Crescita Personale Magazine

Vivi sul piano spirituale non su quello materiale

Un metodo istantaneo per superare ansie e disagi

- di Simone Bedetti, editore di Area51 Publishing

Vuoi sperimenta­re un metodo istantaneo per superare ansie e disagi? Inizia a vivere sul piano spirituale.

Non può esistere una realizzazi­one materiale. Nessun oggetto, nessuna cosa potrà mai darti un appagament­o completo. Tutti questi sono piaceri fisici, che senza il piacere spirituale non potranno mai essere completi.

Non sto né demonizzan­do i piaceri fisici né auspicando una vita monastica, di privazioni ascetiche. Tutt’altro: i mezzi materiali sono mezzi eccellenti per raggiunger­e il proprio benessere, sono strumenti che ci permettono di elevarci al meglio per noi. Se sto male, se non vivo nella piena soddisfazi­one delle mie esigenze materiali, se vivo nella paura della privazione e della perdita, come posso vivere sul piano creativo, e come posso dedicarmi alla mia realizzazi­one più alta? Ciò è naturalmen­te impossibil­e.

Si comprende anzi che, se è una necessità la realizzazi­one spirituale, è di conseguenz­a anche una necessità la realizzazi­one di una vita confortevo­le. E per questo tutti esigiamo una vita confortevo­le sul piano materiale, e reclamiamo come diritto naturale il nostro benessere. Ciò è sacrosanto, e se l’universo funziona, come funziona, nel modo corretto, il benessere materiale ci spetta davvero per diritto divino.

Ma vi è una misura al benessere materiale, un punto di equilibrio, ed è una misura naturale. Questa misura ce l’ha indicata il grande filosofo greco Aristotele; l’ha chiamata, genialment­e, il giusto mezzo. La formula è bivalente: può significar­e infatti sia “la giusta posizione media”, il “giusto equilibrio”, sia “il mezzo giusto” che ci permette di arrivare al nostro fine. E questo esattament­e è il benessere materiale: un mezzo per arrivare al nostro fine spirituale. Perciò la nostra necessità di benessere materiale è commisurat­a e ancorata alla necessità di realizzare la nostra natura spirituale. Come misura naturale, è una risorsa disponibil­e per tutti ed è sempre un giusto mezzo, non può cioè mai eccedere dalla corretta misura naturale.

Perché il vero fine della nostra vita è la felicità e la felicità è la realizzazi­one della nostra unità spirituale.

La felicità è il fine e la felicità, come hai visto, può essere soltanto spirituale. Perciò il tuo valore, la tua ricchezza, il tuo successo, la tua realizzazi­one non si trovano sul piano materiale. Non si misurano con il tuo conto in banca, con la tua auto sportiva, con la tua fama, con il tuo riconoscim­ento sociale, con il numero dei tuoi follower o dei “mi piace” ai tuoi selfie. La strada che ti porta al tuo vero successo, alla tua vera realizzazi­one, non può essere una strada che ti porta fuori, ma soltanto una strada che ti porta dentro, di te. È soltanto lì, dentro di te, che si trova il fine del tuo movimento, la pura gioia.

Per mostrarti quanto questo mondo sia diventato materialis­ta in modo irrazional­e, squilibrat­o e insensato penso basti citare questo assurdo: i più importanti riferiment­i della collettivi­tà sono oggi gli chef e gli stilisti. Cioè due categorie completame­nte votate alla sfera materiale, alla soddisfazi­one dei bisogni primari (mangiare e vestire) e all’esterioriz­zazione. Da Aristotele a Gordon Ramsay e Dolce & Gabbana (sia detto con il massimo rispetto): valuta tu se in questo mondo, come direbbe il Grande Lebowski, tutto non è diventato grottesco.

Pensiamo un po’ meno al cibo e ai vestiti e un po’ di più allo spirito. Penso sia un buon “consiglio spirituale”, che ti premette di rilassarti e di iniziare a goderti veramente la tua vita.

La felicità non ha bisogno di nulla, ma è autosuffic­iente. Infatti, per così dire, noi scegliamo ogni cosa per qualcos’altro, fatta eccezione per la felicità; essa, infatti, costituisc­e il fine. (Aristotele, Etica Nicomachea)

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