GLI ULTIMI MISTERIOSI ACCORDI DI UN GENIO
Due studi raccontano il periodo finale del compositore tedesco: nel primo, più biografico, trovano spazio i rapporti con Strauss e l’esperienza americana. Il secondo è più tecnico ma ugualmente appassionato e illuminante
Èsingolare la comparsa simultanea di due studi di autori curiosamente prossimi per onomastica, che dichiarano entrambi come oggetto l’ultimo Mahler e nel farlo evocano un termine carico di valenze emotive, l’addio, in italiano o direttamente con il tedesco Abschied, titolo del pannello conclusivo dell’estremo Lied von der Erde.
Si tratta in realtà di due libri affatto diversi, che pure potrebbero utilmente accompagnarsi. Der Abschied. L’ultimo anno di vita di Gustav Mahler di Ettore Napoli risponde fondamentalmente a una vocazione biografica. Impaginato come una sorta di suite narrativa (preludio, sei tempi, finale e postludio), si concentra su un segmento assai breve della vicenda mahleriana, narrata in scioltezza con tono cordiale e costellata da una serie di annotazioni illuminanti. Se ne giova la ricostruzione d’un contesto in cui trovano spazio i rapporti con Richard Strauss, le capitali esperienze americane (significativa la bella foto in copertina, che ritrae Mahler, già gravemente malato, durante l’ultima traversata transoceanica), l’attività direttoriale, anche a Roma, in un frenetico 1910, le novità all’ultimo grido dell’ascolto dell’opera via telefono, le relazioni di Alma. Nel racconto dell’autore, che mette in discussione l’attendibilità delle notizie, suggerisce affinità tra Mahler e Ives, discute le diverse ricostruzioni della Decima, trapela senza misteri l’ammirazione affettuosa per quello che Berg definì «il cuore più meraviglioso che abbia mai pulsato tra gli uomini», fino al drammatico, commovente epilogo, narrato quasi in presa diretta. Importante la sezione conclusiva, Postludio, che mette a disposizione una ricca serie di omaggi postumi al grande compositore, tra cui quello musicale di Schoenberg (nei Sechs kleine Klavierstücke op. 19); presenta l’attività di direttore e revisore di musiche altrui, una Bach-Mahler Suite eseguita di frequente, il mancato progetto della Passione secondo Matteo, il lavoro divertito all’opera comica Die drei Pintos di Weber; argomenta l’incombere della figura di Mahler, modello segreto del protagonista, in Morte a Venezia, da Thomas Mann a Visconti, a Britten.
Più ambizioso e complesso, lo studio di Ernesto Napolitano Forme dell’addio. L’ultimo Gustav Mahler. Capovolgendo l’impostazione, il focus qui è la musica, le quattro partiture mahleriane estreme: Das Lied von der Erde e le tre ultime Sinfonie, l’immensa, enigmatica Ottava, la Nona e l’incompiuta Decima. Nel complesso quattro capitoli, uno per ciascuna partitura, cui si accede tramite una densa introduzione e un capitolo liminare che argomenta l’approdo di Mahler dalla svolta della Quinta agli estremi capolavori. Nutrito copiosamente di cultura filosofica, letteraria e musicologica (Hegel e Nietzsche, Freud e Remo Bodei, Goethe e Thomas Mann, Bloch e Adorno, Eggebrecht, Paolo Petazzi e Carlo Serra, il dio Pan e l’ebraismo), il lavoro di Napolitano discute gli addii (al plurale) consumati via via da Mahler nell’atto di «portare a esaurimento alcuni fra i materiali immaginativi del primo romanticismo», in un percorso ascetico in cui la «ricerca del divino» si guarda bene dal «cancellare quell’odore di terra che amava». Il tema dell’addio andrà trattato in ogni caso con circospezione, evitando di cadere nella trappola del biografismo, scambiando il sentore di congedo della Nona per evidente presentimento della fine, da lì a meno d’un anno.
C’è insomma ancora molto da decifrare nel mistero dell’ultimo Mahler, a cominciare dal rebus del titolo Purgatorio oder Inferno con cui venne originariamente intestato il terzo tempo della Decima, sinfonia cui è dedicata una riflessione di ampio respiro. In realtà è su ciascuna delle quattro estreme fatiche mahleriane che lo sguardo indugia con attenzione, grazie a un ricco corredo di esempi musicali ben selezionati che enucleano singoli dettagli di partiture estremamente complesse. Certo, la discussione, condotta con linguaggio musicologico accurato, reclama il musicista; e tuttavia l’argomentazione è tanto perspicua da permettere probabilmente anche al profano di farsi un’idea sufficientemente chiara delle questioni in gioco, come la polisemia dell’opera di Mahler, da rispettare nella sua polifonia espressiva. Giova senz’altro la fine comprensione del linguaggio mahleriano, delle passioni e delle idiosincrasie del compositore, dimostrata da Napolitano. Ad esempio, a proposito della Nona, le riflessioni sull’ironia, il grottesco e il tragico, fino all’identificazione del topos critico dell’«istantanea trasformazione della vita in paradiso» che Bachtin aveva individuato in Dostoevskij.
Forme dell’addio. L’ultimo Gustav Mahler
Ernesto Napolitano EDT, pagg. 392, € 27
Der Abschied. L’ultimo anno di vita di Gustav Mahler
Ettore Napoli
Manzoni, pagg. 305, € 30