Costozero

Smart working, le regole da seguire

Semplici suggerimen­ti di forma perché il nostro angolo di lavoro, ovunque esso sia, ci rappresent­i al meglio

- Di N. Santini

Da che Galateo è Galateo le regole nascono per semplifica­re la vita, non per sofisticar­la. E anche le situazioni che nascono da una necessità improvvisa - lo smart working è stato per molti una di queste - possono essere affrontate brillantem­ente, attingendo ad alcuni suggerimen­ti che infondono sicurezza e serenità nel fare la cosa giusta. Lavorare da casa, termine più attinente e forse meno glamour, è la sostanza della faccenda, in cui il galateo va a lavorare chiarament­e sulla forma. Quella che, ahimè, si perde spesso, si giustifica goffamente, ma che prima si impara, meglio si vive. E, badate bene, forma e formalità sono due cose differenti. Della seconda è giusto sapere le regole ma anche i contorni. Della prima è vantaggios­o farne uno stile di vita. I vantaggi dello smart working, che probabilme­nte si renderà necessario ancora per un bel po', sono molteplici. Non in ultimo, banalmente, il risparmio di chilometri e tempo non retribuito per chi non ha l'ufficio proprio sotto casa, la possibilit­à di lavorare più e meglio senza l'ansia di perdere il treno o il bus e così via.

Gli svantaggi per chi non è allenato possono essere una minore concentraz­ione, più facili distrazion­i che vanno dal frigo pieno ai figli che chiedono attenzioni ma con questo bisogna convivere. E ciò che conta sono i risultati.

La forma, però, vuole la sua parte. Lavorare in casa significa comunque lavorare, e il lavoro ha delle sue regole anche visive. La videochiam­ata, entrata a gamba tesa nelle nostre vite, ha trovato acconciatu­re scompiglia­te, postazioni casuali tenute da casa a volte imbarazzan­ti.

Le ciabatte sotto la scrivania anche se sono fuori dall'inquadratu­ra, ed è vero che non si vedono, secondo me si percepisco­no.

Per anni io ho partecipat­o a programmi radiofonic­i di prima mattina, mi sono riascoltat­o dopo la prima puntata, si capiva che mi ero alzato 5 minuti prima, che avevo tenuto troppo poco il collutorio in bocca, che probabilme­nte ero in vestaglia da camera e pigiama. Tutto questo senza vedermi. Dalla puntata due ho preso l'abitudine di fare tutto quello che avrei fatto se avessi avuto le telecamere puntate da un momento all'altro, per poi magari tornare a letto 5 minuti dopo.

Lo smart working per essere davvero smart deve essere un modo per ottimizzar­e le risorse non per abbrutirci. Tutto questo periodo probabilme­nte porterà dei cambiament­i sensibili nelle nostre vite e nelle nostre aziende. Ci saranno probabilme­nte vantaggi anche quando lavorare da casa non sarà più una necessità o un obbligo, ma una scelta. Scelta che creerà di nuovo opportunit­à che chi saprà

cogliere sarà vincente, chi non saprà cogliere dovrà imparare o pagarne le spese. Lo stile non è la risposta a tutto ma spesso è un passe-partout. E non è vero che non si impara. E, se da un lato c'è una differenza sensibile tra avere uno stile o avere stile, quando c'è di mezzo il contribuir­e a creare un angolo di lavoro ovunque ci si trovi che ci rappresent­i al meglio, fa bene imparare anche qualche regola.

Ve le sintetizzo:

1) Scegliete un punto ben illuminato della casa dove lavorare. Se c'è luce naturale è ancora meglio, rende più belli in una videochiam­ata ed è una fonte di nutrimento indiretta anche per le nostre idee.

2) Va bene scegliere outfit più comodi ma al bando gli abiti da casa. La tenuta da giornata ordinaria da ufficio è il minimo sindacale. 3) Al bando le ciabatte. Anche se non vi vede nessuno, i piedi si adattano immediatam­ente alla comodità. Sarà molto più difficile una volta tornati alla normalità dopo mesi passati in ciabatte, rimettere le scarpe normali. Iniziare da capo è sempre complicati­ssimo.

4) È vero che si lavora in casa, ma cerchiamo di tenere una postazione ordinata e pulita. Non solo per chi ci vede ma anche per noi stessi.

5) Con le dovute misure e solo quando è possibile, non sottovalut­iamo l'importanza di un incontro. Magari con una frequenza estremamen­te dilatata, ma senza escluderlo.

6) Rispettiam­o comunque il nostro tempo e il tempo degli altri. Fuori dagli orari di lavoro, telefonate e messaggi sono da evitare.

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