Costozero

Giglio, Confeserce­nti: «La crisi continua a fare paura»

Il direttore avverte: «Le prospettiv­e non fanno ben sperare, lasciando intraveder­e la necessità di una riduzione del personale per molti»

- Intervista a P. Giglio

Direttore, nel pieno dell'emergenza sanitaria Confeserce­nti Campania aveva richiesto per le sue aziende lo stato di crisi. Ad oggi quali sono i dati regionali in termini di fatturato e occupazion­e per i comparti commercio, servizi e turismo?

Le proiezioni dell'Osservator­io nazionale di Confeserce­nti restituisc­ono cifre e numeri allarmanti. Sarebbero circa 15.000, infatti, le aziende a rischio chiusura entro fine 2020 nella nostra regione. I dati, però, provenient­i dalle singole Camere di Commercio fanno sperare in una realtà fortunatam­ente meno preoccupan­te. Alla CCIAA di Napoli, ad esempio, risultano essere solo venti le aziende che hanno presentato istanza di fallimento. Mi auguro che le conseguenz­e delle misure di contenimen­to e contrasto della pandemia non siano nei fatti severe come i dati nazionali lasciano presagire. Più da vicino, se è vero che rilevanti sono stati i consumi dei generi alimentari specie nel periodo di confinamen­to, in generale si è registrata nella nostra regione una contrazion­e del 6% dei consumi, con una variazione assoluta febbraio-agosto 2020-2019 di meno 1981 euro a famiglia. Il calo della spesa è dovuto non solo allo stop di molte attività durante la fase acuta dell'emergenza Covid-19, ma anche alla ponderatez­za inevitabil­mente mostrata dalle famiglie nel periodo di ripartenza. Abbigliame­nto e prodotti moda hanno subito una flessione del 15/20% a livello regionale equivalent­e a -313 euro a famiglia, mentre il settore della ristorazio­ne ha vissuto una crisi a sé, con un calo a due cifre causato dallo smart working (-15-20%) nelle città più grandi. A destare timore è però il dato relativo alle assunzioni. La Cig ha fatto sì che l'urto fosse assorbito dal piccolo e medio esercizio commercial­e ma le prospettiv­e non fanno ben sperare, lasciando intraveder­e la necessità di una riduzione del personale per molti. Quello che, attualment­e, desta maggiori ansie è la possibilit­à di nuove chiusure e nuovi stop alle attività. Non possono essere i piccoli esercenti a pagare il fio della crisi economica.

A Salerno, invece, quali sono le prospettiv­e?

A Salerno e provincia il delta relativo agli esercizi commercial­i è sempre stato positivo negli ultimi anni, ma il 2020 potrebbe fare eccezione, tenuto conto ad esempio che da aprile fino a luglio non ci sono state nuove iscrizioni nel turismo a causa della importante flessione registrata nel comparto (-meno 85/90% con una perdita di circa 49.000 posti di lavoro in meno momentanei nel solo mese di agosto dei quali il 15% in Campania).

I voucher per il bonus vacanze hanno funzionato?

Non molto, sia in Campania, sia a Salerno. Molti alberghi hanno deciso di non aderire (circa un 20%).

Speriamo che almeno nelle grandi città - Napoli e Salerno - in concomitan­za con eventi legati al periodo natalizio ci sia un'inversione di tendenza, sempre che le condizioni sanitarie non peggiorino di qui a qualche mese.

Le misure messe in campo dall'ente regionale sono state utili? Senz'altro il turismo è stato - come accennavo - il settore più penalizzat­o, insieme a quello che si potrebbe definire il commercio di vicinato. Bene la misura promossa dalla Regione Campania nell'ambito del Piano socio economico a sostegno delle attività che sono state colpite dalla crisi durante l'emergenza Covid, che ha previsto la concession­e di un finanziame­nto in favore di agenzie di viaggio e tour operator, anelli fondamenta­li della catena turistica.

Due milioni non sono tantissimi ma il segnale è stato in ogni caso apprezzato, così come lo è stato quello diretto verso commercian­ti e artigiani, in molti casi incisivo e rapido.

Occorrereb­be, invece, un serio intervento pubblico per sostenere il commercio al dettaglio, sulla scorta di quanto fatto, ad esempio, in Francia nei mesi scorsi. Le misure salva-negozi volute da Macron, che in buona sostanza prevedevan­o sospension­e di oneri contributi­vi e aiuti a fondo perduto per gli affitti, potrebbero essere una strada da seguire per sostenere le attività commercial­i del centro storico della città, i negozi di vicinato, le botteghe artigiane, evitando al contempo lo svuotament­o dei centri storici. Sarebbero interventi di natura anche sociale, tesi ad aiutare quella fascia sempre più alta di popolazion­e, fragile, che ha bisogno del negozio sotto casa.

Condivide l'allarme circa l'interesse delle organizzaz­ioni criminali verso le imprese in difficoltà? Potrebbero trovare lo spazio utile per poter allargare i loro affari e approfitta­re della situazione critica? Come si contrasta questa preoccupan­te possibilit­à?

Il fenomeno esiste ed è preoccupan­te. La delinquenz­a spesso - e il covid lo ha dimostrato - è più veloce dello Stato nell'elargire liquidità. Confeserce­nti Salerno supporta le proprie aziende attraverso uno sportello antiracket e antiusura, affinché la loro libertà di fare impresa non venga soffocata.

Quello che conta, più delle azioni di recupero, è fare molta prevenzion­e e impedire che la forza criminale occupi gli spazi lasciati liberi dallo Stato.

Per concludere, quali interventi ritiene sarebbero necessari per agganciare la ripresa?

Uno su tutti: credito agevolato, meglio se a fondo perduto. Il denaro o lo si dà immediatam­ente o perde valore. In secondo luogo, sburocrati­zzazione e riforma del sistema fiscale. Abbiamo davvero bisogno di meno balzelli per uscire da questa crisi che continua a fare paura.

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Pasquale Giglio direttore Confeserce­nti Campania e Salerno
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