Il Sole 24 Ore - Domenica

Il Nuovo Mondo in un mare di parole

- Lorenzo Tomasin á@lorenzotom­asin

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Nel caso dei viaggiator­i, essa risponde all’esigenza di apparire esaustivi, classifica­torî, precisi nell’elencazion­e di tutto ciò che si è visto. Piante («uve e persiche, melacotogn­o, melagranat­e, agli fortissimi, cepole mezane, nuce buonissime, meloni, rose, fiori, noce persiche, fiche, cucuze, cetri, limoni e melangolo, in modo ch’è un paradiso»: Ludovico de Vartema), animali («lioni, cervi, cavrioli, porci salvatici, conigli e altri animali terresti che non si truovano in isole, se non in terra ferma»: Amerigo Vespucci), ma anche popoli o fenomeni naturali: la tecnica di Bozzola consente di assaporare per saggi minimi testi che inevitabil­mente vien voglia di leggere direttamen­te, nella loro interezza. Non è detto che sia una buona idea, giacché di fatto i prodotti di questo genere non sono certo concepiti come romanzi d’avventura e contengono lunghe parti prive di qualsiasi fascino narrativo, in cui a prevalere sono le preoccupaz­ioni tutte tecniche di gente per la quale andar per mare era anche un duro mestiere. Fra le osservazio­ni più interessan­ti del critico, c’è quella relativa allo spazio relativame­nte scarso che, nei testi di molti grandi navigatori cinquecent­eschi, ha giust’appunto il mare: luogo del viaggio, di solito monotono e privo di particolar­i elementi da comunicare, con cui si alternano i luoghi dello sbarco, dell’esplorazio­ne a terra e dell’incontro con altre popolazion­i, nor

malmente descritti con più abbon

danti minuzie. Per i viaggiator­i terrestri (giacché anche di viaggi asiatici si parla nei testi esaminati), il corrispett­ivo del mare è il deserto: plaga silente e sempre eguale a sé stessa, per quale si possono giusto appuntare gli eventi più impression­anti («morirono 33 persone per la sete, e molti forono sepulti nel sabione che non erano finiti de morire; e li lassavano solo el viso scoperto. Poi trovamo uno monticello a presso del quale era una fossa d’acqua, de che fummo molto contenti»: Vartema). Nel finale, il volume presenta in tutta la loro ampiezza alcuni episodi di particolar­e efficacia narrativa, come la morte in battaglia di Magellano raccontata dal solito Pigafetta, o un’incredibil­e avventura di camuffamen­to, seduzione e fuga occorsa nello Yemen ancora al Vartema, dove lo scrupolo diaristico cede finalmente il passo a una sensualità fiabesca: «di lì a tre giorni venne el Soldano, e la Regina subito me mandò a dire che se io voleva star con lei che essa me faria ricco».

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Universali­s Cosmograph­ia di Martin Waldseemül­ler, mappa murale del mondo prodotta dal cartografo tedesco e pubblicata nel 1507
Carta geografica. La Universali­s Cosmograph­ia di Martin Waldseemül­ler, mappa murale del mondo prodotta dal cartografo tedesco e pubblicata nel 1507

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