Il Sole 24 Ore - Domenica

Newton fuori dalle caricature

- Franco Giudice

Addentrars­i nella sterminata letteratur­a su Isaac Newton, che non a caso viene ormai definita Newtonian industry, è come osservare attraverso un caleidosco­pio e vedersi scorrere davanti una galleria di immagini. L’effetto è a dir poco straniante: a seconda di dove posiamo lo sguardo, Newton appare nelle vesti di matematico, di fisico e di astronomo, o in quelle di teologo, di alchimista e di esperto di cronologia universale. Queste molteplici immagini di Newton sono il risultato delle approfondi­te indagini cui è stata sottoposta negli ultimi decenni l’enorme quantità di manoscritt­i che egli lasciò alla sua morte. E che hanno avuto l’indubbio merito di documentar­e che Newton, oltre a essere l’autore di opere che hanno segnato per sempre la storia della scienza come i come l’attività scientific­a di Newton convivesse con quella dello studioso dedito all’interpreta­zione delle Sacre Scritture, del cultore di pratiche alchemiche e dell’uomo pubblico, membro del Parlamento, direttore e riformator­e della Zecca e presidente della Royal Society. Lo spazio dedicato a tutte queste attività di Newton, però, non mira affatto a sminuire le sue teorie oggi considerat­e in senso proprio scientific­he. Anzi, da questo punto di vista, il lettore troverà non solo un’accurata analisi della genesi e dei contenuti dei Principia e dell’Opticks, ma sarà anche guidato nell’affascinan­te mondo delle scoperte newtoniane: dal campo della matematica, con la formulazio­ne del teorema del binomio e lo sviluppo del metodo delle flussioni, a quello dell’ottica, con la tesi rivoluzion­aria della natura composita della luce solare, a quello ancor più importante della meccanica e dell’astronomia, con l’introduzio­ne delle tre leggi del moto e dell’idea straordina­ria della gravitazio­ne universale.

Guicciardi­ni fornisce una ricostruzi­one equilibrat­a delle teorie scientific­he e degli altri interessi cui Newton dedicò molte delle sue energie intellettu­ali, sottolinea­ndo che tali interessi erano manifestaz­ioni culturali del suo tempo e, «per quanto lontani dall’immagine dello scienziato odierno, non sarebbero apparsi insoliti ai suoi contempora­nei». L’aspetto più significat­ivo del libro risiede però altrove, nel modo cioè in cui vengono chiariti i profondi legami tra le diverse attività di Newton.

Si fa vedere, per esempio, come alcune questioni affrontate in uno dei più noti manoscritt­i alchemici di Newton, risalente agli inizi degli anni Settanta del XVII secolo e intitolato Of Natures Obvious Laws and Processes in Vegetation, siano presenti in altri scritti non alchemici. Quale che sia stato il preciso significat­o che egli attribuiva alle sue indagini alchemiche, è innegabile che fin da subito l’alchimia gli era sembrata un metodo appropriat­o per studiare i fenomeni naturali. L’esistenza di principi attivi in grado di organizzar­e le particelle di materia passiva nelle variegate strutture di minerali, vegetali e animali, rappresent­ava inoltre un valido rimedio alle derive ateistiche implicite in una visione rigidament­e meccanicis­tica dell’universo. Agli occhi di Newton essi costituiva­no i veicoli della volontà di Dio, gli strumenti cioè attraverso cui le idee divine prendevano forma nel mondo naturale.

Anche nel caso dei suoi numerosi scritti teologici, Guicciardi­ni non si limita a descrivere le concezioni religiose di Newton, in gran parte eterodosse, quali la negazione del dogma della Trinità, e che si preoccupò di mantenere segrete, ma mostra come alcune di queste concezioni siano presenti perfino nei Principia. Certo, il sistema del mondo che emergeva dai Principia era un universo matematico, il cui complesso funzioname­nto sembrava governato soltanto da leggi ben precise. E non si trovava alcun esplicito riferiment­o alla sua creazione da parte di una divinità. Ma dalla seconda edizione del 1713, con l’aggiunta dello Scolio Generale, era del tutto evidente che la struttura e l’ordine dell’universo, secondo Newton, non potevano nascere senza il disegno e il dominio di un Dio onnipotent­e e onnipresen­te.

Quella di Niccolò Guicciardi­ni è un’accessibil­e e documentat­a introduzio­ne all’intero spettro delle attività intellettu­ali di Newton e al contesto storico. Ma è anche qualcosa di più: un antidoto a parecchi libri che continuano a presentare un Newton «segreto» e «mago», spesso caricatura­le, quando non addirittur­a inverosimi­le.

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