I viaggi di lavoro ai tempi del Covid-19
Suggerimenti e indicazioni utili a superare la reticenza a recarsi all'estero
Come è noto, dall'inizio del lockdown, i viaggi di piacere all'estero sono crollati e, parallelamente, anche quelli fatti per motivi di lavoro hanno subito la medesima sorte, benché questi ultimi seguano un approccio totalmente diverso.
Siamo tutti d'accordo sul fatto che bisogna evitare, in un momento storico così incerto, spostamenti inutili, ma bisogna anche considerare che i viaggi di lavoro, rispetto a quelli turistici, possono essere gestiti e pianificati in modo più rigoroso rispetto ad un viaggio di piacere. La paura principale dei viaggiatori allo stato attuale delle cose sembra essere principalmente sostare prima in aeroporto e poi in aereo. Questa paura è, a parer mio, frutto della poca conoscenza delle misure in atto in questi luoghi. Ho deciso quindi di scrivere questo articolo sulla base delle mie ultime esperienze, nella speranza che possa incoraggiare e dare dei suggerimenti utili a chi deve viaggiare per lavoro. Bisogna prima di tutto sottolineare che al personale di imprese ed enti aventi sede legale o secondaria in Italia che deve effettuare spostamenti all'estero, per comprovate esigenze lavorative e di durata non superiore a 120 ore, non si applicano tutta una serie di obblighi (si veda art. 6.7(F) del Dpcm del 7 agosto 2020). Queste eccezioni servono principalmente ad agevolare chi deve viaggiare per lavoro e non per divertimento.
Oggi, sia le compagnie aeree che i gestori aeroportuali, vista la reticenza e il timore dei propri clienti a viaggiare come in passato, hanno intensificato i processi di pulizia e disinfezione (anche durante i voli) in modo da agevolare la ripresa del traffico aereo internazionale. Ammalarsi stando seduti in cabina con una mascherina (obbligatoria) è piuttosto improbabile. Inoltre, la maggior parte degli aerei è dotata di filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air) per riciclare e rinfrescare l'aria ogni 2-3 minuti. Un attento processo di controllo e igiene è stato avviato prima di tutto negli aeroporti, favorito dal fatto che molte aree, per motivi di sicurezza, vengono lasciate chiuse così come, per motivi economici, molti duty free sono transennati. Ritengo quindi che non siano questi i posti dove sentirsi a rischio contaminazione dall'infezione COVID-19. Bisognerebbe invece fare più attenzione al di fuori di questi ambienti.Alcune accortezze
che ho personalmente sperimentato potrebbero aiutarti nel tuo prossimo viaggio di lavoro.
A mio parere è sempre preferibile, prima di ogni spostamento, dotarsi di una assicurazione sanitaria (meno di 50 euro per una settimana circa di copertura). L'attuale maggiore flessibilità delle compagnie aeree che offrono un cambio di volo, cancellazione e rimborso del biglietto gratuito, ti consentono più facilmente di intraprendere un viaggio e adeguarlo alle tue esigenze. Dall'entrata in aeroporto e fino al controllo dei bagagli, è facile trovare passaggi regolamentati e osservanza del distanziamento sociale: basta procedere lungo le postazioni indicate sui pavimenti. Due sono, a mio avviso, i momenti più critici e sono entrambi nei pressi dei gate, ovvero le zone di raccordo con l'aeromobile. Il primo momento è all'apertura del check-in. Non appena il volo viene comunicato, ci si imbatte nel classico gruppo di persone che si accalca per entrare prima. Il secondo momento è il percorso che va dal gate fino alla cabina dell'aereo. Quando viene utilizzata una navetta è tutto più ordinato: oggigiorno vengono predisposte più corse per evitare un affollamento del mezzo. Quando invece si usa il corridoio sospeso c'è il rischio di trovare la coda prima di entrare in aereo. Il suggerimento che mi sento di dare è che, se non si possiede una business o corporate card, è meglio aspettare e salire in aereo quando tutti o quasi si sono sistemati. All'interno dell'aereo le cose sono più rassicuranti di quello che si possa pensare. Per prima cosa oggi molte compagnie non ammettono il bagaglio a mano, ma solo una piccola borsetta (si spedisce tutto in stiva). Il posto centrale delle varie file è solitamente bloccato e, prima di entrare in aereo, viene spesso fornito un kit con salviettine, mascherina e fazzoletti. Il buon utilizzo di questo kit in aereo dovrebbe proteggere ulteriormente. Infatti, le salviettine potrebbero essere utilizzate per disinfettare le superfici come i braccioli, lo schermo della TV e il telecomando e quant'altro si possa toccare. Suggerisco di dotarsi sempre anche di un disinfettante a base di alcol e di non perdere questa sana abitudine, che servirà anche successivamente. Nei limiti del possibile in aereo è sempre meglio evitare il pranzo, almeno nei tragitti brevi e la toilette; quando però per esigenze fisiologiche, si deve necessariamente usare il bagno, è buona norma chiudere la tavoletta del water prima di scaricare e ridurre così al minimo la diffusione delle particelle nell'aria. Durante il viaggio, in genere, si compilano due modelli per l'autocertificazione: uno da consegnare alla compagnia e l'altro da consegnare al controllo passaporti. Questa pratica la ritroverai anche al rientro in Italia. Qui si dovrà indicare il proprio numero di telefono e un indirizzo mail così, in caso di contagi, si può essere rintracciati. Arrivati a destinazione, si passa sotto numerose telecamere adibite al controllo della temperatura. Una volta fuori dal terminal, se non è possibile avere un mezzo proprio, meglio prendere un taxi utilizzando le medesime accortezze avute all'interno del velivolo (qui il disinfettante a base di alcool suggerito in precedenza torna utile). Se è previsto il pernottamento in albergo, come ulteriore precauzione, si può scegliere di non far fare le pulizie in camera durante il soggiorno oppure di consumare la colazione e la cena direttamente in camera per evitare ulteriori contatti. Prima del rientro in Italia è bene verificare le ultime delibere (sito viaggiaresicuri.it, oppure la Regione Campania sezione Coronavirus/Ordinanze) anche per comprendere con chi comunicare nei casi in cui si è obbligati a fare il tampone e la quarantena. Bisognerà comunque informare l'ASL di riferimento sugli spostamenti fatti negli ultimi 14 giorni e se si è stati in uno dei paesi dichiarati a rischio. Anche se dispensati, si suggerisce a titolo precauzionale, di fare un test PCR da richiedere all'ASL (spesso è possibile eseguirlo in aeroporto) o un sierologico da fare anche presso un laboratorio di analisi. Il risultato si ottiene entro le 48 ore.
Quando si riprenderà a viaggiare regolarmente? Non è facile fare previsioni, sono troppe le variabili, prima di tutte l'incognita su un possibile vaccino. Il tempo necessario potrebbe variare da pochi mesi a due o tre anni. Inoltre, la giustificata paura per la propria salute rende ancora più difficile prevedere quando i viaggiatori riusciranno a sentirsi nuovamente a proprio agio nei rapporti ravvicinati con estranei. Personalmente ritengo che, osservando scrupolosamente i comportamenti sopra descritti, insieme alle abitudini che abbiamo imparato a conoscere durante il periodo COVID-19, la ripresa dei viaggi per motivi di lavoro non dovrebbe tardare. Recentemente si sta osservando un lento ma inesorabile peggioramento della diffusione del COVID-19, e contestualmente un aumento dell'età media delle persone infette, forse dovuto ad una trasmissione dalla popolazione più giovane a quella più anziana, soprattutto all'interno della famiglia. É quindi consigliabile mantenere un approccio prudente, evitare posti a rischio e limitarsi ai viaggi essenziali.