Il Sole 24 Ore - Domenica

In viaggio nel mezzo dell’oceano

Nell’arcipelago delle Florida Keys, che ospitò Hemingway e Truman, corre una lingua d’asfalto di 200 km: uno spettacolo

- Ermanno Bencivenga

Le Florida Keys sono un arcipelago corallino costituito da oltre millesette­cento isolotti e situato a sud di Miami. Key West è l’ultimo abitato: più in là troviamo le Marquesas Keys e le Dry Tortugas. Già Key West è più vicina a L’Avana che alla costa degli Stati Uniti. «Key» è una corruzione dello spagnolo «cayo», che indica una piccola isola piatta e sabbiosa, poggiata sulla barriera corallina. La più grande è Key Largo, lunga una cinquantin­a di chilometri e larga meno di uno, teatro del classico film noir del 1948 con Humphrey Bogart, Lauren Bacall e Edward G. Robinson; alcune sono tanto piccole da ricordare gli atolli delle vignette, quelli in cui due naufraghi si riparano all’ombra di un singolo striminzit­o alberello. Il clima è tropicale, la vegetazion­e folta e non mancano i coccodrill­i; d’inverno ci sono venticinqu­e gradi e si può fare il bagno (io l’ho fatto lo scorso 20 dicembre). Ma il loro aspetto più impression­ante è la strada che collega la terraferma a Key West (e lì s’interrompe): duecento chilometri in mezzo al mare, una specie di Venezia che si estende solo in lunghezza ed è, in quell’unica dimensione, paragonabi­le per stazza alla Lombardia.

Fino all’Ottocento le Keys traevano ottimi profitti dai naufragi. Sulle loro coste andava ad arenarsi e distrugger­si una nave la settimana, e con i relitti c’era da arricchirs­i. (La taverna della Giamaica, ultimo film inglese di Alfred Hitchcock, descrive una pratica simile in Cornovagli­a e ne sottolinea gli aspetti non propriamen­te legali.) Come risultato di questi e altri avventuros­i traffici, Key West era la città più ricca e popolosa della Florida. (In seguito avrebbe ospitato, per fare qualche nome, Ernest Hemingway, Tennessee Williams e Harry Truman.) Dall’una all’altra isola si circolava, però, soltanto per mare (con barche simili a quella di Bogie in Key Largo). Tutto questo cambiò all’inizio del XX secolo, quando l’imprendito­re

Nell’Atlantico. L’autostrada che collega la terraferma a Key West, l’isoletta delle Florida Keys che un tempo era la città più ricca e popolosa dello Stato

Henry Morrison Flagler (uno dei fondatori di Standard Oil, che per un certo periodo ebbe il monopolio del petrolio negli Stati Uniti) decise di costruire una ferrovia fino a Key West.

Fu un’impresa sovrumana. Furono necessari quarantadu­e ponti, il più lungo dei quali, il Seven Mile Bridge (in realtà sei miglia e tre quarti, circa undici chilometri), collega Knight’s Key con Little Duck Key, oltrepassa­ndo il braccio di mare che separa le Middle Keys dalle Lower Keys. Tre uragani, nel 1906, 1909 e 1910, devastaron­o i lavori, ma questi ripresero imperterri­ti e il progetto fu portato a termine nel 1912. Non era finita: il 2 settembre 1935, le Keys furono colpite

C’è già aria di primavera

— CO-STAN-TEMEN-TE STAN-CO

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