VENT’ANNI DI FUTURO IN DANZA DAL SUD PER IL PAESE
Scenario Pubblico di Catania, da poco nominato “Centro di rilevante interesse nazionale” nell’ambito della danza (insieme al Centro di produzione di Virgilio Sieni), compie vent’anni e festeggia con un ricco calendario di eventi, che vede il fondatore e direttore artistico Roberto Zappalà con il suo staff in frenetica attività sin dalla primavera. Scenario Pubblico è un’ex struttura industriale dei primi del Novecento, a due passi dal Teatro Bellini, che Zappalà ha acquistato grazie all’intervento di privati e ristrutturato con fondi europei. È l’unica struttura del genere nel Sud Italia, con una tribuna da 150 posti e un ampio palcoscenico, due sale prove, un bar-ristorante, uffici, un archivio e una foresteria fondamentale per le numerose residenze artistiche che organizza.
Qui nascono gli spettacoli della Compagnia Zappalà Danza, che per festeggiare il compleanno del Centro riprende quest’estate uno degli spettacoli più ambiziosi e complessi del proprio repertorio, La Nona ( dal caos/il corpo), che è stata in scena il 16 agosto al Teatro Antico di Segesta. A partire dalla Nona di Beethoven, eseguita dal vivo nell’adattamento di Franz Liszt per due pianoforti, Zappalà affida a sei danzatori e sei danzatrici il compito di raccontare l’epopea del genere umano, dal caos primordiale alla rinascita, che per il coreografo passa necessariamente da una rinnovata spiritualità, laica e concreta.
Compito della danza, secondo Zappalà, è rintracciare l’umanità smarrita nella selva oscura del contemporaneo, nelle paure e negli egoismi che dividono i popoli. Sullo sfondo di un imponente cimitero delle religioni, dove campeggiano una grossa croce, la mano di Fatima, candelabri ebraici, reliquie di templi e chiese ammassate su panche, tabernacoli e inginocchiatoi, gli interpreti provano a recuperare, in un rito collettivo, l’insita spiritualità dei corpi, prendendo le distanze dalla degradazione del sacro, che è diventato mero esercizio del potere. Un discorso che Zappalà approfondirà in uno spettacolo radicale intitolato Kristo, in prima assoluta il 7 ottobre al Festival MilanOltre, un assolo nel quale la danza cede il passo alla parola e ai gesti di «un uomo che si crede Cristo o di un Cristo impazzito che crede di essere un uomo».
Poco dopo, il 15 ottobre, con uno Studio sul fauno che accosta la partitura di Debussy alle canzoni di Battiato, di Giuni Russo e dei Beatles, avrà inizio a Scenario Pubblico la stagione del ventennale, intitolata e dedicata alle donne. Nel frattempo, si rifletterà ancora sulle questioni emerse nel convegno Una danza più in equilibrio, che nel mese di maggio, con la curatela di C.Re.S.Co, ha riunito a Catania decine di operatori, artisti, amministratori e studiosi per discutere sulle criticità del “sistema danza”, specie nel Meridione, e per immaginare buone pratiche e proposte di riforma da sottoporre ai decisori politici.
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