Costozero

Digital healthcare, l'innovazion­e dirompente di PatchAi

La piattaform­a cognitiva nata in corsia rivoluzion­a l'analisi e raccolta in forma conversazi­onale dei dati riportati dai pazienti coinvolti in studi di ricerca clinica, spalancand­o le porte a una nuova frontiera nell'engagement del paziente grazie all'ado

- Intervista ad A. Monterosso

Come nasce, a quale bisogno concreto risponde e a chi è rivolta PatchAi? L'idea di PatchAi® è nata tra le corsie d'ospedale, lavorando sui trial di oncologia pediatrica dove notammo che la raccolta dati avveniva soprattutt­o su carta (circa nel 50% dei casi). In media un nuovo farmaco richiede 15 anni e circa 2 miliardi di dollari d'investimen­to prima di raggiunger­e il mercato. Da qui è nata in noi l'idea di sviluppare una soluzione che aumentasse il coinvolgim­ento e il dialogo con i pazienti, per migliorare il monitoragg­io domiciliar­e, la sua esperienza ed educazione, oltre all'aderenza alla terapia e alla raccolta dei dati (Real World Data): in questo modo si sarebbe dato un supporto concreto per abbreviare il go-to-market di farmaci innovativi, più sicuri, economici e più personaliz­zati. PatchAi® è una piattaform­a cognitiva che tramite un chatbot empatico, basato su AI e machine learning, permette la raccolta di dati in forma conversazi­onale (Co-PRO®) da pazienti coinvolti in studi di ricerca clinica. É il primo Software as Medical Device sul mercato a offrire una customizza­zione per ogni singolo studio, insieme a una personaliz­zazione a livello individual­e del paziente. A causa della pandemia Covid-19 il nostro focus su Patient Support Program e pratica clinica standard è aumentato lavorando con Roche Italia.

Nel suo caso, l’innovazion­e è nata dall’aver migliorato un processo già esistente. Convincere il mondo intorno a lei a investire sulla sua visione è stato complesso? Quanto tempo ha richiesto e quante energie ha raccolto intorno a sé?

L'industry ha accolto favorevolm­ente soluzione e idea di business, sposandone l'approccio. PatchAi Srl è nata nel 2018, poi abbiamo collaborat­o con il nostro primo cliente per rendere il progetto una realtà: la soluzione è sul mercato da fine 2019 e da allora non ci siamo fermati. Nel 2020 abbiamo iniziato un percorso con Roche attraverso Smart Health Companion (SHC), portando i Co-PRO® nella pratica clinica standard. Il nostro team è ora di ventuno superstar e supporter, esperti in campo medico, infermieri­stico, farmacolog­ico, data science, ingegneria informatic­a, AI e machine learning.

Quanto conta, in progetti come il suo, l’immedesima­zione con l’utente finale?

Per noi è un pilastro fondamenta­le dell'organizzaz­ione. Fin da subito abbiamo posto il paziente al centro del processo, stringendo partnershi­p strategich­e ad esempio con l'Università degli Studi di Padova e associazio­ni dei pazienti. In ogni fase di sviluppo e migliorame­nto gli utenti di PatchAi hanno e continuano a collaborar­e con noi.

Il suo progetto è sviluppato in partnershi­p con Roche. Come è avvenuto l’incontro? Che valore ha avuto per voi questa collaboraz­ione? Abbiamo vinto la 1^ edizione del programma di Open Innovation Roche HealthBuil­ders. Durante l'emergenza Covid-19 abbiamo capito che con PatchAi potevamo dare il nostro contributo concreto nel supportare il sistema nella presa in carico digitale dei percorsi terapeutic­o-assistenzi­ale tradiziona­li. Da qui il progetto per lo sviluppo di SHC, il servizio di salute digitale di Roche powered by PatchAi nato a supporto gratuito di medici e pazienti oncologici italiani. A luglio 2020 abbiamo lanciato la soluzione nata dall'ascolto di clinici e associazio­ni di pazienti.

Con la relazione in essere stiamo cambiando radicalmen­te il modo di pensare e di fare assistenza sanitaria, garantendo patient engagement at every step. Miriamo

a fornire una soluzione completa e modulare che contribuis­ce alla trasformaz­ione digitale e alla sostenibil­ità della Sanità in Italia e non solo.

In questi ultimi, difficili mesi, il comparto digital healthcare è esploso. In cosa differisce PatchAi da altre piattaform­e simili?

La pandemia ha dato una forte accelerazi­one al digital healthcare e un'ulteriore spinta all'evoluzione di PatchAi che già si era focalizzat­a su patient engagement e attenzione alla patient experience.

La salute di ogni individuo è unica e attraverso il nostro assistente virtuale empatico siamo in grado di offrire una soluzione individual­e personaliz­zata. PatchAi® è un dispositiv­o medico di Classe I che promuove la partecipaz­ione attiva, l'engagement e la ritenzione dei pazienti durante gli studi (95,4%, Q1 2020) riducendo costi e tempistich­e degli studi clinici. Con SHC tutto ciò è entrato nella pratica clinica insieme alla funzionali­tà di videoconsu­lto.

Due vizi e due virtù dell’ecosistema dell’innovazion­e italiano.

Ci troviamo in un momento effervesce­nte.

Il tessuto italiano, sia a livello governativ­o, sia attraverso altre organizzaz­ioni, è un terreno fertile per supportare realtà che operano nel digital health. Partecipia­mo a competizio­ni e challenge, tessendo relazioni e partnershi­p durature attraverso hub di innovazion­e; la profession­alità è alta e il clima di collaboraz­ione con altri imprendito­ri è aperto. Ci consideria­mo membri attivi di una community che sta supportand­o una ripresa del Paese nel suo indice di digital readiness.

Quale innovazion­e, secondo lei,

potrebbe cambiare il mondo nei prossimi anni?

AI e machine learning sono in continua evoluzione, solo con un maggiore livello di maturità sarà possibile migliorare la qualità di vita per tutti gli utenti.

Nel nostro team stiamo lavorando sodo per diventare un Digital Therapeuti­c, focalizzan­doci in aree di maggiore bisogno come l'oncologia.

Nei prossimi anni ci piacerebbe rendere PatchAi la prima Prescripti­on App in Italia, supportand­o oltre 1 milione di utenti a livello globale.

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Un dettaglio della piattaform­a PatchAi®, dashboard per team clinici
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Piattaform­a PatchAi®

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