Il Sole 24 Ore - Domenica

BUONGUSTAI NEL TEMPIO DEL MADE IN ITALY

- Davide Paolini

Il made in Italy del cibo ha prestigio e notorietà nel mondo, grazie alla cucina e alla ristorazio­ne, agli agricoltor­i, agli allevatori, ai pescatori, ai produttori di salumi, formaggi, pasta, dolci, pane, olio, vino, aceto e vino.

Spesso però si dimentica che a far conoscere il Bengodi tricolore hanno altresì contribuit­o pure ambasciato­ri, quali gli importator­i e i distributo­ri del goloso paniere italiano.

Tra questi, un posto di primo piano, tocca a Peck, la cui storia si è sviluppata come il luogo dei peccati di gola dei milanesi, quasi a diventarne, nel tempo, una testimonia­nza e simbolo della città, come il Duomo, la Scala, il Piccolo Teatro, la Scala, il Piccolo Teatro, la Bocconi.

Non a caso Peck è stato punto d’incontro, attorno ai suoi tavoli, di intellettu­ali quali D'Annunzio, Bacchelli, Vergani, Monelli.

La vita di questo marchio parte da molto lontano, dal 1883, quando approda in città, Francesco Peck, salumiere in quel di Praga, che decide di aprire in Milano un laboratori­o con annessa bottega di vendita. In poco tempo, il suo nome, raggiunge grande successo, come produttore di alta gastronomi­a, soprattutt­o grazie all’introduzio­ne a Milano di salumi innovativi affumicati e all’introduzio­ne di un impianto tedesco, sconosciut­o in Italia, per la triturazio­ne delle carni.

Nel 1918, il fondatore cecoslovac­co, lascia il negozio-laboratori­o a Eliseo Magnaghi, salumiere milanese, che sposta la sede da via Orefici, nell’attuale edificio di Via Spadari, con allargamen­to dell’offerta gastronomi­ca; nel 1956 poi la gestione passa a Giovanni e Luigi Grazioli, figli di un salumiere di provincia.

Il 1° settembre 1970 subentrano alla guida i fratelli Stoppani (Angelo, Mario, Remo e Lino), arrivati anche loro dalla provincia, veri protagonis­ti del successo di Peck nel mondo che, non solo allargano l’offerta gastronomi­ca con una scrupolosa ricerca di prodotti di qualità in tutta Italia, ma ampliano le proposte, a cominciare dai grandi vini francesi.

Quando poi l’offerta non è ritenuta di livello qualitativ­o, gli Stoppani, ricorrono a produzioni e a stagionatu­re proprie, nel sotterrane­o del negozio, dove vengono attrezzati veri laboratori di produzione (salumi, quali lo zampone. formaggi, come il gorgonzola e il mascarpone, le terrine di foie gras o di selvaggina, l’insalata russa).

Nel tempo prendono forma la Rosticceri­a in via Cantù, la Casa del Formaggio, la Bottega del Maiale, la Bottega del vino, lo Snack bar in via Hugo e il ristorante stellato (di cui è stato chef e poi patron Carlo Cracco).

La storia di Peck continua, con successo, anche dopo il ritiro dei fratelli Stoppani (purtroppo Remo e Mario ci hanno lasciato), con la gestione Marzotto, ma ai quattro fratelli bresciani è giusto riconoscer­e il merito di aver diffuso il made in Italy tra i buongustai di tutto il mondo. Così è se mi piace!

s

 ??  ??
 ??  ?? Segni netti. Lo stile di Maria Ghezzi (S tra dadini, così A: Strada di Nicosia)
Segni netti. Lo stile di Maria Ghezzi (S tra dadini, così A: Strada di Nicosia)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy