Con la morte di Adil si ritorna al passato
Portella della Ginestra è un luogo tristemente conosciuto per la prima strage, avvenuta il 1° maggio 1947, della allora recente Repubblica italiana, contro contadini che stavano festeggiando la festa dei lavoratori. La strage avvenne da parte della banda di Salvatore Giuliano. In seguito furono assaltate le sedi dei partiti di sinistra e le locali camere del lavoro.
I motivi della strage sono da ricercare, oltre che nella dichiarata avversione di Giuliano per i comunisti, sia nei poteri mafiosi, sia nella volontà dell’indipendentismo siciliano, sia nel tentativo dei reazionari di mantenere gli equilibri preesistenti contro il nuovo quadro istituzionale nato dopo la seconda guerra mondiale. I mandanti non sono mai stati individuati ma, comunque, sono da ricercare nelle responsabilità di ambienti politici non solo siciliani, ma anche esteri, che volevano intimidire i contadini che reclamavano la terra dopo aver votato per il Blocco del popolo nelle elezioni del 1947.
Torniamo al presente: non so il perché di questa mia associazione mentale ma, istintivamente, dopo aver saputo sia dei fatti avvenuti a Tavazzano, sia dell’uccisione del sindacalista Adil Belakhdim, avvenuta a Novara durante pacifiche manifestazioni di lavoratori, da allora, la strage di Portella della Ginestra mi torna, in maniera martellante, in mente. Dovremo attendere un nuovo Giuseppe Di Vittorio, «un cafone in Parlamento» (finalmente un vero onorevole), perché finalmente l’art. 1 della Costituzione italiana, quella che vede il suo fondamento «sul lavoro», venga applicato degnamente?
Io lo spero. quando è sotto processo – più viene ignorata. È come se lo stato, dopo aver ottenuto un rigore nella partita contro le mafie, decidesse di non tirarlo.