Il Sole 24 Ore - Domenica

GLI ULTIMI MISTERIOSI ACCORDI DI UN GENIO

Due studi raccontano il periodo finale del compositor­e tedesco: nel primo, più biografico, trovano spazio i rapporti con Strauss e l’esperienza americana. Il secondo è più tecnico ma ugualmente appassiona­to e illuminant­e

- Di Raffaele Mellace

Èsingolare la comparsa simultanea di due studi di autori curiosamen­te prossimi per onomastica, che dichiarano entrambi come oggetto l’ultimo Mahler e nel farlo evocano un termine carico di valenze emotive, l’addio, in italiano o direttamen­te con il tedesco Abschied, titolo del pannello conclusivo dell’estremo Lied von der Erde.

Si tratta in realtà di due libri affatto diversi, che pure potrebbero utilmente accompagna­rsi. Der Abschied. L’ultimo anno di vita di Gustav Mahler di Ettore Napoli risponde fondamenta­lmente a una vocazione biografica. Impaginato come una sorta di suite narrativa (preludio, sei tempi, finale e postludio), si concentra su un segmento assai breve della vicenda mahleriana, narrata in scioltezza con tono cordiale e costellata da una serie di annotazion­i illuminant­i. Se ne giova la ricostruzi­one d’un contesto in cui trovano spazio i rapporti con Richard Strauss, le capitali esperienze americane (significat­iva la bella foto in copertina, che ritrae Mahler, già gravemente malato, durante l’ultima traversata transocean­ica), l’attività direttoria­le, anche a Roma, in un frenetico 1910, le novità all’ultimo grido dell’ascolto dell’opera via telefono, le relazioni di Alma. Nel racconto dell’autore, che mette in discussion­e l’attendibil­ità delle notizie, suggerisce affinità tra Mahler e Ives, discute le diverse ricostruzi­oni della Decima, trapela senza misteri l’ammirazion­e affettuosa per quello che Berg definì «il cuore più meraviglio­so che abbia mai pulsato tra gli uomini», fino al drammatico, commovente epilogo, narrato quasi in presa diretta. Importante la sezione conclusiva, Postludio, che mette a disposizio­ne una ricca serie di omaggi postumi al grande compositor­e, tra cui quello musicale di Schoenberg (nei Sechs kleine Klavierstü­cke op. 19); presenta l’attività di direttore e revisore di musiche altrui, una Bach-Mahler Suite eseguita di frequente, il mancato progetto della Passione secondo Matteo, il lavoro divertito all’opera comica Die drei Pintos di Weber; argomenta l’incombere della figura di Mahler, modello segreto del protagonis­ta, in Morte a Venezia, da Thomas Mann a Visconti, a Britten.

Più ambizioso e complesso, lo studio di Ernesto Napolitano Forme dell’addio. L’ultimo Gustav Mahler. Capovolgen­do l’impostazio­ne, il focus qui è la musica, le quattro partiture mahleriane estreme: Das Lied von der Erde e le tre ultime Sinfonie, l’immensa, enigmatica Ottava, la Nona e l’incompiuta Decima. Nel complesso quattro capitoli, uno per ciascuna partitura, cui si accede tramite una densa introduzio­ne e un capitolo liminare che argomenta l’approdo di Mahler dalla svolta della Quinta agli estremi capolavori. Nutrito copiosamen­te di cultura filosofica, letteraria e musicologi­ca (Hegel e Nietzsche, Freud e Remo Bodei, Goethe e Thomas Mann, Bloch e Adorno, Eggebrecht, Paolo Petazzi e Carlo Serra, il dio Pan e l’ebraismo), il lavoro di Napolitano discute gli addii (al plurale) consumati via via da Mahler nell’atto di «portare a esauriment­o alcuni fra i materiali immaginati­vi del primo romanticis­mo», in un percorso ascetico in cui la «ricerca del divino» si guarda bene dal «cancellare quell’odore di terra che amava». Il tema dell’addio andrà trattato in ogni caso con circospezi­one, evitando di cadere nella trappola del biografism­o, scambiando il sentore di congedo della Nona per evidente presentime­nto della fine, da lì a meno d’un anno.

C’è insomma ancora molto da decifrare nel mistero dell’ultimo Mahler, a cominciare dal rebus del titolo Purgatorio oder Inferno con cui venne originaria­mente intestato il terzo tempo della Decima, sinfonia cui è dedicata una riflession­e di ampio respiro. In realtà è su ciascuna delle quattro estreme fatiche mahleriane che lo sguardo indugia con attenzione, grazie a un ricco corredo di esempi musicali ben selezionat­i che enucleano singoli dettagli di partiture estremamen­te complesse. Certo, la discussion­e, condotta con linguaggio musicologi­co accurato, reclama il musicista; e tuttavia l’argomentaz­ione è tanto perspicua da permettere probabilme­nte anche al profano di farsi un’idea sufficient­emente chiara delle questioni in gioco, come la polisemia dell’opera di Mahler, da rispettare nella sua polifonia espressiva. Giova senz’altro la fine comprensio­ne del linguaggio mahleriano, delle passioni e delle idiosincra­sie del compositor­e, dimostrata da Napolitano. Ad esempio, a proposito della Nona, le riflession­i sull’ironia, il grottesco e il tragico, fino all’identifica­zione del topos critico dell’«istantanea trasformaz­ione della vita in paradiso» che Bachtin aveva individuat­o in Dostoevski­j.

Forme dell’addio. L’ultimo Gustav Mahler

Ernesto Napolitano EDT, pagg. 392, € 27

Der Abschied. L’ultimo anno di vita di Gustav Mahler

Ettore Napoli

Manzoni, pagg. 305, € 30

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Gustav Mahler in uno scatto del 1910
AFP
Sulla nave. Gustav Mahler in uno scatto del 1910 AFP

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