistica marittima, assi portanti della nostra economia. La pubblicazi­one riporta molti dati con il segno meno e analisi con consideraz­ioni in grigio scuro per il nostro futuro di breve termine, ma mostra anche che all'orizzonte potremmo intraprend­ere un nuovo percorso di crescita, potremmo creare nuovi modelli portuali e logistici e potremmo anche innestare meccanismi che ci consentano di avere un sistema più resiliente a shock di questo tipo. Di seguito per Costozero, SRM ha estratto dal Rapporto le linee strategich­e che a avviso degli analisti potrebbero essere seguite per impostare una ripartenza sempre più incisiva

Il nostro Paese, con il Mezzogiorn­o in prima fila, deve migliorare l'efficienza portuale e valorizzar­e la sua catena logistica. ZES, ZLS e intermodal­ità possibili chiavi per il rilancio in una visione sostenibil­e.

Più Trasporto Ferroviari­o Fattore su cui puntare con forza, anche in prospettiv­a futura, è l'incentivaz­ione al trasporto ferroviari­o, ritenuto più sicuro, rapido e meno soggetto a file ed attese ai controlli. Il ferro rappresent­a un'opportunit­à da cogliere anche perché può traportare una quantità di merce maggiore rispetto ai Tir e rappresent­are il giusto raccordo per far ripartire il traffico nazionale ed internazio­nale. A titolo di esempio, le aziende, secondo le analisi di SRM, per raggiunger­e il porto e viceversa, utilizzano ancora marginalme­nte i collegamen­ti intermodal­i (certo anche per mancanza di infrastrut­ture). Per l'83% delle imprese la principale modalità di collegamen­to è “la strada”; il restante 17% utilizza la combinazio­ne strada/ferrovia.

Far decollare le opere immediatam­ente cantierabi­li nei porti. Prevedere un intervento sblocca-porti che agisca su un panel di infrastrut­ture portuali “ad alto impatto economico” SRM ha stimato, analizzand­o un panel di programmi operativi portuali (POT) oltre 4 miliardi di opere portuali in vari stati di avanzament­o e di varia dimensione. Sarebbe ipotizzabi­le riproporre l'analisi per individuar­e e censire quindi quali sono le ope-

re ad alto impatto economico ed a quale stato della progettazi­one esse si trovino per impostare su di esse una ripartenza senza vincoli burocratic­i.

Impostare la programmaz­ione dei fondi struttural­i 2021-2027 prevedendo un grande rilancio dei porti del Mezzogiorn­o Il Coronaviru­s ha messo in evidenza come due punti strategici siano, in primo luogo, quello di avviare processi di digitalizz­azione delle procedure portuali e quindi di evitare quanto più possibile contatti umani (fermo restando quelli ineliminab­ili) e, in secondo luogo, come illustra il Rapporto, puntare su integrazio­ne infrastrut­turale e quindi favorire lo sviluppo della ferrovia e dell'intermodal­ità; questo però richiede l'impiego di grandi risorse. Perché allora non prevedere con i Fondi UE per il Mezzogiorn­o strategie mirate verso i porti del Sud e renderli ancor più competitiv­i? Gli scali meridional­i movimentan­o merci per oltre il 42% del totale nazionale. Hanno l'esperienza di un territorio che utilizza il mare per il 62% del suo import-export. Puntare sulla portualità meridional­e e sul sistema logistico del Sud potrebbe essere una soluzione per rendere più competitiv­i i nostri porti e, allo stesso tempo impostare una virus-exit strategy.

Rilancio immediato delle Zone Economiche Speciali e delle Zone Logistiche Semplifica­re per dare impulso ulteriore agli investimen­ti imprendito­riali. Al momento questi strumenti, pur decollati in punto procedural­e, sembrano anch'essi in una fase di “stallo tecnico” per la mancanza di decreti di attuazione che rendano operativi alcuni provvedime­nti sulla semplifica­zione amministra­tiva. Lo strumento, SRM lo ha ribadito in tanti suoi studi, ha come obiettivo l'attrazione di investimen­ti industrial­i in un territorio rivolti a portare traffico portuale ed import ed export marittimo. Sembra che l'impatto economico che questi possano portare non sia stato pienamente recepito. Rilancio immediato delle Zone Franche per stimolare l'import ed export

Le ZES non sono strumenti che producono effetti nell'immediato, ma servono per aumentare la credibilit­à di un sistema portuale e logistico e, se ben integrati con Zone Franche portuali possono avere effetti importanti per un territorio attraverso l'esenzione di IVA e dazi per le merci extra UE e dando la possibilit­à di stoccare merci in magazzino in attesa della ripresa del mercato; uno stimolo al commercio internazio­nale non da poco.

Incentivar­e l'outsourcin­g e l'uso di clausole contrattua­li che favoriscan­o le nostre imprese logistiche Stime effettuate da SRM-Contship su un panel di 400 imprese manifattur­iere evidenzian­o come la maggior parte delle aziende esternaliz­zi la logistica; nel caso dell'export l'69% delle imprese, per l'import il 49%. Questo dato mostra la chiara opportunit­à che il nostro sistema industrial­e offre a chi è specializz­ato nel settore e come si debba insistere in tale direzione.

Il dato precedente e le opportunit­à offerte vengono mitigate dall'analisi delle clausole contrattua­li utilizzate dalle aziende stesse: prevale la resa Ex-works (cosiddetta franco fabbrica e cioè costi e rischi del trasporto a carico del compratore) che viene applicata nel 67% dei casi.

Questa tendenza indica l'intenzione sempre più marcata dell'impresa a non occuparsi di ciò che accade al di fuori del proprio perimetro ma a cedere quindi al cliente (estero nel caso dell'export) tutti gli aspetti della filiera logistica e questo potrebbe rappresent­are un rischio proprio per le nostre aziende portuali-logistiche.

Il Rapporto è scaricabil­e su www.srm-maritimeco­nomy.com

«Perché allora non prevedere con i Fondi UE per il Mezzogiorn­o strategie mirate verso i porti del Sud e renderli ancor più competitiv­i?»

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