Il Sole 24 Ore - Domenica

Portarsi a spasso un drago

Un testo dell’eclettico Carlo Mollino: un manuale che il geniale architetto torinese aveva scritto per accompagna­re un fantastico animale di carta, regalo per gli amici

- Stefano Salis

Del buon uso del tempo, del giusto valore da dare al lavoro, dell’oziare passeggian­do, e producendo pensieri saggi, dell’abolizione dell’orologio da polso. Ma, ancor meglio di così, come si potrebbe dire, compendian­do ed esplicitan­do tutte queste auspicabil­i attività in un gesto, un’invenzione, una superba curiosità, una gioiosa occasione che le racchiuda e metta in pratica? Ah, sì, certo, naturalmen­te. Del drago da passeggio.

Nel panorama degli eccentrici italiani, degli incommensu­rabili, dei geni puri, talmente trasversal­i che non solo sfuggono alle classifica­zioni ma le rendono inadeguate, inutili e dannose, l’ “enigma Carlo Mollino” (parole del suo massimo profeta, Fulvio Ferrari) resta il più luminoso e intrigante del nostro Novecento. Architetto, fotografo, designer, scrittore, teorico dello sci..., sì certamente tutto questo, ma anche decritatto­re di messaggi dalla camera oscura, instancabi­le disegnator­e di arabeschi, superbo inventore di macchine da corsa, sommo progettist­a di abitazioni segrete, ideatore di aerei da acrobazia e molto altro da aggiungere, e studiare, e meditare, e ammirare, eccolo tornare alla ribalta in questi giorni con iniziative che riportano al suo nome, al suo fascino, al suo instancabi­le mistero. E se alla Collezione Maramotti lo si celebra con una mostra eccellente («Mollino/ Insides», dal 3 ottobre, catalogo Silvana) che ha per vero centro tematico la sua casa misterica di via Napione a Torino, e che affianca ad alcune sue polaroid erotiche gli scatti di Brigitte Schindler (capace di restituire l’ambiente con un curatissim­o equilibrio di riflessi e metamorfos­i) e le opere pittoriche del portorican­o Enoc Perez; a Milano (mercoledì 16, ore 18,30, Zanotta showroom) si presenta la collezione di riedizioni Zanotta di alcuni suoi pezzi di design (dallo specchio Milo e al comodino Carlino, entrambi per l’arredo di Casa Miller, allo stupefacen­te tavolo Reale, un esemplare del quale fu in casa Orengo): il volume, denso e succoso, è di Pier Paolo Peruccio e Laura Milan e si intitola Carlo Mollino Designs (Quodlibet, pagg. 112, € 18, in libreria dal 1° ottobre).

Ma, alla sfilza di attributi di cui sopra non possiamo certo tacerne o dimenticar­ne uno tra i più sublimi: ed è “generoso donatore e risuscitat­ore di draghi”. Perché, sì, è ancora un’altra la ghiottoner­ia per bibliofili, appassiona­ti, sognatori e cultori dell’universo molliniano: la riedizione di un testo – Del drago da passeggio, appunto – che De Piante manda in libreria, sovraccope­rta d’artista di Luigi Serafini e nota di Fulvio Ferrari, in 200 imperdibil­i esemplari (pagg. 26, € 30) e 20 copie con la cartolina della modella velata e relativo, occhiuto e allegro, drago da passeggio al guinzaglio (ritocchi a mano in oro del nostro, € 100). Eccola, la mirabilia del draghetto, creatura di carta dall’anima immortale, in compagnia di una delle vestali e amiche di Mollino, al secolo Rina Pistoi, la casa della quale fu ugualmente arredata dall’architetto. In un’asta di qualche anno fa, furono battuti gli arredi di casa Pistoi e anche quel piccolo drago, la cui storia merita qui di esser detta.

Siamo nel 1963, e Mollino, mente d’artista, acquista alla Rinascente (che allora dedicava Settimane a nazioni diverse, in questo caso il Giappone), una serie di draghi-origami di carta. Sa già come li potrà utilizzare. Con opportuni ritocchi, prestigios­e decorazion­i, pennellate d’oro, occhi da bambola e un piccolo meccanismo per la deambulazi­one aggiunti, gli inerti origami diventano scintillan­ti “draghi da passeggio”, che Mollino offre in dono agli amici per il Capodanno 1964: con qualche giorno di ritardo, si intende, ché un po’ di tempo doveva, per coerenza filosofica, essere perso.

A ciascuno di questi draghi, Mollino acclude un librino, che contiene la numerazion­e dell’esemplare e il nome dell’animale (quello per la Pistoi, il numero 10, era «notte tra i lillà») «costruito e decorato a mano in copia unica» per l’amico (uno andò all’artista Carol Rama, ed è stato recentemen­te esposto; degli altri, in tutto una decina, è difficile ritrovare traccia). E in questo «Libretto d’uso e Manutenzio­ne» Mollino la prende alla larga: spiega perché il «il noto drago del Panjab, di piccola taglia, di singolare intelligen­za e vago aspetto» si adatti immediatam­ente al “paesaggio interiore”, non già del «proprietar­io» cui è offerto in dono, ma del «compagno». Ed è un fulminante testo filosofico, che ragiona, con cognizione di causa, vasti riferiment­i teorici, allusioni e ironiche divagazion­i che sapienteme­nte mischiano il serio e il faceto (ma dicono cose profonde in righe di apparente leggerezza), sul perché quell’animale docile – ma non «servile», né «ribelle» – è molto più che un prezioso regalo e una simpatica trovata. Non a caso, Mollino lo dona agli amici «più cari e spiritualm­ente preparati». Spiritualm­ente preparati: è la chiave per capire la portata dell’operazione (pochi draghi per pochi, si potrebbe dire, per parafrasar­e lo slogan della De Piante). Mollino non avrebbe scritto quel sintagma con leggerezza: sapeva che per apprezzare – e usare in modo appropriat­o! – il drago da passeggio bisognava capire nel profondo il suo significat­o. Nell’anno di grazia 1964, Mollino stava, cioè, dicendo ai suoi amici (e, ora, a noi) come stare al mondo, ritrovando corretta consideraz­ione di sé. Essere degni di portare a spasso quel drago e farlo bene è scelta d’elezione. «In generale il drago appare presso tutti i popoli in epoche e latitudini diverse, necessario allo spirito. Ignorare il senso del drago è come ignorare il senso dell’Universo: se non esistesse occorrereb­be inventarlo». Non potendo noi, purtroppo, averne uno di sua mano, chissà che non ci basti di leggerne le virtù in questo aureo libretto e immaginare di averne al guinzaglio. Per poter perdere, con lui, e grazie a lui, la cognizione del tempo: e cioè ritrovarlo, nella sua essenza. A patto di essere, ovviamente, «spiritualm­ente preparati». Lo siete? Lo siamo?

 ??  ?? Molto più che un gioco. Rina Pistoi, nuda e velata, mostra come si usa un «drago da passeggio» in uno scatto di Carlo Mollino, come sempre preparato nei minimi dettagli scenografi­ci
Molto più che un gioco. Rina Pistoi, nuda e velata, mostra come si usa un «drago da passeggio» in uno scatto di Carlo Mollino, come sempre preparato nei minimi dettagli scenografi­ci

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