Il maglione di Erwin Wurm in Duomo
Era dal 28 dicembre che nella cattedrale viennese di Santo Stefano, come in tutte le altre chiese austriache, erano sospese le funzioni religiose e le attività culturali e artistiche che sempre richiamano tanto pubblico anche non credente. Ora una cauta apertura con distanza interpersonale di 2 metri e mascherina FFP2 consente di recuperare un poco di normalità.
Dal 2013 nella principale chiesa della capitale la Quaresima è caratterizzata da una sempre diversa creazione artistica, appositamente commissionata e concepita come velo quaresimale, con l’intento di coniugare arte contemporanea e spiritualità religiosa.
A causa della pandemia, l’anno scorso la sorprendente installazione firmata da Erwin Wurm era stata accessibile per poco e quindi Toni Faber, parroco capo della cattedrale e appassionato sostenitore dell’arte del nostro tempo, ha deciso di riproporre l’opera anche quest’anno: un gigantesco maglione viola su un’altrettanto enorme gruccia copre dunque nuovamente fino a Pasqua la vista sull'altare maggiore. Un messaggio semplice e immediato, in un periodo complicato: «In tempi di pandemia e di distanziamento sociale, è forte il desiderio di calore umano, come lo è il bisogno di amore e di protezione reciproca», spiega Faber: «Dobbiamo tenere duro, e regalarci l’un l’altro calore umano. Il pullover lo chiarisce: in questo dipendiamo tutti l’uni dagli altri, abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci faccia sentire protetti e il nostro è quindi anche un invito a riflettere sull'amore per il prossimo». Un messaggio che viene sottolineato pure dalla grande borsa dell’acqua calda Big Mutter, firmata anch’essa da Erwin Wurm, ritta coi suoi 4 metri di altezza di fianco alla Porta dei Cantori. L’anno scorso era nera, quest’anno ha il colore arancione acceso che rimarca ancor più l’offerta di benefico tepore.