Il voyeurismo del macabro non ha più limiti
Oggi il voyeurismo del macabro non conosce limiti ed è ossessivamente amplificato della webabilità. La stagione della pornografia del dolore conobbe un picco a Vermicino, nella tragedia morbosamente coperta dalla maratona televisiva di allora, sul dramma del povero Alfredino Rampi. A distanza di 40 anni, tuttavia, riflessione a freddo, se il metro della riuscita di un pezzo si basa sul clickbaiting o sulle pagine viste e le visualizzazioni ossessive, allora Eriksen esanime con gli occhi sbarrati e il video della cabina della funivia del Mottarone risucchiato nel vuoto, valgono bene un’ondata di indignazione social: con buona pace di deontologia giornalistica ed etica professionale. Bene ha fatto chi, come voi, ha deciso di distinguersi per non confondersi.