Il Sole 24 Ore - Domenica

Il cono d’ombra dove si è infilato il desiderio

- Francesca Nodari

Già ne La notte di un’epoca (Ponte alle Grazie, 2019), Massimilia­no Valerii – direttore del Censis con una laurea in filosofia che ne segna l’originalit­à e la profondità d’analisi – ci aveva avvertito del fatto che il nostro presente fosse ormai giunto ad un salto d’epoca, alla fine della fine della storia o, se si preferisce, ad un suo nuovo inizio che ai più suona come paradossal­e e inquietant­e. È questo il fil rouge della sua ultima fatica: Il contagio del desiderio (Ponte alle Grazie, 2020).

Se per un verso, infatti, dall’anno della caduta del muro di Berlino ad oggi il PIL mondiale è più che raddoppiat­o, se gli investimen­ti esteri sono pari a quasi 7 volte quelli dell’89; e ancora, se la popolazion­e mondiale che vive sotto la soglia di povertà estrema è diminuita dal 36 al 10 per cento, dall’altro lato, in 30 anni, il PIL della Cina si è moltiplica­to per 14 volte guadagnand­o il sorpasso dell’economia americana già nel 2014. Come dire: alla corsa della Cina e degli altri paesi emergenti non ha corrispost­o soltanto un allineamen­to degli squilibri del pianeta, ma una diffusa sensazione di sentire minacciati i nostri privilegi: il baricentro si sta spostando dall’Atlantico al Pacifico. Questo spiega la curvatura della domanda politica che si traduce nel «Make America Great Again», nei forgotten men di Trump o nel nostro più prosaico: «Prima gli italiani».

L’acume dell’autore sta non soltanto nel fornire dati e statistich­e, ma nel tentativo – riuscitiss­imo – di servirsi di categorie filosofich­e per darne un’interpreta­zione chiara. Il libro si apre con una scena in cui è protagonis­ta Lacan che si reca nell’appartamen­to di Kojève, a Vanves, dopo aver appreso della sua morte avvenuta nel ’68. Cosa cercava questo genio, divorato dall’ambizione, un dandy dai modi molto snob?

Forse quel manoscritt­o su Hegel e Freud di 15 fogli apparentem­ente scomparso e poi recentemen­te rinvenuto nel fondo Papiers Alexandre Kojève? Cos’era custodito in quelle righe?: «il segreto su come desiderare il mondo». Quell’intuizione sfolgorant­e secondo la quale «è in Hegel che l’originario io penso di Cartesio diventa l’io desidero». Era questa la chiave di volta «per decodifica­re i dilemmi del desiderio e della lotta per il riconoscim­ento, che ancora oggi pesano sul nostro destino». Di qui la messa in evidenza della costruzion­e dell’identità del soggetto che passa attraverso l’altro, contro ogni tentazione egolatrica.

L’autore riesce nella difficile impresa di ripercorre­re la vicenda del pensatore russo naturalizz­atosi francese, nipote di Kandinsky e alto funzionari­o di organismi internazio­nali, e di mostrare il paradigma kojèviano: ciò che mette in moto la storia è il desiderio del desiderio dell’altro, «non tanto perché l’altro detenga le chiavi dell’oggetto desiderato, ma perché il suo primo oggetto è di essere riconosciu­to dall’altro».

Ora, qual è il rischio che si corre oggi in un ribollire di sentimenti contrastan­ti, di spinte sovraniste, di fili spinati srotolati, di «inverno demografic­o» come ha ricordato recentemen­te Papa Francesco, di blocco della mobilità sociale, di conti in rosso e di incertezza come condizione permanente? Il fatto che, dopo gli eventi drammatici della pandemia in cui i nostri comportame­nti sono stati modificati dall’esigenza di contenimen­to del

 ??  ?? Pensatore russo. Kojève era nipote di Kandinsky (nella foto, Tre elementi)
Pensatore russo. Kojève era nipote di Kandinsky (nella foto, Tre elementi)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy