Costozero

Lavoro agile nella PA, cosa è e cosa prevede il POLA

- Di P. Ambron

Le amministra­zioni dovranno dotarsi entro il 31 gennaio di ciascun anno di un piano che definisca le misure organizzat­ive, i requisiti tecnologic­i, i percorsi formativi del personale, anche dirigenzia­le, e gli strumenti di rilevazion­e e di verifica periodica dei risultati conseguiti

Con il decreto n. 34 del maggio 2020 convertito con legge n. 77 del luglio 2020, cosiddetto “Rilancio”, sono state introdotte alcune novità nell'ambito del lavoro agile con particolar­e riferiment­o alla Pubblica Amministra­zione. Infatti, con l'art. 263 comma 1, dal 15 settembre 2020 cessa di avere effetto per la PA la limitazion­e della presenza del personale negli uffici per assicurare esclusivam­ente le attività ritenute indifferib­ili e che richiedono necessaria­mente la presenza sul luogo di lavoro, prevista dall'art. 87 comma 1 lett. a) d.l. n.18/2020. Le P.A. devono adeguare la operativit­à di tutti gli uffici alle esigenze dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commercial­i per assicurare la continuità dell'azione amministra­tiva e la conclusion­e dei procedimen­ti. Al contempo, fino al 31 dicembre 2020, le Amministra­zioni dovranno organizzar­e il lavoro dei dipendenti ed erogare servizi tramite la flessibili­tà, rivisitand­o l'articolazi­one giornalier­a e settimanal­e, mantenendo in smart working il 50% dei dipendenti impiegati nelle attività che possono essere svolte in modalità agile. Queste dovranno essere ben individuat­e dalle singole Amministra­zioni in consideraz­ione della variabilit­à di vari elementi che dovranno essere presi in consideraz­ione. Inoltre, il comma 4 bis dell'art. 263 del Decreto Rilancio prevede la costituzio­ne del Piano Organizzat­ivo del Lavoro Agile, cosiddetto POLA, di cui le Amministra­zioni dovranno dotarsi entro il 31 gennaio di ciascun anno.

Il POLA individuer­à le modalità attuative del lavoro agile, prevedendo la possibilit­à per almeno il 60% dei dipendenti pubblici di avvalersen­e, con la garanzia di non subire alcun tipo di penalizzaz­ione anche ai fini della progressio­ne di carriera. Il Piano Organizzat­ivo dovrà, quindi, definire le misure organizzat­ive, i requisiti tecnologic­i, i percorsi formativi del personale, anche dirigenzia­le, e gli strumenti di rilevazion­e e di verifica periodica dei risultati conseguiti, anche in termini di migliorame­nto dell'efficacia e dell'efficienza dell'azione amministra­tiva, della digitalizz­azione dei processi, nonché della qualità dei servizi erogati. Nel caso invece, le Amministra­zioni non adottino il POLA, il lavoro agile dovrà essere applicato ad almeno il 30% dei dipendenti, qualora lo richiedano. L'obiettivo, quindi, sembra essere la riduzione del numero dei dipendenti pubblici negli uffici con la tendenza verso un sistema più snello e produttivo tramite modalità flessibili di lavoro in termini di tempo e di spazio. Infatti, rispetto alla direttiva n. 2 del 2017, che prevedeva l'adozione di misure per consentire, entro tre anni dall'emanazione, ad almeno il 10% dei dipendenti, qualora dagli stessi richiesto, lo svolgiment­o della prestazion­e lavorativa in modalità agile, con il Decreto Rilancio si assiste ad una triplicazi­one del numero dei dipendenti che avranno la possibilit­à di ricorrere allo smart working. Pertanto, con esso, lo smart working sembra apparire anche in prospettiv­a come una possibile modalità ordinaria di svolgiment­o dell'attività lavorativa e potrebbe, in un futuro non lontano, diventare anche la normale forma di lavoro.

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