Nella «rete» Schlein una leva di giovani Letta: unità d’intenti
A Roma la vicepresidente dell’Emilia-Romagna ha organizzato un confronto tra amministratori e attivisti. Sul palco dice: «Non lanciamo soggetti politici, né liste elettorali»
«Non siamo qua per lanciare soggetti politici né liste elettorali, ma per mettere in rete le nostre tante reti, per battaglie contro le disuguaglianze, per salvare il pianeta, un luogo in cui scambiarci pratiche, portandole nei quartieri, nei parlamenti, nelle assemblee comunali e regionali, nelle piazze, riallacciando i fili dell’ascolto». Un’intera giornata di confronto, quello organizzato da Elly Schlein a Roma con il titolo Visione Comune al Parco delle energie.
Leader crescono
La vicepresidente dell’Emilia Romagna è “sospettata” di studiare da futura leader della sinistra. Forse per questo subito chiarisce che l’obiettivo della maratona non è costruire «un recinto in più ma superarli tutti». I propositi unitari di Schlein si misurano subito con una polemica: il senatore Pd Andrea Marcucci avverte che «non è accettabile» il no di Schlein all’aumento della spesa militare, votato dal parlamento. Ma a fine dibattito il segretario Enrico Letta le si rivolge con ben altri toni.
«Non è l’angolo dei buoni», assicura auto ironico Pierfrancesco Majorino (Pd). Sarà, se funzionerà, una rete per le future battaglie «intersezionali», parola chiave della giornata. Sul palchetto e da remoto parla una generazione di giovani amministratori e attivisti formatasi per lo più fuori dai partiti e decisa a prendersi il suo spazio. Al centro di tutte le proposte, la giustizia sociale e ambientale. «Conversione ecologica» è formula preferita alla “transizione”, che presupporrebbe un giudizio più positivo sul punto di partenza, lo spiegano il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci e Giuseppe De Marzo, della Rete dei numeri pari. Ma è quella che la crisi energetica e la guerra rischiano di ricacciare indietro.
Tanti presenti
La giornata sprizza ottimismo della volontà. Impossibile dare conto delle sette ore di discussione. Fra i tantissimi il sindaco di Bologna Matteo Lepore, i romani Claudia Pratelli, assessora, e Amedeo Ciaccheri, presidente di municipio. «Scambiamoci i numeri di telefono, saremo una comunità energetica», dice Ferruccio Sansa, giornalista e consigliere ligure. Intensa la testimonianza di Marco Omizzolo, sociologo, autorità indiscussa sulla criminalità organizzata nell’Agro pontino, riferisce di un uomo bruciato vivo in un container nello stesso campo in cui lavorava; solo l’ultima delle storie dove i padroni «chiedono di essere chiamati padroni». Fabio Ciconte denuncia una politica pronta a rimandare i problemi, convinta che «la crisi climatica sia posticipabile».
L’ex ministro Barca chiede di mettere insieme «un blocco sociale che sostenga e spinga il cambiamento». Parlano anche i dirigenti dei partiti della sinistra (fra gli altri Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, Eleonora Evi dei Verdi, Arturo Scotto di Articolo 1, Peppe Provenzano vicesegretario Pd). Uno «spin day» o anche «l’inizio della stesura di un programma comune» della coalizione progressista. Anche se nel finale Diletta Bellotti gela l’aria con una “domandina” fuori programma: «Io sono anti capitalista, siamo sicuri che siamo dalla stessa parte»? Schlein rassicura: i prossimi appuntamenti saranno «lotte comuni», «radicali», senza «compromessi al ribasso». Giuseppe Conte e Enrico Letta parlano prima di Bellotti e non la sentono. Uno rivendica al suo governo, il secondo, le battaglie ecologiste. Il segretario Pd omaggia Schlein, una «protagonista» delle agorà democratiche. Parla di «una sintonia profonda con Giuseppe» e con la platea di giovani: «C’è unità d’intenti con il vostro lavoro. Troviamo le occasioni perché questi incontri sui temi siano il metodo che usiamo».